L’accordo economico e commerciale globale (Ceta) è un trattato internazionale concluso tra l’Unione europea e il Canada. Si tratta del primo accordo commerciale tra l’Ue e una delle grandi economie mondiali.
Secondo la Commissione europea, l’accordo faciliterà gli investimenti e creerà un contesto imprenditoriale più prevedibile. Il premier canadese Justin Trudeau, i presidenti del Consiglio e della Commissione Ue Donald Tusk e Jean Claude Juncker, ed il premier slovacco Robert Fico della presidenza slovacca di turno del Consiglio europeo, hanno firmato l'accordo di libero scambio Ceta il 30 ottobre scorso.

Gli scambi Ue-Canada
Il Canada è il 12° partner commerciale più importante dell'Ue che per il Canada rappresenta il secondo partner commerciale dopo gli Stati Uniti e quasi il 10% del suo commercio estero. Il volume degli scambi di merci tra l’Ue e il Canada raggiunge quasi 60 miliardi di euro l’anno.
Macchinari, mezzi di trasporto e prodotti chimici rappresentano le principali esportazioni dell’Ue verso il Canada. I servizi commerciali – principalmente trasporti, viaggi, assicurazioni e comunicazioni – superano i 26 miliardi di euro (2012).
L’Ue è il secondo investitore estero in Canada, e il Canada è il quarto maggior investitore estero nell’Ue. Nel 2012, gli investimenti europei in Canada ammontavano a circa 260 miliardi di euro, mentre gli investimenti diretti canadesi nell’Ue hanno superato i 142 miliardi di euro.

Ceta e agricoltura
Secondo la Commissione europea, l’apertura dei mercati può contribuire a mantenere bassi i prezzi, offrendo ai consumatori una scelta più ampia. Sempre secondo l’esecutivo comunitario, essendo uno dei principali produttori di alimenti di alta qualità, l’Ue beneficerà della possibilità di accrescere le sue vendite su un mercato ad alto reddito. In particolare, l’accordo introduce una tutela supplementare per l’ampia gamma di prodotti dell'Ue di indicazione geografica, come il prosciutto di Parma, il prosciutto della Foresta nera o il formaggio Roquefort.

Un colpo ai dazi doganali
Obiettivo del trattato è eliminare al 99% i dazi doganali e altri ostacoli alle reciproche esportazioni. Secondo la Commissione europea, gli esportatori Ue risparmieranno circa 500 milioni di euro l'anno.

Stop contraffazioni di prosciutti e formaggi, buone speranze per l'export di vino
Grazie al Ceta in Canada non sarà più possibile vendere contraffazioni del prosciutto di Parma, del prosciutto della Foresta Nera e del Parmigiano, del formaggio Roquefort. Difatti, l'ampia gamma dei prodotti Ue di indicazione geografica beneficerà con il Ceta di una “tutela supplementare”.
Il Canada rappresenta il quinto mercato di sbocco del nostro export che, in questo Paese, nel 2015 ha fatto registrare un incremento dell’8,4% sul 2014, per un valore di 300 milioni di euro – ha spiegato Antonio Rallo, presidente di Unione italiana vini (Uiv) - Grazie alla firma del Ceta, che annullerà i dazi doganali e introdurrà il riconoscimento e la protezione delle nostre Denominazioni di origine, siamo certi che il valore dell’export dei vini italiani crescerà”.

Appalti pubblici e altri investimenti
Il trattato aprirà anche l'accesso agli appalti pubblici, al mercato dei servizi, e contribuirà a prevenire le copie illecite di innovazioni e prodotti tradizionali dell'Ue. Le imprese parteciperanno agli appalti in Canada, accederanno ai servizi e agli investimenti, potranno trasferire il proprio personale oltreoceano in via temporanea. 

Ceta e legislazione nazionale
Si tratta di un'azione a livello amministrativo, che non comporta interventi sulle leggi dei vari paesi ma offre agli investitori possibilità di ricorso nei casi di licenze, permessi o promesse incagliate nella burocrazia di un singolo Stato come oggi avviene per il Nafta, l'accordo di libero scambio Canada-Usa vigente dal 1994. 

Prossimi passaggi
I negoziati sono terminati, ma prima di poter entrare in vigore l’accordo dovrà essere approvato dai governi degli Stati membri dell’Ue. La firma è avvenuta tre giorni dopo la data fissata in precedenza per via del veto posto dalla regione belga della Vallonia che nel corso delle ultime due settimane ha chiesto rassicurazioni sull'impatto che il trattato commerciale avrà sull'economia locale.