Lo rende noto il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Luca Sani.
La norma che nel 2013 ha impedito alle imprese agricole di fare questa scelta, era stata introdotta dalla precedente legge di stabilità al fine di rendere neutra sul piano fiscale la scelta della forma giuridica di esercizio dell'impresa, con l’obiettivo di dotare il settore agricolo di aziende più strutturate per affrontare le sfide della crescita e dell'internazionalizzazione.
"Tuttavia – aggiunge l’on Sani - la cancellazione del regime fiscale agevolato per le imprese già costituite, che avevano esercitato l'opzione prima del 2013, ancorché prorogata per gli anni 2013 e 2014, ha creato evidenti difficoltà a quelle imprese che avevano costruito i loro piani di investimento sulla base di business plan di medio e lungo periodo (15-20anni). Come nel caso della produzione in ambito agricolo di energie rinnovabili, che si sono trovate costrette a riformulare con banche e istituti finanziari le loro forme di finanziamento, con evidenti aggravi di costi e possibili casi di default".
Il ritorno alla situazione quo ante "restituisce la titolarità della scelta sulla forma giuridica - conclude Sani - e sulla redazione dei bilanci ai titolari delle imprese agricole, evitando imposizioni".
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