Nasce il Manifesto del biologico pugliese: un documento ricco di proposte operative, consegnato alla Regione Puglia affinché lo adotti nel Programma di sviluppo rurale in vista della nuova Pac, per incrementare uno dei settori trainanti dell’agricoltura regionale.

Promosso dal Cibi - Consorzio italiano per il biologico, il documento è stato condiviso dalla rete di circa 500 produttori che hanno preso parte agli incontri itineranti della Settimana di Bio in Puglia, iniziativa appena conclusa e organizzata da Unioncamere Puglia con organizzazione tecnica del Cibi.

Tra le proposte del Manifesto: destinare almeno il 30% delle risorse in tutte le misure del Psr (non solo di quelle agro-ambientali) a favore delle aziende e filiere biologiche certificate; estendere a tutto il territorio pugliese i premi del biologico senza alcuna limitazione legate a zone o superifici minime; privilegiare con premialità e criteri di priorità le aziende bio e la costituzione di Op specializzate, in tutte le misure del Psr; incentivare i servizi di ricerca e assistenza tecnica per la creazione di un distretto agro-biologico pugliese.

L’enorme diffusione dell’agricoltura biologica in Puglia - spiega il presidente del Cibi, Nino Paparella - con una superficie coltivata di 172.111 ettari (dati Sinab 2012) e 6.111 operatori economici controllati, di cui ben 462 ‘preparatori esclusivi’ ovvero di industrie agroalimentari biologiche che non beneficiano del sistema dei premi agro-ambientali eppure hanno scelto di produrre e vendere cibo prodotti bio.
Un settore che genera un fatturato stimato di circa 500 milioni di euro, superiore al 20% dell’intera Plv agricola pugliese, con un beneficio di prezzo rispetto alle corrispondenti produzioni convenzionali di oltre il 20%, pari a circa 100 milioni di euro.
Il bio dunque non può essere più considerato semplicemente una nicchia, ma si propone come elemento trainante di tutto il sistema agro-alimentare pugliese, perché è in grado di cogliere da un lato il bisogno di ‘disintossicazione’ ambientale e salutistico causato dall’impiego indiscriminato di fitofarmaci e concimi chimici, dall’altro di rispondere alla crescente domanda del mercato di cibo sempre più genuino ed eticamente corretto, anche legato a particolari stili alimentari, dal vegano al gluten free al crudista
”.

Il Manifesto contiene inoltre proposte per la tutela di acqua, suolo e aria e per gli aspetti sociali legati all’agricoltura bio.