Crescono le adesione al bando veneto in ottica sostenibilità ambientale, che garantisce un sostegno economico a chi promuove tecniche agricole per il risparmio idrico e a basso impatto ambientale.
In Lombardia invece si alzano le critiche verso l'Ue per il nuovo regolamento (con il voto contrario degli europarlamentari italiani) sul biologico e l'etichettatura d'origine. 


Veneto

Psr, 15 milioni per risparmio idrico e fertilizzanti
Grande successo per il bando Psr pubblicato dal Veneto dedicato all'ottimizzazione ambientale, volto a promuovere e sostenere imprese e tecniche agricole, che investono in colture a risparmio idrico e a basso impatto ambientale.

Il bando, partito il 26 marzo e in scadenza il prossimo 15 maggio, stanzia 15 milioni di euro, con una ricaduta positiva per circa 6 mila ettari di terreno.

"Il Veneto ha compiuto uno sforzo importante per assicurare il sostegno alle pratiche di ottimizzazione ambientale - sottolinea l'assessore all'Agricoltura regionale Giuseppe Pan - nel ciclo di programmazione 2014 - 2020 questa misura è volta a sostenere l'agricoltura innovativa, a basso impatto idrico e ambientale, in linea con le sfide poste dai cambiamenti climatici e dall'ecosostenibilità. Abbiamo fortemente voluto ritagliare nella programmazione dei fondi pubblici del Psr veneto un capitolo specifico per sostenere le buone pratiche in fatto di ottimizzazione dell'acqua e del suolo, con un'operazione di riprogrammazione finanziaria dei bandi non facile. Il successo che questa misura sta riscontrando dimostra che l'agricoltura veneta sta investendo con lungimiranza su futuro e competitività".  


Lombardia

Etichettatura e biologico, critiche verso le decisioni Ue
Fabio Rolfi, assessore regionale all'Agricoltura, si schiera contro la decisione Ue in merito alla nuova regolamentazione su produzione ed etichettatura dei prodotti biologici.

"L'Unione Europea ha dichiarato guerra all'agroalimentare lombardo e italiano – sottolinea l'assessore lombardo – dando il via libera nel mercato europeo ad alimenti certificati come biologici,ma che di fatto non lo sono, oltre a cancellare in sede tecnica con un colpo di spugna i decreti sull'etichetta d'origine. Gli europarlamentari italiani hanno votato tutti contro il nuovo regolamento".

"E' necessario arrivare all'istituzione di un 'marchio biologico italiano' che deve essere priorità del prossimo governo – conclude Rolfi – la Lombardia c'è ed è pronta a fare da capofila. Le regole sull'agricoltura biologica italiana rendono i nostri prodotti un'eccellenza senza eguali e sull'altro fronte non possiamo permettere la diffusione di cibi falsi che costano all'economia italiana 70 miliardi di euro ogni anno".