Alluvione in Sardegna: il bilancio
Pare stabilizzarsi finalmente il tragico bollettino delle vittime dell’alluvione in Sardegna, causato dalla profonda depressione mediterranea evoluta in ciclone mediterraneo o Tlc (denominata Tropical Like Cyclone).
Pesanti nubifragi caduti in pochissime ore in tutta l’area orientale dell'Isola, da Villagrande fino ad Arzachena, ove le strade si sono trasformate in furiosi fiumi di acqua e fango. Mentre scriviamo, sono 18 le vittime.
Resi noti dalla Rete Meteo Arpas i totali precipitativi della giornata di lunedì, quando nell’arco di poco più di 24 ore sono caduti quasi 400 millimetri. Spiccano in particolare i 385 mm di Dorgali Filitta, i 378 mm di Oliena e i 316 mm di Villanova Strisaili. Centraline meteo amatoriali avrebbero per di più rilevato picchi di oltre 440 mm sulle prossime ai rilievi più esposti.
Nella maggioranza dei casi si tratta di zone già martoriate dalle intense piogge cadute nella giornata di sabato. Da segnalare anche i quasi 200 mm di Villacidro, nella zona del Medio Campidano, tra le aree più colpite dalla violenza alluvionale del tutto anomala. Quantitativi di pioggia eccezionali che normalmente tendono accumularsi nell'arco di 6 mesi.
Analisi
Il vortice polare tenderà nelle prossime ore ad indebolirsi gradualmente. Questo non significherà però in una vera e propria disgregazione del ciclone freddo che staziona nella stagione invernale tra il Polo Nord e le terre artiche, ma saranno maggiormente possibili elevazioni subtropicali in senso meridiano, sull’asse Sud - Nord.
Azzorre in salita verso Nord
Nell'ultima decade di novembre, il prossimo blocco azzorriano avrà una maggiore possibilità di estendersi ulteriormente in senso meridiano. L’entità del freddo sull’Italia verrà, difatti, decisa dalla tenuta del blocco che incentiverà in misura maggiore o minore lo scivolamento verso sud dell’aria artica.
Le ultime emissioni modellistiche - sia del modello europeo che del modello americano - vedono una buona tenuta per più giorni del blocco anticiclonico sulle alte latitudini: questo favorirà senz’altro un moderato flusso artico almeno sino a fine mese.
L’evoluzione in 3 fasi
Prima fase: 20-22 novembre, la perturbazione artica entra sull’Italia
Come accennato la terza saccatura artica del mese, più incisiva sulle regioni settentrionali, è già alle porte della Penisola. L'ingresso dell'aria fredda avverrà dalla Valle del Rodano, quindi dai quadranti occidentali, portando un brusco calo dei valori termici al Nord (in particolare sui settori ovest), con nevicate sino a quote collinari sulle Alpi e l'Appennino settentrionale. Si tratterà dell’innesco di una nuova intensa fase di maltempo.
Seconda fase: 23-25 novembre, isolamento del vortice artico in Mediterraneo
Grazie all’azione del blocco azzorriano la perturbazione si isolerà dal flusso perturbato principale, evolvendo in goccia fredda mediterranea. In questo step è atteso un sensibile calo termico esteso al tutto il Paese: la neve toccherà quote collinari o addirittura il piano in prossimità dell'Appennino settentrionale, mentre sui rilievi delle Regioni centrali arriverà fino a quote medio - basse. Il quadro meteorologico si presenterà instabile, a tratti anche vivacemente perturbato.
Terza fase: 26-28 novembre, il primo assaggio invernale
Modelli perfettamente allineati sull’evoluzione a medio termine, quando l’anticiclone azzorriano riuscirà a prendere il comando dell’area scandinava, andando successivamente a congiungersi con l'alta russa. L’assetto barico che verrà a crearsi incentiverà una forte irruzione gelida verso l'Europa centro-occidentale. Se venissero confermati tali scenari gli ultimi giorni di novembre saranno contraddistinti da un primo vero assaggio invernale sull'Europa mediterranea.
L’alta pressione azzorriana è senza dubbio l’elemento chiave della prossima evoluzione, per cui occorrerà monitorare con attenzione ogni minimo movimento.