Soldi che arrivano e soldi che vanno. Si potrebbe riassumere così l'avvicendarsi fra chiusura dei “vecchi” Psr (quelli del 2007-2013) e arrivo dei nuovi, quelli che si concluderanno nel 2020. Dalle pagine de “La Stampa” si apprende che ci sono in ballo 1,6 miliardi di euro che non si è riusciti a spendere e che rischiamo di restituire alle casse comunitarie. Un problema che riguarda un po' tutte le Regioni, anche se le cifre più importanti si registrano al Sud. Ma ci sono ancora sei mesi di tempo. Si farà in tempo? Speriamolo, anche se in Puglia la partita è resa più complicata dalle contestazioni che la Corte dei Conti europea ha rivolto sull'utilizzo dei Psr a sostegno delle iniziative dell'Istituto Agronomico Mediterraneo. Se ne parla sula “Gazzetta del Mezzogiorno” del 17 giugno. Intanto arrivano alla spicciolata i via libera per i nuovi Psr. In questi giorni, come informa “Italia Oggi”, è stato approvato il Psr dell'Umbria, per un importo di 877 milioni. Un capitolo importante dei Psr è dedicato ai giovani agricoltori, pur se con modulazioni differenti da regione a regione. Nel caso della Toscana, scrive “Il Tirreno” del 17 giugno, i giovani che intendono aprire un'azienda agricola potrebbero ricevere aiuti sino a 40mila euro.

Soldi per latte, olio ed export
Ai soldi dei Psr si aggiungono ora i sostegni previsti dal “decreto Martina” che ha ottenuto il primo via libera dalla Camera e ora attende le decisioni del Senato. Un'anticipazione dei contenuti del decreto è pubblicata il 13 giugno da “Il Sole 24 Ore” che si è soffermato in particolare sui sostegni finalizzati a fronteggiare l'emergenza Xylella. All'approvazione del decreto “Italia Oggi” del 17 giugno dedica una breve nota che riassume le misure previste, che vanno dagli aiuti per gli olivicoltori alla rateizzazione delle multe per le quote latte.
A questi sostegni economici si aggiungono quelli della Banca Europea per gli investimenti che ha attivato, come si apprende da “Il Sole 24 Ore” del 17 giugno, un maxi prestito di 400 milioni di euro destinato a nuovi progetti agricoli e agroindustriali. Ancora di investimenti si parla su “Il Sole 24 Ore” del 16 giugno a proposito dell'impegno del Fondo Strategico Italiano a favore di export e crescita delle aziende.

La Pac
In tema di aiuti l'altro importante capitolo è quello della nuova Pac, le cui domande dovevano essere presentate il 15 giugno, con qualche problema segnalato dal “Messaggero” del 12 giugno per il “super lavoro” richiesto ai computer di Agea. Per le domande giunte fuori tempo massimo a causa di questi problemi, dalle pagine del “Messaggero Veneto” del 18 giugno Confagricoltura si dice pronta a chiedere i danni. Lungaggini e complicazioni per la domanda unica sono evidenziate dalla “Provincia Pavese” del 13 giugno. Sul quotidiano piacentino “Libertà” del 17 giugno si può leggere il dettaglio degli aiuti accoppiati per il settore del latte, vincolati ad alcune prerogative igieniche e qualitative del latte prodotto.

Export e made in Italy
Agli aiuti in arrivo si aggiungono alcuni buoni risultati ottenuti nell'export, come nel caso dei salumi, che in particolare negli Usa hanno visto crescere la loro presenza del 40% nel primo trimestre dell'anno, notizia che si apprende da “Il Resto del Carlino” del 13 giugno. Punta sull'export anche l'olio toscano che a detta de “La Nazione” del 12 giugno, vanta una posizione leader.
Sullo sfondo resta tuttavia il problema delle contraffazioni del made in Italy e anche al tavolo del Ttip (per gli scambi fra Ue e Usa) si cerca di ridurre lo spazio per etichette che diano informazioni equivoche, argomento ripreso da “Il Sole 24 Ore” del 15 giugno. Da segnalare a questo proposito l'accordo per fermare il falso made in Italy raggiunto fra il Mipaaf e il gruppo Alibaba, importante società per l'e-commerce in Cina. Se ne parla sul “Corriere della Sera” del 14 giugno. L'impegno alla difesa del made in Italy è il tema affrontato nell'intervista che il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, ha rilasciato a “Il Sole 24 Ore” del 15 giugno. Un impegno che poi perde vigore quando alcune norme consentono di chiamare Carnaroli anche il riso che Carnaroli non è. Una denuncia che viene dalle pagine di “Repubblica” del 14 giugno. Intanto la decisione europea di prorogare le sanzioni alla Russia rischia di ripercuotersi pesantemente sull'agroalimentare italiano, con un danno che “Il Giorno” del 18 giugno stima in tre miliardi di euro.

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