È un mercato a due velocità quello registrato in febbraio per i suini. Da una parte le quotazioni dei suinetti svezzati che aumenta e in misura significativa, dall'altro quello dei suini nelle fasi successive di accrescimento e ingrasso che continua a flettere.
È questo il quadro presentato dalle rilevazioni del Crefis, il Centro per le ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.
Così l'indice di redditività calcolato dal Crefis negli allevamenti a ciclo aperto mostra nella fase di svezzamento (dalla gestazione a quando il suinetto raggiunge i 7 kg di peso) un aumento del 7,8% rispetto a gennaio e un aumento del 2,9% a livello tendenziale, ovvero confrontando i dati con lo stesso periodo dell'anno precedente.
Questo risultato favorevole è dovuto all'aumento delle quotazioni dei capi da 7 kg che ha controbilanciato l'andamento al rialzo dei prezzi delle materie prime per la nutrizione delle scrofe.


Redditività in calo

Per la fase di accrescimento, ovvero il periodo in cui i capi in due mesi vengono portati da 7 a 40 kg, si registra un calo della redditività mese su mese del 2,7% e del 13% rispetto alla situazione dello stesso periodo del 2021.
Ciò deriva dalle quotazioni in crescita dei capi all'acquisto e al concomitante aumento delle commodity per la loro alimentazione, nonostante i prezzi dei capi pronti alla vendita sia aumentata rispetto al mese scorso dell'8,6%.
Situazione analoga si registra per la redditività della fase di ingrasso che a livello congiunturale, rispetto al mese precedente, segna un indice Crefis pari a -6,9% e anche a livello tendenziale il dato scende del 12,3%.


Il ciclo chiuso

Prendendo in esame, infine, il sistema a ciclo chiuso, a febbraio l'indice di redditività risulta in calo sia a livello congiunturale (-10,2%) che a livello tendenziale (-18,2%).
La quotazione media mensile dei capi pesanti da macello destinati al prodotto Dop è infatti scesa dell'8,3% rispetto al mese precedente, fermandosi a 1,443 euro/kg. Resta positivo però il dato tendenziale: +5%.
Per quanto riguarda il mercato dei suini da allevamento da 30 Kg, in febbraio si registra un aumento delle quotazioni che hanno raggiunto i 3,008 euro/kg: +9,3% mese su mese e +3,2% rispetto alle quotazioni dello stesso periodo dell'anno scorso.


I macelli

Passiamo ora ad analizzare la situazione della redditività dei macellatori italiani che, nel mese preso in esame, risulta in salita a livello congiunturale del 5,4% e a livello tendenziale del 3%.
Una dinamica sostenuta principalmente dalle quotazioni delle cosce fresche destinate al circuito tutelato che in febbraio, per la tipologia pesante, hanno fatto registrare un valore di 5,088 euro/kg, in aumento rispetto al mese precedente dell'1,5% (+30% la variazione tendenziale).
Anche la coscia fresca pesante destinata al prodotto generico ha mostrato un andamento delle quotazioni simile arrivando, a febbraio, a 4,275 euro/kg (+1,5% la variazione congiunturale e +30,5% quella tendenziale).
Per ciò che concerne i prezzi dei lombi a febbraio si registra un calo dei valori: 3,038 euro/kg per il lombo taglio Padova (-8,6% la variazione congiunturale) e di 2,988 euro/kg per il prodotto taglio Bologna (-9,1%). Anche a livello tendenziale l'andamento non è favorevole: -5,4% e -2% le variazioni registrate, rispettivamente.


La stagionatura

In discesa a febbraio la redditività della fase di stagionatura che mostra, per il prodotto tutelato della tipologia pesante, un calo a livello congiunturale dell'1,7%, mantenendo però una variazione tendenziale più che favorevole e pari a +30,9%.
Ancora in discesa la redditività del prodotto generico sempre della tipologia pesante che a febbraio mostra un dato pari a -5,1% mese su mese e -26,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, tanto che il gap di redditività tra le due tipologie di prodotto si conferma ampiamente a favore della Dop: +45%.
Passando al mercato dei prosciutti stagionati si rileva un aumento della quotazione media mensile del prodotto Dop della tipologia pesante che ha raggiunto i 9,375 euro/kg, per un +0,8% rispetto al mese precedente e +19,4% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Mentre il prezzo del prosciutto pesante generico è rimasto fermo a 6,275 euro/kg. Anche in questo caso la variazione tendenziale è però positiva e pari a +1,6%.