Si chiama Oxyless ed è un esame rapido ed economico che permetterà di determinare l'ossidabilità specifica di ogni lotto di vino, bianco, rosso o rosato, in più fasi della sua lavorazione.
Il progetto innovativo rientra nell'ambito del Pif partito a febbraio e che durerà per due anni, che vede come capofila la Cantina sociale Colli Fiorentini in collaborazione con Isvea e Vinidea.

Un innovativo test di ossidabilità del vino per ottenere nuovi prodotti, come vini frizzanti o spumanti, bianchi o rosati, da uve Sangiovese. Ma anche per individuare le buone pratiche di cantina e produrre vini con sistemi più sostenibili da un punto di vista ambientale.

"Il nuovo test, rapido ed economico - spiega il presidente della Cantina, Ritano Baragli - può servire a monitorare ogni massa di vino durante il processo e dare indicazioni su quali delle sue componenti siano responsabili della sensibilità all'ossidazione".

"E' un importante strumento decisionale a disposizione dell'enologo - continua Baragli - ma anche un potente mezzo per lo studio degli effetti delle diverse pratiche viticole ed enologiche sull'ossidabilità di un vino. L'obiettivo è ottenere uno schema di produzione sostenibile di vino spumante da uve sangiovese a bassa ossidabilità naturale. Il test può anche essere utilizzato per il vino rosso fermo".

La presentazione del progetto ai tecnici del settore è stata fatta a Enoforum 2019, il maggiore congresso europeo del mondo del vino che ha visto la partecipazione di 1.200 congressisti tra ricercatori, fornitori di servizi e tecnologie, enologi, agronomi viticoli e produttori di vino.

Il progetto Oxyless nasce con l'obiettivo di promuovere l'innovazione come strumento per il mantenimento e lo sviluppo dell'economia rurale e contribuire alla stabilizzazione del reddito degli agricoltori viticoltori negli anni.

Il test permette di assecondare la tendenza mondiale dei gusti dei consumatori che vira verso vini frizzanti e spumanti. Un aspetto in linea con alcune caratteristiche del Sangiovese. Infatti, a causa del clima particolarmente caldo, in certe annate si rileva un disaccoppiamento tra maturità tecnologia e fenolica.

Sempre più spesso si raggiunge l'equilibrio tra zuccheri e acidità settimane prima di quando giunga a maturazione piena la componente tannica. Di conseguenza accade con sempre maggiore frequenza di avere a disposizione quote di uve Sangiovese idonee alla produzione di spumante e di rosati. Il principale rischio tecnologico di un tale prodotto è proprio l'ossidazione.

Inoltre, la nuova procedura consente anche di assicurare un allungamento della vita commerciale del prodotto per garantire la qualità del vino anche dopo lunghi viaggi e per farlo arrivare a destinazione nelle migliori condizioni possibili.

Per maggiori informazioni sul progetto si rimanda alla pagina ufficiale.