L'agricoltura vuole essere riconosciuta per ciò che dà e per quanto sta dimostrando di valere anche in questi tempi di crisi e la salvaguardia del territorio deve costituire uno dei pilastri di uno sviluppo sostenibile. Ciò che è successo a causa del maltempo in Puglia, Basilicata, Marche e non solo non è da Paese civile. Occorre mettere mano alla prevenzione, riconoscendo il ruolo basilare degli agricoltori quali sentinelle del territorio. Troppo suolo è stato eroso, sopratutto a causa di una cementificazione selvaggia. Difendere il territorio vuol dire anche renderlo produttivo e permettere all'agricoltura di crescere”. Il presidente di Copagri, Franco Verrascina, è intervenuto così al seminario annuale di Agriventure sul tema “La salvaguardia dei terreni produttivi italiani veicolo della nuova politica agricola e motore di rinnovamento economico”.

Non esiste agroalimentare senza agricoltura – ha detto Verrascina - un settore quello agricolo che, in controtendenza rispetto agli altri comparti economici e in piena crisi, fa registrare un +0,7% di occupati e un +7% in un export che si avvia verso il record di 35 miliardi di fatturato annuo. Se a ciò aggiungiamo gli 10 miliardi dei grandi marchi svenduti e sopratutto i 60 miliardi sottratti dall'italian sounding capiamo il valore dell'intero sistema agroalimentare italiano. Il sistema creditizio – ha aggiunto Verrascina - può scommettere sul settore, finanziando sulla base dei progetti e non su garanzie anacronistiche. Occorre un nuovo credito agrario”.

Verrascina ha chiuso sull'Expo 2015, affermando che “deve essere l'occasione per consolidare e sviluppare l'internazionalizzazione delle imprese agricole. Imprese che producono qualità e che devono orientarsi anche sulla quantità con l'obiettivo di competere nel mercato globale in vista del forte aumento della domanda internazionale”.