“La nuova Pac salvaguardi forme di aiuto specifico per il settore zootecnico, che premino chi effettivamente produce, e favorisca la costituzione e il rafforzamento delle Organizzazioni di produttori affidandogli un ruolo primario nella commercializzazione e quindi per la salvaguardia del reddito degli allevatori”. 

E' quanto ha dichiarato Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative, in occasione del convegno “Il futuro della Pac Post 2013 e la produzione zootecnica”, organizzato a Padova da Fedagri in collaborazione con l’Organizzazione di produttori Azove.

“Gli interventi della prossima Pac - continua Gardini - dovrebbero tener conto delle peculiarità del comparto zootecnico, caratterizzato da forti squilibri tra domanda ed offerta, dall’aumento dei costi di produzione e degli oneri burocratici (si pensi all’attuazione delle norme per il rispetto della direttiva nitrati o per la riduzione di gas serra), oltre che dall’aumento dei prezzi delle materie prime per l'alimentazione dei bovini, come mais e altri seminativi”. 

“Per questo – conclude Gardini – auspichiamo che in sede di riforma comunitaria vengano introdotti nuovi strumenti di mercato, gestiti direttamente dalle Op, che potrebbero compensare l'eventuale perdita di valore dei diritti di pagamento unico aziendale al termine di un adeguato periodo transitorio che ci traghetti verso la Pac del futuro”.

Secondo i dati resi noti nel corso del convegno, in tutti i Paesi europei, Italia compresa, si registra una drastica diminuzione del patrimonio bovino, sceso del 12,65%. In Italia, in particolare, il trend delle macellazioni è in continua diminuzione, con un deficit pari al 50% nella produzione di carne.

Delle implicazioni derivanti dalla futura Pac per le imprese italiane del comparto zootecnico da carne ha parlato anche il presidente Commissione Agricoltura Parlamento europeo, Paolo De Casto che nel suo intervento ha dichiarato: “gli allevatori devono essere consapevoli che la riforma Pac non ci consentirà di mantenere livelli di aiuti diretti differenziati per settore. Per questo occorre trovare nuovi strumenti per salvaguardare le carni bovine, da ricercare attraverso i risparmi attivabili elevando i limiti minimi per accedere ai contributi oltre che da meccanismi nuovi simili all’attuale "articolo 68" che prevede premi specifici per alcune filiere".

Per rilanciare la zootecnia è emersa a conclusione dei lavori anche la necessità di ripensare anche una politica nazionale forte, che possa sostenere la competitività delle filiere e incentivare il settore della zootecnia attraverso misure finanziarie ad hoc.