Presentato a Roma, presso la sala Cavour del Mipaaf, il primo numero di “AgriOsserva”, il nuovo osservatorio di analisi e previsioni sull’agroalimentare italiano nato dallo sforzo congiunto di Ismea e Unioncamere.
All’incontro erano presenti i presidenti di Ismea e Unioncamere, Arturo Semerari e Ferruccio Dardanello, nonché i ‘tecnici’ delle due organizzazioni Fabio del Bravo e Alessandro Rinaldi.
La pubblicazione, che uscirà a cadenza trimestrale, conterrà in ogni numero due approfondimenti su argomenti più o meno ‘caldi’ del mondo agroalimentare e sarà caratterizzata da una struttura stabile, così da poter permettere una più facile comparazione dei dati contenuti.

“L’agroalimentare è un settore strategico per il rilancio dell'economia nazionale – ha detto Dardanello - ma va conosciuto e studiato meglio per essere sostenuto e promosso. In questi anni di crisi, grazie alla proiezione sull'estero di tante produzioni alimentari italiane di qualità, ha dato un contributo importante alla tenuta del Paese. Negli ultimi anni, le Camere di commercio si sono impegnate nelle politiche di qualificazione, promozione e tutela delle nostre produzioni. Con questa iniziativa, abbiamo voluto affiancare al servizio di monitoraggio del mercato agricolo - che Ismea svolge istituzionalmente - le competenze del sistema camerale nell’analisi del sistema imprenditoriale per accendere un faro di  informazione periodica approfondita su tutta la filiera agroalimentare. E’ uno strumento importante perché è proprio l’osservazione tempestiva e approfondita delle dinamiche in atto che può aiutarci a individuare le  politiche più adatte per sostenere le piccole e medie imprese di questa filiera, fondamentale per il rilancio del Paese”.

“Da oggi il sistema agricolo e alimentare italiano può contare su un nuovo e più completo strumento per monitorare le dinamiche congiunturali e di mercato del settore, utile alle istituzioni e agli operatori soprattutto ai fini decisionali”, ha affermato Semerari, ricordando che la possibilità di accedere alle informazioni ‘fresche’, dettagliate, focalizzate ed elaborate su un settore specifico come quelle offerte da AgrOsserva, rappresenteranno una freccia in più nella faretra dell’Italia in vista di Expo’ 2015.
“Grazie al contributo del sistema camerale la gamma degli strumenti informativi e di analisi di Ismea potrà essere valorizzata e messa a disposizione di un numero ancora più ampio di imprese. Un'opportunità per le aziende che non sempre si trovano nelle condizioni di comprendere il contesto in cui operano e di valutare i possibili aspetti evolutivi dei mercati", ha concluso Semerari.
 
Gli highlight del primo numero
Le principali tendenze dell’agricoltura nel III trimestre 2013
Tra luglio e settembre dello scorso anno - il primo trimestre a Pil nazionale invariato dopo otto consecutivi contrassegnati da una flessione congiunturale -, l’agricoltura, a causa di un andamento climatico sfavorevole che ha caratterizzato tutta la primavera e l’inizio dell’estate, ha accusato una contrazione dell’attività nell’ordine dell’-1,6% (la variazione del valore aggiunto agricolo su base trimestrale calcolata dall’Istat), seppure più attenuata rispetto al trimestre precedente (-2,4%). Dai dati 2013 sui conti nazionali, anche se ancora incompleti, si può comunque evincere un andamento complessivamente migliore per il settore primario rispetto a quanto rilevato per il sistema industriale nel suo complesso, incluse le costruzioni.
Per quanto riguarda l’occupazione agricola si è assistito ad una sostanziale stabilità rispetto al 2012 (-0,1%), un dato anche questo migliore rispetto all’andamento occupazionale complessivo nazionale che ha fatto segnare, nello stesso periodo, un -2,3%. Più in dettaglio, l’occupazione dipendente nelle campagne ha subito una contrazione dello 0,9%, mentre quella indipendente ha fatto segnare un’analoga variazione ma in positivo.
Arturo Semerari, presidente Ismea


La dinamica dell’imprenditoria nell’agricoltura e nell’alimentare
Nel terzo trimestre 2013 si intensifica il processo di ridimensionamento del tessuto produttivo agricolo italiano, con una contrazione del numero di imprese rispetto al trimestre precedente di ben 7.716 unità e un calo del 4% rispetto all’anno precedente. Il Nord-Est è ancora una volta l’area più colpita (-5,2%), mentre il Centro fa registrare la dinamica meno negativa (-3,1%). Nello stesso periodo l’industria alimentare segna invece un dato positivo dello 0,8% su base annua, con il numero di imprese che cresce di 513 unità e si porta sulle 68.256 unità.

