Siamo il Paese delle eccellenze agroalimentari, dicono. Siamo la patria del cibo e del gusto, dicono.
Peccato che l'Italia continui a stallare molto lontana dai vertici europei e mondiali quanto a sicurezza alimentare. Un concetto che pare sfuggire a quei molti, troppi, che danno la disponibilità di cibo come un prerequisito e s'illudono che la competitività economica delle produzioni agricole e del sistema Paese sia un retaggio del passato.

Il Belpaese si piazza infatti soltanto al 15° posto in Europa quanto a sicurezza alimentare, mentre si attesta addirittura al 22° posto nella classifica mondiale su un totale di 113 Paesi.
Pur guadagnando una posizione rispetto al 2015, l'Italia permane quindi al di fuori delle prime venti posizioni dell'indice di sicurezza alimentare della Economist Intelligence Unit, sponsorizzata da DuPont per la raccolta e l'elaborazione dei dati globali.
Inflazione, corruzione e carenza di adeguate infrastrutture sarebbero le cause principali dell'affanno italico.
 
Deo gratias, secondo il report 2016 si può concludere che globalmente la sicurezza alimentare è migliorata, anche se le sfide permangono. L'Index viene aggiornato periodicamente e prende in esame accessibilità, disponibilità, qualità & sicurezza del cibo in 113 Paesi.
L'incremento rispetto allo scorso anno è dovuto ad un aumento dei redditi, alla diminuzione dei prezzi dei prodotti alimentari e a un generale miglioramento dell'economia globale.
Non a caso, anche il numero degli affamati cronici sta progressivamente calando e oggi si attesta sotto al 10%. Prima volta nella storia umana.
 
Per quanto riguarda l'Europa, nel vecchio continente in generale si registra per la prima volta dal 2012 un miglioramento complessivo della sicurezza alimentare, in particolare pare godere di un buon periodo l'Europa occidentale ha aumentato il punteggio di 1.0, seguita da Bielorussia, Russia e Ucraina con un +0.9, e +0.7 per l'Europa centrale.
I fattori che hanno determinato tali risultati sono una crescita del Pil dell'1,4%, rese dei raccolti più favorevoli e prezzi alimentari più bassi dovuti ad una flessione dei prezzi del petrolio.

Maurizio Solaro, country leader DuPont Italiana, illustra i dati relativi al'Italia: "Nonostante l'Italia possa vantare notevoli punti di forza, confermando il massimo del punteggio per fattori come la proporzione di popolazione al di sotto della soglia di povertà, programmi per la sicurezza alimentare, accesso al credito per gli agricoltori, standard nutrizionali, sicurezza alimentare e sprechi alimentari, permangono diverse criticità. Mentre rileviamo un incremento di 2.1 nella categoria disponibilità, ed una posizione invariata per qualità & sicurezza, una leggera flessione di 0.1 riguarda l’'accessibilità, ovvero la capacità di una popolazione di acquistare il cibo e i costi che è in grado di sostenere sia quando le forniture sono stabili, sia in tempi di scarsità. Tale flessione è strettamente legata al Pil pro capite, che pone l'Italia al di sotto della media mondiale con un punteggio di 24.9".
 
La capacità di assorbimento urbano dell'Italia è il dato maggiormente aumentato rispetto al 2015, con un +22.1, anche se nella classifica mondiale rimane al di sotto della media.
Questo fattore confronta il tasso di crescita reale del Pil di un Paese con il tasso di crescita della sua popolazione urbana e ne indica la capacità di sfamare la popolazione in un contesto di urbanizzazione. Nel 2016, grazie ad un aumento dei redditi e al rallentamento dei flussi verso le città, la capacità di assorbimento urbano è aumentata in 108 Paesi su 113.
 
"L'Italia risente da 15 anni dell'aumento costante dell'inflazione, oltre alla corruzione e alla carenza di adeguate infrastrutture portuali; tante sono ancora le sfide che deve continuare ad affrontare e risolvere, trasformando le proprie debolezze in opportunità di miglioramento. Le previsioni indicano che il 2016 sarà ancora caratterizzato da una grande volatilità economica, pertanto è auspicabile che governi, istituzioni, settore pubblico e privato collaborino insieme per dare la giusta priorità a investimenti e misure relative al miglioramento globale della sicurezza alimentare", conclude Solaro.
 
Si attende ora il prossimo indice, sperando che l'Italia si sia decisa a imboccare una qualche rimonta.
Viste le più recenti inclinazioni agricole della politica e dell'associazionismo italiano, però, si teme che quella strada in salita possa trasformarsi in una china in discesa.