Il Programma di sviluppo rurale Sicilia 2014-2020 forse segna il passo proprio su quella che doveva essere la sfida più importante, quella del ricambio generazionale nelle aziende agricole. A sollevare il caso è Coldiretti Sicilia: perché quella che segue è sicuramente la storia di una procedura molto macchinosa, e dagli esiti incerti.

Il 21 agosto 2019 la Regione Siciliana annuncia di aver assegnato 260 milioni di euro ai giovani agricoltori sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020. Secondo l’ente con il pacchetto di quattro misure 4.1 per gli investimenti, 6.1 per il premio del primo insediamento dei giovani imprenditori agricoli, 6.4 A per finanziare i progetti di agriturismo e 8 per la forestazione - vengono finanziati i progetti di insediamento per 1.625 giovani con meno di quarant'anni.

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, nel commentare la notizia annuncia anche in arrivo per ottobre “un piano globale di rilanciodelle imprese agricole siciliane. I progetti finanziati spaziano tra i diversi comparti dell'agricoltura: agrumicolo, orticolo, olivicolo, frutticolo, leguminose, piante officinali alla frutta secca, zootecnia da carne e lattiero caseario. E ancora diversificazione delle attività aziendali, come agriturismo e accoglienza nelle aree rurali, oltre che realizzazione di boschi produttivi che contribuiscono al miglioramento ambientale, paesaggistico e alla riduzione delle emissioni di gas serra.

I progetti sono distribuiti in tutte le nove province siciliane: 84 ad Agrigento; 84 a Caltanissetta; 141 a Catania; 180 a Enna; 140 a Messina; 233 a Palermo; 43 a Ragusa; 44 a Siracusa; e 51 a Trapani. L’assessore all’agricoltura, Edy Bandiera, specifica che “Sono in corso di emissione i decreti di finanziamento.”

Ma il 17 Settembre scorso, Coldiretti Sicilia in una nota afferma: “Dal 29 maggio 2017 ad oggi 1.625 giovani imprenditori aspettano di insediarsi e si rischia di perdere le somme previste dal Programma di sviluppo rurale”. Secondo l’organizzazione agricola gli ultimi 30 mesi sono “Passati tra bandi, graduatorie pubblicate e ripubblicate, rettifiche e istruttorie riaperte”.

E ancora, secondo la nota: "Per scongiurare la restituzione degli aiuti a causa dei ritardi e gli errori dell’amministrazione regionale, di recente sono state avviate procedure inusuali che coinvolgono le ditte che hanno partecipato ai bandi per il finanziamento responsabilizzando così gli agricoltori e affrancando la burocrazia”.

“Di fronte a questo sistema non possiamo rimanere indifferenti – commenta Francesco Ferreri, presidente Coldiretti Sicilia – che sottolinea come su questo e su molte altre vertenze in tutta l’Isola c’è una profonda preoccupazione e una forte insoddisfazione perché le inefficienze non possono essere sempre pagate dagli imprenditori”.

Ma cosa è successo in realtà? Giuseppe Marsolo, vicedirettore Coldiretti Palermo e tecnico che segue il Psr Sicilia, spiega: “Intanto, tutti i giovani sono stati costretti ad insediarsi entro il 20 settembre, senza che ci sia stata una vera istruttoria delle pratiche ammesse, se tutto va bene verranno emessi i decreti della misura 6.1 e successivamente, dopo aver dimostrato la cantierabilità, anche i vari decreti di finanziamento per le misure collegate, ma i soldi per le singole misure sono pochi, con il rischio per altro di trovare una parte almeno del progetto d’impresa complessivo non finanziato.”

Secondo Coldiretti solo per i primi 150 progetti ammissibili vi è certezza della finanziabilità per tutte le misure collegate, mentre per i successivi non ci sono più i soldi per l’agriturismo: "Per cui se vogliono il premio di primo insediamento devono realizzare e rendicontare le misure collegate a spese proprie" spiega Marsolo.
Inoltre le ditte cedenti rischiano di perdere alcuni benefici quali Ocm vino e indennità compensativa per impegni presi e non mantenuti a causa della repentinità del subentro in azienda.