Coldiretti Sardegna ieri, 3 novembre 2016, non ha partecipato agli incontri del gruppo ristretto per la costituzione dell'Organismo interprofessionale per la filiera ovina, convocato dall'assessore regionale all'Agricoltura Elisabetta Falchi.

Le motivazioni che hanno spinto l'organizzazione ad abbandonare il tavolo sono state inviate con una lettera ieri mattina al presidente della Giunta regionale della Sardegna Francesco Pigliaru.
"In questo momento sono altre le priorità. Ai pastori i trasformatori stanno proponendo, per l'annata che sta per cominciare, dei contratti (e qualcuno è stato anche già firmato) con dei prezzi di remunerazione del latte vergognosi e impronunciabili. Prezzi che squalificano chi li propone, perché ingiustificabili e di gran lunga al di sotto dei costi di produzione che, come sostiene il professor Giuseppe Pulina, si aggirano intorno ai 0,90 centesimi" scrivono nella lettera il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu e il direttore Luca Saba.
 
"Alla Regione - prosegue la missiva - non chiediamo, anche perché non ha i titoli, di imporre il prezzo del latte, ma un intervento autorevole e deciso che porti chiarezza in un comparto che ribadiamo essere opaco. I produttori non possono essere lasciati soli dalle istituzioni, in balia di una classe di trasformatori che nega le basi fondamentali di ogni rapporto, quali la chiarezza e la trasparenza.
La Regione deve esercitare il proprio ruolo, garantendo un confronto leale e paritario tra mondo della trasformazione e produzione".

 
Un ruolo, quello della Regione Sardegna, che secondo i vertici della Coldiretti: "E' mancato pesantemente nella stagione scorsa, quando sulla base di previsioni quantomeno fantomatiche, i trasformatori (in diverse occasioni pubbliche: convegni e interviste giornalistiche), parlavano di una sovrapproduzione di latte ovino di addirittura 100 milioni di litri rispetto ai 330 milioni dell'annata precedente".
Previsione poi rivelatasi falsa, ma che ha indotto il mercato ad anticipare il presunto futuro aumento dell'offerta, allentando la presa della domanda e offrendo prezzi più bassi per il Pecorino romano.
 
Proprio per questo, concludono la lettera i due dirigenti di Coldiretti Sardegna: "Riteniamo che la Regione non possa restare indifferente a quanto sta avvenendo in questi giorni, ma debba esercitare un ruolo da protagonista garantendo dignità a tutti gli anelli della filiera, senza discriminazioni".