La dinamica dei prezzi agricoli e dei costi dei fattori di produzione
Sul fronte dei prezzi, emerge dall’indice Ismea dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli una contrazione del 3,2% rispetto al secondo trimestre 2013, sintesi di un andamento divergente tra i prodotti zootecnici (+2,2%) e le coltivazioni vegetali (-7,1%).  Il confronto su base tendenziale si rivela invece positivo (+3,1% i prezzi rispetto al terzo trimestre del 2012), grazie in particolare al contributo delle colture vegetali, che hanno registrato un incremento del 4,6% a fronte di un più 1,5% della zootecnia. Parallelamente rallenta nel 2013 la corsa ai rincari degli input produttivi, dopo gli inasprimenti che hanno colpito le aziende agricole negli ultimi tre anni. L’indice Ismea dei prezzi dei mezzi correnti di produzione segnala infatti una riduzione dell’1,5% sul secondo trimestre 2013, non sufficiente tuttavia ad invertire la tendenza su base annua (+0,2% la variazione dei costi rispetto al terzo trimestre 2012). Mentre nel settore delle coltivazioni il livello dei costi non ha registrato oscillazioni di rilievo, gli allevamenti hanno potuto beneficiare di una contrazione del 4,5% su base congiunturale, grazie in particolare al calo dei  prezzi del bestiame e dei mangimi.  

Il credito all’agricoltura
Se il settore primario, in base ai dati delle consistenze bancarie complessive, appare meno colpito dalla stretta creditizia che ha interessato tutto il sistema economico nazionale, l’analisi sui finanziamenti oltre il breve termine restituisce uno scenario ben diverso. In base alle elaborazioni Ismea dei dati sull’accesso al credito delle imprese agricole raccolte dalla controllata Sgfa, emerge un’erosione delle erogazioni bancarie di 13 punti percentuali su base tendenziale, nonostante il leggero recupero rispetto al primo trimestre 2013. Va tuttavia ricordata la qualità del credito concesso al settore primario, che si conferma migliore di quella del credito complessivo e, in particolare, di quello concesso all’industria alimentare, delle bevande e del tabacco: nel terzo trimestre del 2013 infatti il tasso di decadimento del settore primario si è attestato a 0,39%, a fronte dello 0,80% dell’industria alimentare e dello 0,78% del sistema complessivo del credito.



L’andamento della domanda nazionale e delle esportazioni
Continua la diminuzione della spesa di generi alimentari da parte delle famiglie italiane: il calo è molto più sensibile in valore (-3,9%) che non in volume (-1,7%), a testimonianza del tentativo di mantenere invariato il volume del carrello della spesa, spostandosi verso prodotti in promozione o di basso prezzo. Più tonica la domanda estera che ha permesso nei primi nove mesi del 2013 una crescita delle esportazioni agroalimentari del 5,8% rispetto al 2012, con aumenti particolarmente significativi per i vini e spumanti (+8,3%), olio di oliva (+9,9%), ortaggi freschi (+12,3%), e variazioni positive per frutta fresca e trasformata, pasta, salumi, formaggi e latticini. Le spedizioni verso i Paesi extra europei (+7,9% su base annua) hanno contribuito in misura superiore alla crescita dell’export rispetto a quelle dirette verso i paesi europei (+4,7%). In aumento anche le importazioni agroalimentari, ma ad un tasso più contenuto (+3,5%).

Assente all’incontro il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, il cui intervento avrebbe dovuto chiudere i lavori, che ha successivamente commentato i dati sottolineando come il settore agroalimentare dimostri ancora una volta la propria forza e la propria capacità di resistere al meglio a situazioni economiche difficili che determinano una stagnazione del mercato interno ma non impediscono un nuovo record delle esportazioni, con oltre 30 miliardi di euro in valore e un aumento particolarmente significativo per vini, olio di oliva e ortaggi freschi.
“Non possiamo trascurare alcune problematiche del settore, che emergono dai dati sul Pil, sui consumi interni e sull’accesso al credito delle imprese agricole. Bisognerà lavorare per risolvere queste criticità - ha dichiarato il ministro -. Sono convinta che il 2014 sarà l’anno della crescita, che interesserà anche i consumi interni per l’agroalimentare. Dovremo essere in grado di impostare nuove strategie politiche per la nostra agricoltura in modo da sfruttare nuove opportunità di crescita e sviluppo".