Infatti, soprattutto in Piemonte e Friuli ma anche nelle altre regioni di Veneto e Lombardia, gli agricoltori hanno dovuto fare i conti con questo fungo “rosso” dal colore caratteristico della muffa che si sviluppa sulla spiga (vedi foto). Questo fungo porta due tipologie di danno all’agricoltore: in primo luogo perdita di produzione per ettaro, la granella colpita da tale patogeno oltre a pesare meno di quella sana viene anche scartata durante le operazioni di trebbiatura in campo. In secondo luogo, quando la granella arriva in essiccatoio e viene analizzata, viene penalizzata se eccede i limiti di legge per l’utilizzo umano oppure i limiti consigliati per l’alimentazione animale.
Oggi gli agricoltori hanno la possibilità di poter scegliere gli ibridi di mais in base alla tolleranza genetica nei confronti di questi funghi. La maggior parte degli operatori del settore si sono resi conto che esistono genotipi di mais particolarmente sensibili a questi patogeni, mentre altri risultano essere particolarmente “puliti”.
Anche in un anno difficile come il 2014, la genetica Kws si è dimostrata resistente a queste problematiche permettendo alla maggior parte degli agricoltori che hanno utilizzato mais Kws, di consegnare la granella senza problemi. Questo grazie alla coltivazione d’ibridi medio-tardivi tra i quali il Kerbanis, Korimbos, Kermess, Kobras e Klaxon, ma anche grazie ad un nuovo sistema di coltivare il mais che prevede l’utilizzo di ibridi precocissimi (Classe Fao 200) i quali hanno presentato valori, che ne hanno permesso l’utilizzo per l’alimentazione umana (Ronaldinio, Ricardinio e altri), caratteristica apprezzata dai molini in forte crisi con l’approvvigionamento di granella sana derivante da ibridi tardivi che erano stati seminati a tale scopo.
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Fonte: Kws Italia