E' possibile ridurre l'utilizzo di erbicidi attraverso l'utilizzo di sensori in campo e software di analisi delle immagini? A questa domanda ha cercato di dare una risposta il progetto finanziato dal Mipaaf con l'Università della Tuscia.
Ne abbiamo parlato con Michele Pisante, commissario delegato del Crea, che ha partecipato come relatore alla giornata dimostrativa in campo.

Commissario Pisante, in quale modo l'agricoltura di precisione può venire in aiuto degli agricoltori per il controllo delle infestanti?
"Esistono dei sistemi di rilevamento che sono in grado di andare ad individuare all'interno di un campo la presenza di piante infestanti. In questo modo l'agricoltore non deve trattare in maniera uniforme tutto il terreno, ma può intervenire in maniera puntuale solo su una zona limitata del campo e con la quantità giusta di erbicida".

Quali sono i sistemi che vengono utilizzati per individuare le malerbe?
"Montiamo dei sensori ottici che scansionano il suolo sui mezzi agricoli oppure sui droni. Un software poi analizza le immagini e riconosce la presenza delle infestanti avvertendo l'agricoltore".

Come fa il software a distinguere una infestante in un campo?
"Il sistema analizza la riflettanza delle piante riuscendo a distinguere quelle infestanti rispetto alla coltura principale. Le prove sono ancora ad uno stadio pilota e per ora la valutazione è stata fatta nel caso di trattamenti in pre-semina. L'obiettivo è utilizzare lo stesso metodo anche su campi in post-emergenza".

Quali sono i vantaggi dell'utilizzo di questi sistemi?
"I vantaggi sono di vario genere. Prima di tutto economici, perché andando a diserbare solo alcune zone del campo utilizzo meno prodotto. Ma non bisogna fare solo un'analisi strettamente economica, perché c'è un ritorno positivo per l'ambiente, visto che si usano meno erbicidi. L'azienda nel suo complesso beneficia di questi sistemi perché si aprono nuove opportunità, ad esempio a livello di certificazione ambientale".

Quanto tempo ci vorrà per vedere questi sistemi in campo?
"Io presumo che nei prossimi cinque anni vedremo un balzo in avanti di questi sistemi di precisione anche grazie alla diffusione delle nuove tecnologie digitali".

Secondo lei gli agricoltori sono aperti all'innovazione?
"Ci sono tre tipologie di agricoltori. C'è il curioso, che è lontano dal reale utilizzo. C'è chi è interessato, ma non ha ancora le idee chiare da dove partire, e poi ci sono i contoterzisti. I servizi di supporto all'agricoltura rappresentano il potenziale più ampio per applicare queste tecnologie. Possono infatti sfruttare una dimensione di scala necessaria ad avere un vantaggio economico".  


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