E' tutto nuovo nella “casa degli allevatori” dell'Emilia Romagna. Nuova l'organizzazione su base regionale, nuovi e più ampi i servizi a disposizione degli allevatori, con un largo ricorso alle tecnologie informatiche. Il tutto all'insegna dell'efficienza e della compressione dei costi. Già, i costi. Se qualche anno fa il sistema allevatori guidato da Aia (Associazione italiana allevatori) poteva contare su un completo sostegno della pubblica amministrazione (in virtù del lavoro svolto sui Libri Genealogici), oggi quei sostegni si sono ridotti ad un terzo. Indispensabile allora chiudere le associazioni provinciali allevatori, accorpare tutto il lavoro in un'unica sede regionale, chiedendo al contempo un sacrificio agli allevatori (che in alcuni casi hanno visto aumentare le quote di adesione ai servizi) e un sacrificio ancor più grande agli addetti, che hanno sacrificato parte dei compensi. Lo hanno messo in evidenza i vertici della Associazione regionale allevatori dell'Emilia Romagna (Araer), nel presentare alla stampa i risultati ottenuti al termine del lungo e complesso lavoro di “ristrutturazione” del sistema regionale degli allevatori.

La risposta delle innovazioni
Molti i timori nella fase iniziale di questa difficile trasformazione. Ai primi posti quello di dover rivedere al ribasso i servizi offerti agli allevatori, compromettendo il lungo e ottimo lavoro di selezione che soprattutto nel settore del bovino da latte ha portato la genetica italiana a primeggiare in campo internazionale. Un pericolo scongiurato grazie all'arrivo della genomica, come si chiama la complessa materia che attraverso l'analisi del Dna degli animali consente di snellire il lavoro di selezione, sin qui basato sulle prove di progenie. Prove i cui risultati si facevano attendere per lungo tempo, implicavano costi elevati e non garantivano certezza del risultato finale. Oggi tutto ciò è superato grazie alla genomica. Altro grande aiuto è giunto dallo sviluppo dei sistemi informatici che consentono di mettere on line tutte le informazioni delle quali l'allevatore ha bisogno per tenere sotto controllo la sua stalla e per pianificare il suo progresso genetico. E' il caso di "Si@allEva",  il sistema del quale si avvale Araer. Strumenti che si affiancano alle molte innovazioni già introdotte nelle stalle, come la possibilità di utilizzare seme sessato o monitorare calori e parti, per non parlare dell'ingresso sempre più diffuso dei robot di mungitura e degli accorgimenti per controllare lo stato di salute degli animali.

Mercato avaro
Tutto bene, dunque? Sotto il profilo tecnico parrebbe di sì o quanto meno si può affermare di essere a buon punto. Ciò che preoccupa è invece la situazione economica degli allevamenti, sempre meno numerosi in Emilia Romagna (ma la stessa cosa accade in altre Regioni) e sempre più in affanno. Problemi con i quali si devono confrontare non solo gli allevamenti di bovini da latte, ma anche quelli da carne, di suini e del settore ovino (solo per i caprini si ha una crescita, seppure modesta). Nel complesso la zootecnia regionale ha perso nel corso del 2014 ben 50 milioni di euro di Plv rispetto all'anno precedente. Grave, è poi stato messo in rilievo durante l'incontro promosso da Araer, la situazione degli allevamenti di bovini di razza Romagnola, il cui numero è in costante diminuzione. Nel giro di dieci anni le aziende dove si alleva questa razza sono scese da 600 a poco più di 300.

Male anche i suini
Forte la trasformazione che stanno subendo gli allevamenti di suini, anche qui in forte contrazione, con la progressiva scomparsa degli allevamenti a ciclo chiuso (dove sono presenti i reparti di riproduzione e di ingrasso). Le motivazioni della riduzione del numero di capi suini (oggi sono scesi a poco più di un milione) sono le stesse da molti anni. Prezzi di mercato insoddisfacenti, forte concorrenza del prodotto estero, vincoli ambientali difficilmente superabili.

Progetto comunicazione
Contrastare questa tendenza alla contrazione del settore zootecnico non è cosa semplice, ma l'Araer vuole fare la sua parte mettendo a disposizione tutte le “armi” delle quali dispone, dalla selezione all'assistenza tecnica, e quando possibile anche strumenti “non convenzionali”, come le assicurazioni del bestiame contro le emergenze sanitarie. Fra questa la Blue Tongue che in Regione sta destando molte preoccupazioni e contro la quale si è alzata la voce di Araer nei confronti dell'amministrazione sanitaria affinché si attui al più presto una efficace campagna di controllo anche attraverso una campagna di vaccinazioni obbligatorie. Anche questa un'occasione che mette in rilievo quanto sia importante per il mondo degli allevamenti comunicare queste esigenze ed evidenziare i problemi emergenti. Come è altrettanto importante far conoscere i risultati che il mondo degli allevamenti è stato capace di raggiungere. Nasce con queste intenzioni la nuova pubblicazione curata da Araer (si chiama “EmiliaRomagnAlleva”), che ogni due mesi si propone di fornire informazioni su cosa si “muove” nelle stalle dell'Emilia Romagna.