Grazie alle bucce delle arance l'inverno è più caldo, pulito ed economico.
I ricercatori dell'Ism-Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati del Cnr, hanno presentato Refolo: una tecnologia per produrre combustibile da riscaldamento con gli scarti degli agrumi. Per il loro smaltimento le aziende del settore sono soggette a ingenti spese, poiché questi ‘rifiuti speciali non pericolosi' non trovano posto nella catena del compostaggio per problemi chimici.
Ogni anno, in Italia, si produce circa un milione di tonnellate di agrumi, di cui 300 mila conferiti in discarica. Ciò comporta un aumento dei costi della filiera e una riduzione dei margini di profitto per il comparto agricolo e manifatturiero. Per ridurre il problema è stata ideata una combinazione di tecnologie in grado di produrre 'biopellet' per riscaldamento dalla parte residua degli agrumi, cioè bucce e fibre.
Spiega Paolo Plescia dell'Ismn-Cnr, ideatore del sistema: "Attraverso un sistema di disidratazione spinta gli scarti vengono ridotti in polvere e, attraverso una compattazione a freddo, trasformati in combustibile sotto forma di pillole di 3 centimetri, che possono essere usate nelle stufe e negli impianti. I biopellet ottenuti hanno un potere calorifero dai 16 ai 20 MJ per kg, uguale o superiore a quello del legno, con una percentuale di cenere minore. E in più il profumo tipico delle arance".
Ma in teroia Refolo può produrre biopellet da qualsiasi scarto organico, a partire da biomasse (residui di cereali, viti) e dai derivati dell'industria alimentare.
Rispetto ai tradizionali sistemi di trattamento di rifiuti umidi, inoltre, riduce il consumo energetico per disidratare la materia prima. Non può invece essere impiegato per trattare i rifiuti urbani tal quali.

"L'obiettivo è passare dai risultati sperimentali, ottenuti sull'impianto dimostrativo messo a punto in collaborazione con una Pmi siciliana (Arcobaleno A Srl) - conclude il ricercatore - all'industrializzazione e alla verifica del mercato, attraverso una commercializzazione su piccola scala".