"E' necessario avviare subito le procedure per la dichiarazione dello stato di calamità nelle campagne dove decine di migliaia di ettari di terreno agricolo sono finiti sott’acqua insieme a case rurali e stalle, con perdite di ortaggi, verdure, vivai, serre mentre si temono danni alle piante da frutto come gli agrumeti e ci sono preoccupazioni per le semine primaverili". E' quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti che segnala frane e smottamenti nei campi e sulle strade che potrebbero far salire il conto dei danni nelle campagne a cento milioni di euro.

Rischio isolamento per le aziende agricole con possibili difficoltà nelle stalle per l’alimentazione degli animali negli allevamenti in Emilia Romagna, ma la situazione è grave nelle Marche dove in provincia di Ancona si registrano gravi danni nell’Osimano con aziende sott’acqua e campi di verdure devastati, mentre lungo la Vallesina la pioggia ha spazzato via le semine appena effettuate di barbabietola da zucchero.
Un vero bollettino di guerra la situazione in Puglia dove la Coldiretti ha chiesto la declaratoria di stato di calamità naturale. Colpite tutte le province pugliesi, anche se i danni più consistenti si registrano a Taranto e Foggia. Ortaggi e vigneti allagati anche nelle restanti aree della provincia.

In Calabria la situazione è critica per gli ortaggi e per gli agrumeti, ma sono stati provocati danni anche a colture pregiate come ad esempio la cipolla Rossa di Tropea ad Indicazione Geografica Protetta (IGP).  Disastrosa - continua la Coldiretti - la situazione della Basilicata nel Metapontino.

In Abruzzo nella provincia di Teramo dove sono andati sott’acqua centinaia di ettari di terreno per effetto delle piogge che hanno reso inaccessibili strade poderali e, oltre ai danni diretti alle coltivazioni, hanno determinato smottamenti che hanno stravolto la conformazione dei terreni agricoli.

In Italia - precisa la Coldiretti - ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità.

"Pesanti conseguenze per le colture, con danni che superano i 200 milioni di euro". E' quanto fa sapere la Cia - Confederazione italiana agricoltori che, attraverso un primo monitoraggio sull’intero territorio nazionale, segnala la devastazione di moltissime colture orticole a cielo aperto. A rischio frutta primaverile ed estiva.
Secondo i primi rilievi della Cia, risultano gravemente danneggiate, a causa delle violente piogge e del vento, diverse strutture agricole, in particolare serre orticole e florovivaistiche. Stesso discorso per le stalle e per le cascine destinate al rimessaggio di foraggio e di attrezzature.
La Cia, che ha già istituito unità di crisi in molte province, ha sollecitato la delimitazione delle zone colpite al fine di richiedere in tempi rapidi lo stato di calamità naturale.
Questi nuovi danni - afferma la Confederazione - rendono ancora più difficile lo scenario della nostra agricoltura, che già attraversa una fase di grande incertezza con una persistente crisi.

 “Le nostre aziende - avverte Confagricoltura - segnalano allagamenti, danni alle strutture ed alle piante arboree, perdite di raccolti (soprattutto orticoli), e delle semine di mais e bietole. In Calabria si segnalano problemi anche per gli agrumeti dove, per la violenza degli eventi atmosferici, sono caduti i frutti dagli alberi”.
E’ ancora presto per quantificare i danni del maltempo in tutta Italia, dal momento che proseguono le avversità atmosferiche ed il bilancio si aggrava ora per ora.
“Il passaggio repentino dal bel tempo ad un ritorno dell’inverno - spiega Confagricoltura - ha preso in contropiede gli agricoltori per molti dei quali la campagna assicurativa non è ancora partita e quindi non hanno stipulato polizze idonee a risarcirli dei danni delle colture”.