Il punto della situazione
Dopo una lunga e pesante anomalia positiva delle temperature, un’incursione fredda ha bruscamente portato il primo vero assaggio invernale, con abbondanti nevicate sulle regioni adriatiche e temperature sensibilmente inferiori alla norma.
Spessore del manto nevoso davvero notevole sui settori orientali italiani, in particolare sull’Abruzzo, vero epicentro del maltempo, con accumuli fino a 2 metri sulla Majella (poco sopra i 1000 metri di quota). Coltre oltre al metro anche sui rilievi appenninici tra la Romagna e la Puglia, ove gli accumuli si mostrano considerevoli già dalle prime quote montane (sopra i 600 metri) e oltre 20-30 cm sulle prime colline.
Imbiancati inoltre alcuni tratti di litorale tra ascolano, teramano e pescarese, mentre temporali nevosi hanno interessato in generale le Marche.
Temperature inferiori alla norma
Il nucleo gelido giunto dall'Artico russo, dopo aver attraversato l'Europa orientale e balcanica, si è gettato nel cuore del Mediterraneo creando tutti i presupposti per il primo assaggio invernale della stagione. Niente di eccezionale per il periodo, ma si tratta comunque di temperature inferiori alle medie trentennali. Sostanzialmente nell’ordine dei 5 – 6 gradi alle quote montane, porteranno in ogni caso i primi fiocchi sui rilievi più bassi.
Vivaci sbalzi termici
Negli ultimi anni l’areale europeo è stato spesso sottoposto a repentini sbalzi termici. Ed ecco che, anche quest’anno, dopo il caldo di ottobre, novembre ha riservato l’asso nella manica. Climaticamente non sono condizioni che possono durare per un lungo periodo: entro le prossime 48 ore, infatti, si avrà un ritorno su valori termici più consoni, localmente anche con qualche grado in più.
Anticiclone oceanico
Più comunemente conosciuto come l’alta pressione delle Azzorre, ha ripreso il comando del quadro meteorologico europeo posizionandosi sui settori occidentali del continente. L’attuale dislocazione sembra avere le giuste basi per una più lunga permanenza in tale sede, tant'è che nel breve riuscirà ad innescare un secondo richiamo d'aria fredda che si getterà a capofitto sull’Europa Centrale e quindi nel Mediterraneo.
Data la condizione dei mari ancora piuttosto caldi, torna il richio dei fenomeni violenti. Le ultime emissioni modellistiche vedono le regioni meridionali come fulcro chiave dell’irruzione, non escludendo per di più lo sviluppo di pericolose strutture cicloniche mediterranee. L'attuale ondata di gelo ha certamente abbassato i livelli di energia delle acque mediterranee, ma forse non fino al punto di scongiurare situazioni perturbate a tratti intense e localmente estreme.
Situazione pericolosa
Vi saranno quindi fenomeni intensi, ma la speranza tra gli esperti è che il movimento dell'area ciclonica sia più rapido del previsto, tale da transitare rapidamente sul nord Africa, limitando lo sviluppo di strutture autorigeneranti statiche, foriere di quelle precipitazioni a carattere di nubifragio. Non è comunque esclusa l’ipotesi di un’evoluzione più lenta del sistema a ridosso delle due Isole Maggiori, innescando pericolose situazioni di elevata criticità.
Gelide interferenze per dicembre
Dalle attuali proiezioni emerge una prima frantumazione del vortice polare, situazione ideale per colate gelide sulle medie latitudini. Una nuova elevazione dell’anticiclone delle Azzorre, previsto nei i primi giorni del nuovo mese, incentiverà una spinta verso sud di una seconda consistente ondata di freddo, con la miglior resa nel territorio italiano per il ponte dell'Immacolata.
La suddetta evoluzione aprirebbe la strada ad una profonda crisi dell’assetto barico, condizionando il medio termine con elementi di chiaro stampo invernale. Freddo e neve riusciranno a raggiungere anche le basse quote su tante Regioni d'Italia, questa volta anche del versante tirrenico.