Le imprese agricole da oggi in poi hanno un nuovo onere da fronteggiare per poter incassare i contributi della Domanda unica della Pac e quanto previsto in termini di aiuti ad ettaro e a capo e di investimenti dai Programmi di sviluppo rurale.

E’ sostanzialmente confermata la norma che introduce in maniera generalizzata la necessità di ricorrere alla produzione della documentazione antimafia per accedere ai contributi Ue, se pure con la soglia di esenzione a 5mila euro sia per la comunicazione che per la informazione antimafia e con una entrata in vigore di queste norme scaglionata nel tempo.

Il sistema andrà completamente a regime solo dal 1° gennaio 2019, come anticipato già in parte ieri da AgroNotizie, questo perché il Governo – nel porre la fiducia sulla legge di bilancio ha fatto proprio l’emendamento della Commissione bilancio del Senato che prevedeva la parziale proroga dei termini. Ecco nel dettaglio come è andata la giornata parlamentare di ieri, e come si è giunti a tale conclusione.
 

Camera dei Deputati, è legge l'esenzione sotto i 5mila euro

Ieri 30 novembre 2017 la Camera, dopo aver votato la questione di fiducia posta dal Governo sull'approvazione del decreto fiscale di fine anno, ha approvato in via definitiva il provvedimento. Pertanto la normativa ad hoc per la documentazione antimafia relativa alle imprese agricole è confermata: diventa legge la soglia di esenzione per chi percepisca meno di 5mila euro di contributi Ue sia per la semplice comunicazione antimafia che per la più complessa informazione antimafia
 

Senato della Repubblica, approvato in prima lettura lo scaglionamento

Sempre ieri, al Senato il Governo ha posto la questione di fiducia sulla legge di bilancio che è stata approvata e destinata alla Camera in seconda lettura e qui c’è la novità.
Il maxi emendamento del Governo nel recepire le modifiche accolte dalla 5° Commissione Bilancio, con alcune correzioni e integrazioni di carattere tecnico e istituzionale, ha acquisito quello della proroga del termine di entrata in vigore per le disposizioni inerenti il ministero per le Politiche agricole inserite nel Codice Antimafia proposto dai senatori Franco Panizza, Albert Laniece, Hans Berger, Pietro Langella e Lucio Baran.

Il comma 7-bis della legge di bilancio, inserito dalla Commissione bilancio in virtù dell'emendamento 101.0.1100/104, “rinvia al 31 dicembre 2018 l'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 28, comma 1, della legge 17 ottobre 2017, n. 161, in materia di acquisizione dell'informazione antimafia: la proroga varrà per i soli terreni agricoli che usufruiscono di fondi europei di importo non superiore a 25.000 euro”.
 

Documentazione antimafia: a chi, come e quando tocca

Quindi resta confermato quanto già anticipato da AgroNotizie. Ecco il combinato – disposto tra l’approvazione delle soglie di esenzione a 5mila euro contenuta nel Dl fiscale e la parziale proroga dei termini per l’entrata in vigore dell’informazione antimafia, inserita in coda alla legge di bilancio.
 
  1. Tutte le imprese agricole titolari a vario titolo di aiuti Pac maggiori o uguali a 25mila euro sono obbligate sin d’ora a far produrre sia la comunicazione che l’informativa antimafia.
  2. Tutte le imprese agricole titolari a vario titolo di aiuti Pac uguali o maggiori di 5mila euro e minori di 25mila euro - tanto sulla Domanda unica che sui Psr - sono esentate dalla sola informativa antimafia, ma fino al 31 dicembre 2018. Per queste aziende l’obbligo di acquisizione dell’informativa antimafia scatterà quindi dal gennaio 2019.
  3. Sin d’ora tutte le imprese agricole con contributi Ue superiori a 5mila euro dovranno essere accompagnate dagli organismi pagatori nell’interpello delle Prefetture, per ottenere la mera comunicazione antimafia.
  4.  Le imprese agricole con contributi Pac inferiori a 5mila euro e che non abbiano progetti o domande su misure a capo e superficie del Psr di importo superiore a tale cifra non hanno alcun obbligo di presentazione della documentazione antimafia. 
Per rendere definitivo tale quadro, vale la pena ricordarlo, occorre che in seconda lettura la Camera approvi l'emendamento senza modifiche.