Le valutazioni dell’Efsa riguardavano gli usi autorizzati di una serie di prodotti fitosanitari contenenti thiamethoxam, clotianidina e imidacloprid nell’Unione europea. Lo studio Fera ha esaminato soltanto una coltura (colza) e due prodotti fitosanitari, uno a base di clotianidina, l’altro a base di imidacloprid, il cui uso è autorizzato nel Regno Unito. Inoltre i siti sperimentali sui quali è stato effettuato lo studio Fera e le zone circostanti rappresentano soltanto un piccolo campione delle condizioni agricole nel Regno Unito e non possono essere considerati rappresentativi delle condizioni caratteristiche di altre aree dell’Ue.
Lo studio Fera non ha considerato due importanti vie di esposizione: polvere e guttazione.
Nelle sue valutazioni l’Efsa ha tratto conclusioni per lo più per le api mellifere, non potendo fare altrettanto nel caso di altri impollinatori a causa delle lacune nei dati. Gli studi sul campo relativi ai bombi non possono essere usati per comprendere i rischi per le api mellifere e altri impollinatori, perché esistono significative differenze di specie.
Gli esperti dell’Efsa hanno evidenziato una serie di altre carenze nella relazione, tra cui:
• incoerenze e affermazioni contraddittorie per quanto concerne gli obiettivi dello studio;
• assenza di adeguate colonie di controllo. In particolare, le analisi dei residui nei pollini e nel nettare hanno dimostrato che il sito “di controllo” era stato contaminato da thiamethoxam;
• le condizioni ambientali nei tre siti scelti per i test erano varie, e ciò riduce la sensibilità dello studio nel rilevare gli effetti sulle colonie.
Inoltre l’Efsa mette in dubbio le modalità con cui Thompson et al. hanno elaborato e interpretato i risultati dello studio per trarre le proprie conclusioni.
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Fonte: Efsa