Ridefiniti i criteri per l'assegnazione di contributi per la promozione e la tutela dell'agroalimentare italiano di qualità. Sono quelli contenuti nel decreto ministeriale del 22 dicembre 2010 (e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 21 gennaio scorso), che puntano a fornire chiare indicazioni per la presentazione delle richieste di contribuzione, garantendo allo stesso tempo trasparenza all’azione amministrativa.

Il decreto, denominato 'Determinazione dei criteri e delle modalità per la concessione di contributi, concernenti la valorizzazione delle caratteristiche di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, contraddistinti da riconoscimento Ue, ai sensi dei regolamenti nn. 509/06, 510/06, 1234/2007, 607/2009 e da riconoscimento nazionale, ai sensi del Decreto legislativo 8 aprile 2010 n. 61', sostiene e valorizza le attestazioni di specificità e i prodotti a Denominazione di origine, compresi i prodotti del comparto vitivinicolo.

Il dm nasce dall'esigenza di definire più dettagliatamente, rispetto al precedente dm 17157 del novembre 2009 che viene ora modificato e abrogato, i criteri di attribuzione dei contributi.

Le iniziative ammissibili a finanziamento sono suddivise in due tipologie.

La prima, definita 'a', contempla la valorizzazione dell’immagine e il miglioramento della qualità dei prodotti di riferimento. Vengono qui stanziati fondi per la partecipazione a fiere, convegni e manifestazioni da parte di consorzi di tutela (incaricati dal Mipaaf) o associazioni di consorzi e organismi di carattere associativo.

La seconda, indicata con la lettera 'b', si rivolge ad iniziative riguardanti la salvaguardia dell’immagine e la tutela, anche legale, sia in campo nazionale che internazionale.
Le richieste di contributo, da presentare al Ministero delle politiche agricole entro il primo marzo di ogni anno, devono riferirsi ad una delle due opzioni finanziabili. Ciascun soggetto potrà presentare, purché il prodotto ad indicazione geografica sia riconosciuto alla data di presentazione dai Regolamenti di cui sopra, una sola richiesta per categoria.

La valutazione delle richieste, ad opera di una Commissione appositamente designata, prevede un giudizio di idoneità, cui seguirà un esame comparativo tra tutte le richieste pervenute, effettuato sulla base dei criteri stabiliti nel Decreto.

Al termine di questa operazione, l'amministrazione delibera circa l'ammissione a contributo delle domande pervenute dandone comunicazione agli interessati. Le percentuali massime di contributo erogabili possono raggiungere la quota, piuttosto interessante, del 90% dell’importo ammesso a finanziamento.

Non essendo specificata l’entità del plafond finanziario a disposizione, le domande saranno ammesse nel limite degli stanziamenti di bilancio, in dipendenza del bilancio annuale dello Stato e dello stesso ministero.

In ogni caso, per ogni progetto finanziabile, sono fissati tetti massimi di 80mila euro per le richieste afferenti alla prima categoria (a) e 270mila euro per quelle appartenenti alla seconda categoria (b).
E', infine, possibile richiedere anticipazioni fino ad un massimo del 50% dell'importo totale ammesso a finanziamento.