"Dopo il valore record raggiunto dalle quotazioni dell'oro si specula sul mais che ha chiuso la settimana su valori massimi da due anni a 5,28 euro a bushel, un importo del 45% superiore a quello di luglio, al Chicago board of trade, punto di riferimento del commercio mondiale, per le consegne nel mese di dicembre".

E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che a crescere nell'ultima seduta della settimana sono state tutte le materie prime agricole: la soia è arrivata a 11,35 dollari bushel per le consegne a novembre (+7%), il grano è quotato 7,19 dollari a bushel per le consegne a dicembre (+9%), oltre al mais (+6%).

La spinta in alto viene giustificata, sottolinea la Coldiretti, dalle previsioni non positive di raccolto per effetto delle condizioni climatiche avverse negli Stati Uniti, dove secondo l'ultimo rapporto dell'Usda (il Dipartimento dell'Agricoltura statunitense) la produzione di mais dovrebbe essere di 12,7 miliardi di bushel, con un calo del 3% rispetto allo scorso anno. Sul raccolto del grano pesa il calo del 25% della produzione in Russia, che era tra i principali Paesi esportatori, e dell'Ucraina.

La Coldiretti riferisce che anche nell'Unione Europea a 27 le stime rivelano la produzione di cereali si attesta sui 274 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 5% rispetto alla produzione del 2009 a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli verificatesi in numerosi Stati membri durante la raccolta.

Il livello dei prezzi per il mais, ma anche per gli altri cereali, rimane comunque, secondo la Coldiretti, ancora molto lontano dai valori massimi di oltre 7 dollari per bushel raggiunti nel marzo 2008. In realtà - denuncia la Coldiretti - l'andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è sempre più fortemente condizionato dai movimenti di capitale che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi come l'oro fino alle materie prime come grano, mais e soia.

Manovre finanziarie sul cibo che stanno 'giocando' senza regole sui prezzi delle materie prime agricole dove hanno provocato una grande volatilità impedendo la programmazione e mettendo a rischio le coltivazioni e l'allevamento in molti Paesi.