A causa dello sfruttamento intensivo del terreno e della difficoltà di attuare ampie rotazioni, una crittogama che crea non pochi problemi alla coltivazione di baby leaf, e non solo, risulta essere la Sclerotinia (Sclerotinia sclerotiorum (Lib.) Masee e S.minor Jagg.).

Lo sviluppo di tale patogeno è favorito dall'elevata umidità del suolo e da temperature comprese tra 10 e 20 °C. I sintomi si manifestano con avvizzimenti causati dalla marcescenza dei tessuti del colletto, il quale si distacca facilmente dall'apparato radicale che resta invece nel terreno. Le infezioni compaiono dapprima sotto forma di focolai, per poi propagarsi alla restante coltivazione. Dopo questo primo quadro sintomatologico, gli organi colpiti iniziano a ricoprirsi di una muffa biancastra cotonosa, nell'ambito della quale si differenziano i corpi scleroziali nerastri. Tali sclerozi, che permettono la conservazione del patogeno nel terreno anche per diversi anni, hanno diametro di oltre 3 mm nel caso di S. sclerotiorum e di circa 2 mm nel caso di S.minor.

La lotta contro tale parassita può essere attuata dal punto di vista agronomico con l'eliminazione dei residui colturali infetti (rimuovendo in tal modo gli organi di propagazione e conservazione del fungo), con l'attuazione di ampie rotazioni, riduzione della densità di semina e/o trapianto, semina e/o trapianto su prose (allo scopo di limitare i ristagni alla base delle piante), corretta gestione dell'irrigazione e, nel caso delle colture protette, con la gestione di parametri ambientali.

L'eliminazione dei residui colturali, soprattutto nel caso delle baby leaf, è spesso una pratica mal eseguita in quanto molti agricoltori ricorrono alla semplice trinciatura in serra dei residui, permettendo quindi agli sclerozi di propagare il patogeno. Meglio invece far ricorso all'ampia gamma di macchinari che oltre a trinciare aspirano i residui nel retrostante raccoglitore, che potrà essere svuotato all'esterno della zona coltivata.

Per quando concerne la gestione dell'irrigazione buona pratica sarebbe quella di ridurre i volumi e aumentare il numero di interventi (poco e spesso), onde evitare il ristagno dell'acqua al colletto della coltura. Inoltre, non è da sottovalutare la corretta manutenzione in serra dell'impianto di irrigazione. Non è raro, infatti, osservare zone con ristagni idrici causati da perdite delle tubazioni o da irrigatori mal funzionanti.

La lotta fisica può essere realizzata con la solarizzazione, pratica che, negli ultimi anni sta dando discreti risultati positivi. A volte l'attuazione di tale tecnica viene resa difficoltosa dalla richiesta di prodotto da parte di clienti esteri, anche durante i mesi estivi.

Dal punto di vista chimico oltre al ricorso a prodotti fumiganti (Metam sodio, Metam potassio, Dazomet) per la disinfezione del terreno, si potrà intervenire con i seguenti principi attivi: boscalid+pyraclostrobin, Coniothyrium minitans, dicloran (limitatamente alla rucola in quanto su lattuga il limite è molto basso), fenexamide, fludioxonil + cyprodinil, iprodione.

L'armonizzazione comunitaria dei residui rende meno onerosa la scelta del p.a. da poter utilizzare. Negli anni scorsi infatti, si doveva fare spesso la selezione a priori dei campi destinati ad un particolare cliente estero in quanto ad esempio, in alcuni dei paesi di destinazione il dicloran era assolutamente vietato.

 

L'articolo continua sotto la foto

Baby leaf da difendere

 

Altro patogeno che come la sclerotinia viene favorito dall'eccessiva umidità e da ristagni idrici è l'agente della maculatura batterica, Xanthomonas campestris pv. Campestris (Pammel)Dow. In Campania la prima segnalazione su rucola è del 2004 e risulta ben descritta in un articolo di Raio A. e Giorgini M. del 2005.

La sintomatologia è alquanto caratteristica, dapprima si evidenzia un ingiallimento del lembo fogliare della pagina superiore, accompagnato dalla comparsa di una maculatura nerastra nella pagina inferiore. Nei successivi stadi la maculatura nerastra tende a progredire lungo la nervatura principale causando la necrosi della quasi totalità della foglia. Spesso i sintomi possono interessare anche il fusticino con comparsa di aree necrotiche.

Tale patogeno si conserva e si diffonde principalmente attraverso il seme o può sopravvivere sui residui colturali infetti, dai quali poi si propaga con l'acqua di irrigazione. L'infezione può avvenire attraverso aperture naturali quali gli stomi oppure tramite ferite e, come detto in precedenza, il proseguo dell'infezione è favorito da un'elevata umidità e/o da bagnatura fogliare. Spesso l'attacco del patogeno e la sua successiva diffusione sono favoriti dalle pratiche messe in atto per avviare la rucola ai tagli successivi (rastrellatura, pareggiamento del taglio ecc.), accompagnate successivamente da una abbondante irrigazione.

La difesa può essere solo preventiva e basata sull'adozione di tecniche colturali atte ad evitare la prolungata bagnatura delle foglie e alla diminuzione del potenziale di inoculo, sia eliminando i residui colturali infetti sia eliminando eventuali crucifere spontanee. Eventualmente, dopo il taglio, si può far ricorso sempre in via preventiva a trattamenti con prodotti rameici i quali hanno un'azione batteriostatica.

 

L'articolo continua sotto la foto

Baby leaf da difendere

 

Malattia favorita da periodi caldi e asciutti è, invece, rappresentata dall'oidio.

La coltura che più facilmente viene attaccata è la bietola (Oidio della bietola, Erysiphe betae(Vanha) Weltz.).

Essa si manifesta con la comparsa di una massa miceliale biancastra e farinosa su entrambe le pagine fogliari. Nei primi stadi l'efflorescenza farinosa è a chiazze, ma con il progredire della malattia essa può ricoprire l'intera pagina fogliare e in caso di gravi attacchi può portare ad ingiallimento e disseccamento di buona parte delle foglie.

Nell'ambito della massa miceliale vengono prodotti i conidi, che a mezzo del vento diffondono la malattia, mentre alla fine dell'estate si differenziano i cleistoteci (corpuscoli sferoidali) che permettono la sopravvivenza del parassita.

La difesa può essere realizzata tramite una corretta gestione dell'arieggiamento dei tunnel e dei turni irrigui, oppure con trattamenti a base di zolfo.

 

A cura di Gennaro Coppola

Gennaro Coppola è socio di Antesia, l'Associazione Nazionale Tecnici Specialisti In Agricoltura

I soci di Antesia sono dottori agronomi e forestali, periti agrari, agrotenici, tecnologi alimentari che svolgono assistenza tecnica agronomica a centinaia di produttori agricoli e agroalimentari, svincolati dalla vendita di qualsivoglia prodotto materiale alle aziende agricole. Antesia contribuisce alla formazione dei soci ed al loro continuo aggiornamento, promuovendo il reciproco scambio di informazioni, conoscenze ed esperienze di campo. Se vuoi conoscere le iniziative di Antesia, vai su www.antesia.it. Se vuoi diventare socio di Antesia, vai su www.antesia.it.