“Dopo la diagnosi è tempo della terapia. Il Mezzogiorno e l’agricoltura meridionale nel suo contesto, hanno bisogno di una terapia d’urto. Per avviare un’inversione di tendenza che certo non si costruisce dall’oggi al domani, ma che è colpevole rimandare ancora”. Lo sottolinea il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni in occasione della presentazione del Rapporto Svimez 2007 sul Mezzogiorno. Dal Rapporto – ricorda Vecchioni - emerge la costante del dualismo Nord-Sud, con un Meridione che esprime timidi segnali di ripresa (ma inferiori ad altre aree deboli dell’Unione europea) e comunque non in agricoltura. Il settore primario ha registrato nel 2006 una flessione del 3,2% nella produzione e del 4,1% nel valore aggiunto. Si pone in evidenza però che crescono le produzioni agricole di qualità e gli occupati. Carenze di programmazione, inefficacia delle politiche regionali, burocrazia opprimente e non sempre capace, condizioni di sicurezza e legalità assicurate alle imprese solo parzialmente: sono questi, secondo Confagricoltura, mali endemici che aggravano la situazione. "La fotografia di  Svimez – commenta Vecchioni - spinge ad una riflessione sui gravi gap strutturali che permangono ed impediscono il superamento del dualismo del Paese, sulle difficoltà insormontabili degli imprenditori meridionali (anche quelli agricoli) ad attivare investimenti aziendali di ristrutturazione e innovazione, ad acquisire competitività, ad internazionalizzarsi”.