Ore 11:00 del 15 settembre 2022. Mancano pochi giorni alla chiusura delle procedure con cui gli Stati membri possono commentare (cioè dire la loro) sul Regolamento per l'Uso Sostenibile degli Agrofarmaci.
Di cosa propone il Regolamento, inserito nell'ambito della strategia Farm to Fork, ne abbiamo parlato ampiamente in questo articolo.
Perché una consultazione pubblica
La Commissione coinvolge tutti i portatori di interesse attraverso consultazioni pubbliche e mirate al fine di sondarne il parere e raccogliere dati.
Tra i portatori di interesse sono consultati gli agricoltori e i contoterzisti che applicano questi prodotti, gli utilizzatori non agricoli, le organizzazioni non governative del settore sanitario e ambientale, le associazioni professionali che rappresentano l'industria e gli operatori economici dei settori pertinenti (ad esempio, oltre ad agricoltori e contoterzisti, anche apicoltura, chimica, industria delle attrezzature per l'applicazione, industrie sementiere, ecc.), le associazioni dei consumatori, i cittadini dell'Unione Europea, le autorità nazionali competenti e gli esperti scientifici.
I portatori di interesse sono consultati in merito ai risultati che si prefigge la normativa sull'utilizzo sostenibile degli agrofarmaci, sui problemi di recepimento ed applicazione e sulle relative cause, nonché sulle possibili strade da seguire.
Scopo della consultazione è offrire ai portatori di interesse coinvolti nell'applicazione della direttiva sull'utilizzo sostenibile e a tutti i cittadini l'opportunità di condividere le proprie esperienze.
La consultazione consente ai rispondenti di esprimere un'opinione sulle possibili soluzioni per far funzionare la norma in modo più efficiente e conseguirne meglio gli obiettivi.
Il questionario è strutturato in modo da facilitare la partecipazione di esperti e non esperti con quesiti specificatamente rivolti a diversi gruppi di rispondenti. Essendo una consultazione pubblica, tutti i contributi sono pubblicati su internet.
Alle 11:00 del 15 settembre 2022: 3.280 commenti
Ad oggi sono arrivati 3.280 commenti, dei quali solo 45 arrivano dall'Italia (circa l'1,37% del totale), mentre Germania e Francia, da sole, rappresentano oltre l'88% dei commenti ricevuti.
(Fonte foto: Commissione Europea)
Ma veramente nessuno ha nulla da dire? Nessun agricoltore, nessun contoterzista, nessuna Op, nessuna organizzazione professionale, nessun consorzio di valorizzazione delle produzioni agricole italiane, nessun attore della lunga, articolata e complessa filiera agroalimentare italiana?
Voce ai cittadini… votanti!
Sul totale dei commenti ricevuti, il 79,81% sono rappresentati da singoli cittadini della Ue, mentre solo lo 0,06% (2 commenti in tutto) arrivano dalla categoria "sindacati".
(Fonte foto: Commissione Europea)
Non voglio assolutamente entrare nel merito (ognuno farà le proprie scelte) ma chi tace... perde sempre!
Tre considerazioni
Si tratta di commentare un regolamento e non una direttiva
Un regolamento, una volta approvato, diventa operativo in tutti i Paesi che lo devono adottare e non hanno possibilità di modifica o interpretazione. La differenza è sostanziale con le direttive che tracciano le linee guida e che prevedono l'adozione di leggi (che prevedono interpretazioni, lobby, aggiustamenti) di ogni Stato membro. Qui non sarà più possibile.
In Italia abbiamo 350 specie agrarie coltivate
A differenza di altri Stati membri l'Italia vive di colture minori per cui esistono già oggi pochissime soluzioni di difesa. Attualmente molte colture minori non dispongono di alcuna soluzione per il controllo di alcune avversità e i produttori rischiano di dover abbandonare la coltivazione di eccellenze del made in Italy per la mancanza di soluzioni tecniche applicabili in campo. Ma questo il cittadino non lo sa e la Commissione ascolta molto di più chi parla di più - il cittadino - e chi vota di più - il cittadino votante.
Anche gli agricoltori sono cittadini…
Nonostante rappresentino una piccola percentuale della popolazione europea, anche gli agricoltori sono cittadini europei e possono (devono) dire la loro in questi ambiti.
Mi capita spesso di moderare eventi, tavole rotonde e dibattiti in cui si racconta un'Europa che impone regole e i poveri agricoltori costretti a subirle.
Questo è il momento per dire ciò che si pensa e fare presenti le difficoltà che si provano in campo.
Il punto da cui partire è questo.