“Abbiamo verificato l’impronta ambientale dei nostri processi e dei nostri prodotti, lungo tutto il loro ciclo di vita fino al consumatore finale e questo ci permette di avere una migliore consapevolezza delle nostre performance ambientali, analizzate secondo una metodologia armonizzata e condivisa a livello europeo”, spiega Franco Cavazza, direttore industriale di Ilsa.
Ilsa dal 1956 produce fertilizzanti e prodotti speciali a basso impatto ambientale e ha recentemente completato lo studio della propria impronta ambientale sia di organizzazione, ovvero la OEF, sia di prodotto, ovvero la PEF.
Questa analisi da` indicazioni su 16 categorie di impatto, come ad esempio i cambiamenti climatici, la riduzione della fascia di ozono, tossicità, eutrofizzazione delle acque, ecotossicità equivalente o utilizzo dei suoli. Lo studio e` stato redatto in collaborazione con ICA di Bergamo, società di ingegneria chimica per l’ambiente, e ha dato risultati incoraggianti, soprattutto se confrontati con i benchmark disponibili, anche se pochi, relativi ad altri prodotti storicamente presenti sul mercato. Ha evidenziato per la quasi totalità delle 16 categorie previste impatti di molto inferiori, a parità di unita` nutrizionali applicate al suolo.
L’azienda ha scelto di impegnarsi in questo studio in accordo con la Raccomandazione europea 2013/179/UE, relativa all'uso di metodologie armonizzate per misurare e comunicare le prestazioni ambientali delle organizzazioni e dei prodotti nel corso dell’intero loro ciclo di vita. Ora l’impresa ha in mano un robusto strumento di conoscenza delle proprie performance ambientali, dei punti di possibile miglioramento e riduzione del proprio impatto, cosi` come uno strumento di rafforzamento della propria “green reputation”.
Inoltre, i dati ottenuti, saranno messi a disposizione delle principali banche dati internazionali e resi disponibili per altre realtà dell’industria chimica ed alimentare, oltre a poter essere un valido strumento per studi OEF/ PEF di prodotti agricoli o altri fertilizzanti trattati o contenenti le matrici organiche di Ilsa. Lo studio e` stato eseguito considerando tutte le fasi di vita dei prodotti fino all’utilizzatore finale, ovvero fino alla applicazione del fertilizzante al suolo per mezzo delle normali pratiche agricole. Nel brevissimo termine, lo studio sarà completato valutando nel dettaglio l’impatto ambientale dei prodotti di Ilsa durante l’utilizzo in campo, anche attraverso specifici e mirati studi scientifici, gran parte dei quali già patrimonio e know how aziendale consolidato in oltre 50 anni di ricerca agronomica applicata.
Verranno fatte misurazioni dei principali impatti ambientali determinati dall’utilizzo agronomico delle proprie matrici organiche, soprattutto in termini di emissione/assorbimento di CO2 equivalente diretta ed indiretta, cioè derivante da vari fattori quali ad esempio l’attività respiratoria delle radici e dei microorganismi, le pratiche agricole utilizzate, la qualità dei suoli e le condizioni pedoclimatiche. Cosi` come in termini di emissioni gassose di azoto N2O e N2, generato ad esempio nei processi di nitrificazione/denitrificazione dell’azoto organico, ed in parte anche dalla possibile ossidazione delle forme di azoto ammoniacali.
Il controllo di questi aspetti, ottenibile massimizzando la sostanza organica fissata nei suoli, ovvero riducendo i fenomeni di dilavamento dell’azoto, avranno come risultato non solo la ulteriore riduzione dell’impronta ambientale dei prodotti, ma daranno un sicuro contributo nella direzione dell’efficienza agronomica e dell’agricoltura sostenibile, di cui il pianeta ha bisogno.
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Fonte: Ilsa