Numerosi i 'bonus' che vi sono contenuti, alcuni di interesse generale, come le ristrutturazioni o la cessione del credito, mentre altri coinvolgono da vicino il mondo agricolo. Fra questi ultimi il piano invasi per il risparmio dell'acqua a uso agricolo (articolo 49) e gli sgravi contributivi per i giovani sotto i 40 anni di età.
Il bonus verde
Novità di particolare interesse per il mondo vivaistico e per i professionisti del giardinaggio è il 'Bonus verde' contenuto nelle pieghe dell'articolo 3, dove si parla della detrazione del 36% (in dieci anni e per un importo non oltre 5mila euro) per la 'sistemazione a verde' di aree scoperte e giardini.Il regime speciale
Confermate poi le disposizioni in tema di Iva applicabili agli allevamenti di bovini e suini. Materia solo all'apparenza complessa, che si traduce in una sorta di 'piano carni' che va avanti dal 1972, quando fu introdotta con il Dpr 633 la possibilità per i produttori agricoli di adottare il 'regime speciale Iva'.In pratica vi si dice che anziché calcolare a bilancio l'Iva da versare all'erario (sottraendo gli importi fra Iva delle vendite e Iva sugli acquisti), si può optare per una compensazione forfettaria.
Ciò significa che l'Iva applicata sulle vendite non viene versata alle casse dello Stato, ma trattenuta dall'azienda come 'compensazione' dell'Iva pagata sugli acquisti.
Le aliquote
Quella che resta nelle disponibilità dell'azienda non è tutta l'Iva delle vendite, ma solo una percentuale, che nel caso dei bovini vivi è del 7,65% e del 7,95% per i suini vivi, aliquote in vigore per il 2017.Sino al 2016 queste percentuali erano più basse, rispettivamente il 7% e il 7,3%. L'aumento fu dettato dalla necessità di andare in soccorso degli allevamenti, alle prese con una lunga stagione di crisi dei mercati.
La conferma
Il timore che per il 2018 si tornasse a queste aliquote più basse è stato fugato dall'articolo 48 della legge di Bilancio ora in esame, che all'articolo 48 dice fra l'altro "le percentuali di compensazione applicabili agli animali vivi delle specie bovina e suina sono innalzate, per ciascuna delle annualità 2018, 2019 e 2020, rispettivamente in misura non superiore al 7,7% e all'8%".Ma si precisa che l'intervento non può comportare minori entrate superiori a 20 milioni di euro annui. Dunque è facile che in fase di attuazione si ripropongano le stesse aliquote già in vigore per il 2017.
Quantomeno è confermato che non è prevista una loro riduzione ai livelli precedenti. Aliquote poi confermate anche per gli anni successivi.
A chi conviene
Il 'regime speciale' non è tuttavia adatto a tutte le situazioni. Gli allevamenti di bovini da carne, in gran parte dediti all'ingrasso e al finissaggio di giovani animali importati, hanno uscite Iva rilevanti per gli acquisti e per loro può essere preferibile il regime Iva normale.Situazione analoga la troviamo nelle aziende nelle quali sono in programma importanti interventi di aggiornamento delle strutture. Anche in questo caso l'Iva pagata sugli acquisti potrebbe raggiungere importi rilevanti, rendendo conveniente optare per il regime ordinario.
Prima di decidere è meglio prendere la calcolatrice in mano e fare due conti.