E' possibile per i produttori italiani di latte essere competitivi in Europa? 

A questa domanda cercherà di rispondere l'annuale Congresso dei produttori latte europei, che si terrà per la prima volta in Italia, a Saluzzo in provincia di Cuneo, dal 23 al 25 giugno. 

L'incontro, al quale parteciperanno circa 300 allevatori provenienti da 15 Paesi dell'Unione europea e da 7 Paesi extraeuropei (tra cui Argentina, Australia, Ukraina), alternerà momenti di confronto sui dati produttivi ed economici con analisi di esperti a visite, in collaborazione con l'Apa di Cuneo, a sei aziende che rappresentano alcune tra le migliori realtà produttive provinciali e nazionali. 

Tra gli esperti interverranno Brigate Misonne, rappresentante della Commissione europea; Francesco Casula, direttore della Coop 3A Arborea; Gustavo Napoli di Cargill; Luca Arimatea del Consorzio del formaggio gorgonzola; Richard Doyle, presidente dell'International Dairy Federation, l'associazione mondiale delle industrie di trasformazione; Willem Koops del Dairy Board olandese;  Birthe Lassen dell'Istituto Von Thunen tedesco. 

L'Edf è un'organizzazione che ha come unico scopo lo scambio di informazioni tra produttori latte, non ha quindi fini politici o di lobby per le politiche nazionali o europee. Il Crpa è il referente scientifico italiano. 

Uno studio del Crpa di Reggio Emilia finanziato dalla provincia di Cuneo ha dimostrato che produrre latte nel cuneese è costato nel 2009 in media 41,59 euro/100 kg; il dato si riferisce a un campione di aziende con più di 100 capi e produzioni intorno ai 10.000 kg per vacca. Nello stesso anno i ricavi totali (prezzo del latte, ricavi carne e contributi comunitari) si sono attestati a 35,78 euro/100 kg.

Proprio il divario fra costi e ricavi è la chiave di lettura per capire come mai, dal 2000 al 2009, il numero di allevamenti in quella provincia si è ridotto di un terzo, passando da 3.600 a 1.300 circa.