Dopo un 2019 di profondo rosso, migliora la situazione della bilancia commerciale import-export del settore cerealicolo italiano. Nonostante perduri una situazione di deficit strutturale, i dati Anacer del primo trimestre 2020 mettono in luce una crescita importante dell'export e un lieve decremento dell'import, sia in quantità che in valore.

Il saldo valutario è così passato dai -588,4 milioni di euro di passivo del primo trimestre 2019 ai -391,2 milioni del 2020, conseguente a un'uscita monetaria per l'import di 1433 milioni di euro (1480,5 nel 2019) e introiti da export per 1041,8 milioni di euro, (892,1 nel 2019).

Analizzando la situazione, per quanto riguarda l'import, il calo degli arrivi è stato soprattutto per il frumento tenero (-178mila tonnellate) e granturco (-87mila tonnellate). Scende anche l'orzo (-27.700 tonnellate) mentre è aumentato l'import di grano duro (+157mila tonnellate). Calo anche per il riso (-18%, -11.200 tonnellate), così come in tendenza negativa ci sono anche semi e frutti oleosi (-40mila tonnellate) e farine proteiche (-13.200 tonnellate).

Sul fronte dell'export, pasta e prodotti trasformati tirano la volata sui mercati esteri. La pasta è cresciuta nel primo trimestre del 21% (+97mila tonnellate), mentre gli altri prodotti hanno registrato un aumento di 37mila t (+15%). Bene anche il riso (+11mila tonnellate) e i mangimi a base di cereali (+4.300 tonnellate).