Il ministro delle Politiche agricole e forestali Maurizio Martina è intervenuto in “Campo Libero”, lo spazio che ha su Rtl 102.5 ogni giovedì mattina all’interno di “Non Stop News”. Di seguito l'intervista.

Ministro, - 99 giorni, siamo alla volata verso l’avvio di Expo, è necessario fare il punto.
"Io dico intanto Expo ce la facciamo, Expo opportunità. Comunque anche a chi può avere dei dubbi la mia proposta è: credeteci, provateci, lavoriamoci insieme. Io penso che si capirà anche dalle prossime settimane quanto è importante per noi questa occasione: sei lunghi mesi di discussione, dialogo col mondo, oltre 146 Paesi partecipanti, e soprattutto grandi questioni da affrontare. Ieri abbiamo presentato questa iniziativa che faremo il 7 febbraio a Milano sull’Expo delle idee, i grandi contenuti dell’Esposizione universale. Sono contento di raccontare anche a voi che avremo un contributo straordinario, un videomessaggio di Papa Francesco che ci aiuterà a capire meglio quali sono le grandi discriminanti, la questione che abbiamo messo al centro, il tema della nutrizione, la grande questione alimentare globale. Io credo che si capirà bene nelle prossime settimane quanta forza c’è in questa esposizione".

Titolone su Repubblica stamattina: “Allarme Expo, peggio del G8 di Genova”. Che effetto le fa leggere queste cose?
"Nessuno sottovaluta i potenziali rischi, ma io sono assolutamente convinto che gli operatori della sicurezza, chi sta lavorando da tempo al piano sicurezza di Expo ha tutti gli elementi per mettere tranquillamente in serenità anche questo fronte. Non va sottovalutato e vi bisogna prestare la massima attenzione, ma abbiamo tutti gli strumenti per costruire bene un’operazione che sia sicura e che si concentri veramente sull’opportunità enorme che abbiamo. Noi non abbiamo mai sottovalutato questa questione, la Prefettura di Milano in primis e con lei gli organi di sicurezza, hanno sempre lavorato al massimo e sono certo che si farà anche nei prossimi mesi, soprattutto durante i sei mesi di Expo".

Sei mesi è un periodo lungo, a differenza di tanti altri eventi e manifestazioni che si bruciano in due settimane. Significa far squadra per sei mesi, e sempre oggi si parla sui quotidiani del grande avvio: sarebbe in programma una Turandot alla Scala, a Milano, il 1 maggio, per festeggiare l’inizio di Expo. Ci sono delle polemiche con chi dice che il primo maggio non si lavora, però se ci riempiamo la bocca di far squadra e poi basta il primo maggio, che è anche il giorno di avvio di Expo, per non trovarci tutti dalla stessa parte forse c’è qualcuno che non ha capito il senso dell’opportunità…
"La riflessione ci sta tutta e io l’appello che voglio fare a tutti è di dare una mano. Parla un Ministero, un Governo, che rispetto ad Expo non ha mai polemizzato e ha sempre cercato di trovare soluzioni ai problemi aperti. Lo abbiamo fatto nelle situazioni più delicate, anche quando ci furono passaggi sul tema della legalità e trasparenza, abbiamo affrontato i nodi profondi di quella vicenda e ne siamo usciti più forti, in particolare grazie all’aiuto dell’Anac e del dottor Cantone e abbiamo dimostrato che si può costruire anche da questo punto di vista un livello più avanzo di trasparenza, di legalità, di controllo, di sicurezza, non abbiamo mai polemizzato. Vorrei che tutti facessimo così, che ciascuno di noi rinunciasse magari a un pezzo delle proprie prerogative per un progetto veramente condiviso e unitario. Non sono parole di circostanza, non credo sia impossibile, basta volerlo, lo dico a tutti. Spesso anche a livello territoriale abbiamo visto discussioni che non sono all’altezza della grande questione di Expo, penso che invece noi dobbiamo preservare questa originalità dell’occasione che abbiamo in casa. La cosa incredibile è che quando si gira per il mondo e si racconta l’Italia che si prepara all’Expo, si scopre l’attenzione che c’è su di noi. Tra due giorni, con il ministro Franceschini, presenteremo il calendario degli eventi culturali che si svilupperanno in tutta Italia durante quei sei mesi, si capirà anche da quel passaggio che noi abbiamo per le mani una grande occasione nazionale. E io ho deciso veramente, con tutti i miei colleghi, di viverla così e di proporre quindi sempre, in ogni giorno, dei progetti che aprano spazi, che diano positività a questo progetto. Perché se ciascuno di noi non fa così, poi non assolviamo a questa responsabilità generale, e io penso che il governo da questo punto di vista stia dimostrando che può avere un passo nuovo".

Un nostro ascoltatore napoletano ci dice che non sa nemmeno se rientreranno tutti i soldi di Expo, ma intanto la sua ragazza grazie ad Expo ha trovato lavoro. Non significa niente, è solo un piccolo caso ma è significativo.
"Però vale tanto. Qualcuno ci critica e dice “non ci sono effetti, chi lavora?” non è vero, perché poi c’è una dimensione pratica non banale per le persone. L’80% dei lavori che si stanno facendo sono fatti da imprese italiane. È poco? Non credo, domandate a quelle imprese. Senza Expo sarebbero più fragili. Non voglio parlare di un Expo risolutore di problemi, ma nemmeno creatore".

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