Già si faticava a sopportare le contrapposizioni sugli Ogm, con favorevoli e contrari impegnati in uno sterile dialogo fra sordi. Adesso si mettono a litigare anche fondamentalisti della dieta vegetale ed estimatori della fiorentina (quella alla griglia, non quella del pallone...) e di ogni ghiottoneria a base di carne. Pazienza per gli uni e per gli altri, se il contendere non avvenisse però sulle pagine dei giornali, senza lesinare accuse reciproche che possono arrecare inutilmente danni a tutti, dagli allevatori agli ortolani, a seconda dei casi. Così su “QN” del 6 luglio interviene un filosofo, Luigi Lombardi Vallauri, con un lungo elenco di motivazioni che dovrebbero indurre a non nutrirsi con la carne. Una tesi che trova sponda in Melanie Joy, psicologa dalle convinte abitudini vegetariane che il giorno seguente, ancora su “QN”, spiega le inutili sofferenze inflitte agli animali destinati a giungere sulle tavole dei consumatori. In poche righe “Il Foglio” del 5 luglio ospita la “preghiera” (si intitola proprio così) di chi chiede di poter gustare una bistecca senza per questo sentirsi in colpa. E dalla parte della carne, ma in questo caso il conflitto di interessi è evidente...ecco l'articolo di Dario Cecchini (macellaio fiorentino salito agli onori delle cronache ai tempi di vacca pazza) pubblicato il 7 luglio su “QN”. A mettere tutti in riga ci pensa “Repubblica” del 7 luglio. Ancora qualche anno e insalate e bistecche saranno sostituite da una super-pillola. Ma speriamo la previsione non si avveri.

Riecco gli Ogm
Non si placano nemmeno le contese fra sostenitori e oppositori degli Ogm. Dalle pagine de “Il Sole 24 Ore” del 6 luglio Elena Cattaneo, (università di Milano e senatrice a vita) torna ancora una volta a motivare la necessità di proseguire gli studi senza pregiudizi. Il suo parere trova l'appoggio di molti colleghi della ricerca che numerosi firmano un appello pubblicato su “La Stampa” del 4 luglio per ribadire l'importanza della ricerca in questo campo. Si replica il 9 luglio su “Il Sole 24 Ore” per evidenziare il ritardo italiano nella sperimentazione sugli Ogm. Intanto, quasi fosse una risposta alle tesi sostenute dalla ricerca, per le coltivazioni di Ogm in Italia arrivano le sanzioni previste dal decreto 91 del 24 giugno i cui dettagli sono ricordati dalla “Nuova Ferrara” del 6 luglio. Alle sanzioni si aggiunge la distruzione delle colture e dal “Corriere della Sera” del 10 luglio si apprende che il Corpo forestale del Friuli Venezia Giulia ha distrutto una piccola coltivazione di mais Ogm seminato dall'irriducibile Giorgio Fidenato, l'agricoltore che da tempo sostiene le ragioni di chi vuole seminare Ogm. Interviene nello stesso giorno “Il Foglio” che bolla come allucinazioni propagandistiche la paura degli Ogm. Sul settimanale “Venerdì” allegato a Repubblica del 4 luglio, l'argomento Ogm è affrontato da un punto di vista nuovo e al tempo stesso “antico”, con la manipolazione dei geni già presenti nelle piante, senza introduzione di Dna esterno. Sufficiente a mettere tutti d'accordo? Vedremo.

I mercati
I risicoltori non sono preoccupati per gli Ogm, scrive “La Stampa” dell'8 luglio, ma per le importazioni a dazio zero da Cambogia e Myanmar che stanno mettendo in crisi il mercato nazionale. Il 9 luglio dalle pagine piemontesi del “Giornale”si legge che la situazione è talmente grave che i coltivatori di riso hanno deciso di iniziare dal prossimo 14 luglio una serie di manifestazioni di protesta. Le importazioni non minacciano solo il riso ma anche il pomodoro. A scriverlo è la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 6 luglio che evidenzia anche il rischio di residui nelle importazioni dal Marocco. In compenso per il settore lattiero caseario si aprono le frontiere della Cina. Lo si apprende da “Il Sole 24 Ore” del 7 luglio che dà notizia del superamento dei test da parte delle aziende che intendono esportare in questo Paese. Al contrario, scrive il “Corriere della Sera” dell'8 luglio, fra Europa e Stati Uniti aumentano le complicazioni per gli accordi di collaborazione commerciale. Un'occhiata ai mercati interni con “Il Sole 24 Ore” del 5 luglio che descrive la buona situazione per semi oleosi e farine di estrazione, mentre per il grano tenero, è ancora “Il Sole 24 Ore” a darne notizia l'8 luglio, l'inizio della commercializzazione del nuovo raccolto si presenta in tono minore.

Ancora maltempo
Infine bisogna fare i conti con la nuova ondata di maltempo che ha colpito molte colture, in particolare nelle aree del Nord. Nel pavese, scrive il 9 luglio “La Stampa”, i danni maggiori si sono avuti nelle coltivazioni di mais e soia e anche il riso, seminato precocemente, potrebbe essere compromesso. Danni ingenti anche in provincia di Torino, come scrive nello stesso giorno “Il Giornale” e già si pensa alle procedure per chiedere i rimborsi. E’ una panoramica dei danni del maltempo su tutte le aree del Nord, dal Piemonte al Veneto, quella che si legge sempre il 9 luglio su “Libero”. Meloni, pomodori, uva e mais sono le coltivazioni colpite nel mantovano con danni anche del 100%, come racconta la “Gazzetta di Mantova” del 10 luglio.

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