“In Italia serve un olio extravergine di qualità”. Lo ha detto Elia Fiorillo, presidente dell’omonimo consorzio e dell’Unasco - Associazione organizzazioni produttori olivicoli, aprendo nella sede della stampa estera, un incontro dedicato all’attività dell’organismo, nato negli anni ‘90, al quale aderiscono Cno, Unasco, Aipo, Oliveti d’italia S.c.p.a, Monini Spa, Farchioni olii Spa, Nicola Pantaleo Spa. 

Secondo Fiorillo non basta né il made in Italy né l’origine in etichetta per dare il giusto valore alle produzioni di eccellenza 100% italiane "i cui prezzi sullo scaffale - ha fatto notare il direttore del Consorzio Mauro Meloni - sono superiori soltanto dell‘1,5%". La mission del Consorzio è dunque tutelare e garantire la qualità del prodotto quotidianamente perché, ha sottolineato Fiorillo “la qualità è come la libertà, non si conquista una volta per sempre”. 

“Siamo sempre di più 'condannati' come Italia a fare qualità, specialmente nell’olio extravergine di oliva. Ben venga allora un riconoscimento ufficiale per l’olio extravergine italiano di “alta qualità”, ha dichiarato il presidente dell’Agci-Agrital, Giampaolo Buonfiglio al termine della conferenza stampa organizzata dal Consorzio di garanzia dell’olio extra vergine di oliva di qualità. 

“Se è vero che con il nuovo regolamento sull’origine obbligatoria, ottenuto dal ministro Luca Zaia, non ci potrà essere più confusione sulla provenienza del prodotto – ha continuato Buonfiglioè anche vero che il regolamento da solo non basta a definire alti standard qualitativi, al di là delle Dop e Igp, per l’olio made in Italy”.