Domani, venerdì 4 luglio alle 8.45 nella Sala Rossa del Palazzo San Bernardino a Rossano (Cs) focus sui temi della sicurezza sul lavoro e della protezione ambientale con il convegno “La verifica funzionale e la regolazione della macchine irroratrici in Calabria”, organizzato dal Comune di Rossano, dalla Regione Calabria, dall'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (Arsac) e dall'Ordine provinciale dei dottori agronomi e forestali, con la partecipazione dell'Ente nazionale per la meccanizzazione agricola (Enama).

Aprono i lavori Italo Antonucci (direttore generale Arsac), Giuseppe Antoniotti (sindaco di Rossano) e Francesco Cufari (presidente dell'Ordine provinciale degli agronomi). Per l'occasione l'Enama è rappresentato dal direttore, Sandro Liberatori, e da Roberto Limongelli, che interverranno – rispettivamente – sul ruolo dell'Ente in materia di coordinamento nazionale delle attività di controllo e sulla classificazione delle tipologie di attrezzature da sottoporre ai controlli funzionali nei Centri prova autorizzati.

Il Piano d'azione nazionale (Pan) per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari nasce dalla direttiva europea 128 del 2009 ed è finalizzato tra l'altro a contenere l'impiego di tali prodotti e, di conseguenza, a ridurne al minimo l'impatto sia sull'ambiente sia sulla salute umana. Tra gli interventi previsti dal Pan, il controllo funzionale sulle attrezzature (ogni cinque anni fino al 2020, poi ogni tre), che vede Enama come struttura di supporto tecnico al Mipaaf e alle regioni e province autonome - l'Ente si occupa anche dell'aggiornamento delle procedure di controllo, della raccolta dei dati provenienti dai centri di controllo e della formazione dei tecnici addetti a tali verifiche e dei loro formatori -, occupa un ruolo di primo piano. Infatti, con il controllo funzionale da un lato viene “certificato” il funzionamento ottimale delle attrezzature destinate ai trattamenti fitosanitari, dall'altro possono essere corrette eventuali anomalie che compromettono l'efficienza di tali trattamenti, rendendoli dannosi per l'ambiente e per la salute dell'operatore, ma anche economicamente onerosi per l'impresa agricola.

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