Una grande piattaforma professionale, che fa di ricerca e innovazione le sue parole d'ordine: è il Sana, il Salone internazionale del naturale.

Giunto alla sua 23esima edizione, viene inaugurato oggi 8 settembre dal ministro delle Politiche agricole Francesco Saverio Romano con un intervento al convegno d'apertura che affronta il tema dell'agricoltura biologica come strumento di sviluppo sostenibile.

Un Sana nuovo, con un format profondamente rinnovato per venire incontro a operatori professionali e pubblico specializzato, che punta sui grandi numeri: un'area espositiva di 30.000 mq, 5 padiglioni, 532 aziende.

Le linee guida di questa edizione - qualità, professionalità e internazionalità - si leggono nell'eccellenza degli espositori fra i quali si registra il ritorno della Grande Distribuzione che insieme ai canali specializzati è artefice del successo del biologico in Italia; nei temi dei convegni, quelli ufficiali ma anche da quelli organizzati direttamente da aziende e università; nella presenza di buyers provenienti da importanti mercati di riferimento per il biologico. Una Lounge al Padiglione 34 vedrà infatti nelle quattro giornate operatori provenienti da Francia, Germania, Belgio, Olanda, Grecia, Ungheria, Lituania, Brasile, USA e Canada.

"Da Sana 2011 - dice Duccio Campagnoli, presidente di BolognaFiere - parte la road map per gli operatori che vogliono arrivare preparati a Expo 2015. Il cibo biologico è sicuramente una risposta importante ai tanti interrogativi che l'Expo, con il motto 'Nutrire il pianeta', si propone di affrontare".

Saranno due le macroaree espositive: il settore Alimentazione (Pad. 31-32-33-34) dedicato esclusivamente ad aziende con produzioni biologiche certificate e il settore Benessere (Pad. 34-35) rivolto alle aziende con produzioni biologiche certificate e naturali a base di erbe officinali: integratori, alimenti, prodotti per la cura del corpo e di bellezza.

 

Il biologico in Italia

In un trend di fortissima crescita internazionale, l'Italia mantiene una posizione di spicco. Con una superficie di oltre un milione di ettari, occupa l'ottavo posto nella 'classifica' mondiale delle coltivazioni bio (classifica guidata dall'Australia) ed è seconda in Europa, testa a testa con la Spagna (che la supera solo per la maggior superficie a pascoli e boschi: per quanto riguarda le superfici destinate a coltivazioni, il primato rimane all'Italia). Il nostro Paese è anche al primo posto in Europa per il numero di aziende agricole del settore.

In Italia il settore bio ha caratteristiche fortemente innovative, soprattutto se messe a confronto con la situazione generale della nostra agricoltura: un'alta percentuale di donne imprenditrici (25%), di giovani (il 50% ha meno di 50 anni), di scolarizzazione elevata (il 50% dei produttori bio ha il diploma, il 17% la laurea) e la propensione alle nuove tecnologie (il 52% utilizza Internet).

Il nostro Paese è il primo produttore al mondo di ortaggi biologici (con una superficie di 28.000 ettari, otto volte quella spagnola), cereali (con circa 200.000 ettari), agrumi (23.000 ettari), uva (con 52.000 ettari, il triplo della Francia) olive (oltre 140.000 ettari).

Tra i primati mondiali dell'Italia biologica non possiamo dimenticare quello di una confettura biologica che continua negli anni a mantenere vendite superiori a quelle dei grandi marchi industriali e dei marchi privati dei supermercati.

Con una parte significativa della produzione bio indirizzata all'estero, l'Italia è anche il maggior esportatore mondiale di prodotti biologici (che raggiungono gli scaffali di tutta Europa, Stati Uniti e Giappone) per un valore che nel 2010 ha superato un miliardo di euro.

I consumi di prodotti bio nel nostro Paese non sono all'altezza dei primati produttivi, poiché si collocano attorno al 3% della spesa alimentare complessiva delle famiglie italiane, contro quote che per alcune tipologie di prodotti sfiorano il 20% in altri Stati europei come Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania e Paesi scandinavi.

Il mercato del biologico italiano è stimato in circa 3 miliardi di euro. Nonostante la crisi generale dei consumi, gli acquisti di prodotti bio confezionati in Italia hanno continuato a registrare incrementi: nei supermercati il valore è di circa 500 milioni di euro, con una crescita del 6,9% nel 2000, dell'11,6% nel 2010 e dell'11,5% nel primo quadrimestre del 2011. Il canale dei punti vendita specializzati in soli prodotti biologici segna regolarmente performance superiori alla Grande Distribuzione, facendo registrare una crescita media dal 15% (negozi indipendenti) al 20% (punti vendita affiliati in franchising).