Sono contrastanti i segnali che arrivano dai mercati internazionali del settore lattiero caseario. In Polonia il prezzo del burro sale e in Olanda cala il prezzo del latte in polvere che invece cresce in Oceania del 4%. Aumenta l'export australiano di prodotti lattiero caseari, ma cala di conseguenza il prezzo medio. Intanto la Fao prevede nel prossimo futuro un aumento dei prezzi, ma il dipartimento statunitense dell'agricoltura (Usda) avverte che ci sarà un calo dei consumi di latte alimentare. In Italia intanto continua a crescere la quotazione del latte spot (quello venduto fuori dai contratti) che è arrivato ad un massimo di 46,91 centesimi al litro sulla piazza di Lodi, punto di riferimento per questo prodotto. Ma crescono anche i costi di alimentazione del bestiame con la soia che è balzata in avanti di oltre il 3% sulla piazza di Chicago. Solo il mais sembra cedere qualche punto sui mercati europei, ma cresce in quelli Usa.

Tavolo"deserto"
In questo scenario dai contorni incerti gli allevatori della Lombardia, regione di riferimento per il latte italiano, si trovano a fare i conti con la difficoltà a rinnovare gli accordi sul prezzo del latte, scaduti quattro mesi fa. Da una parte le industrie che non vogliono saperne di andare oltre i 40 centesimi al litro della precedente contrattazione, dall'altra gli allevatori forti di un mercato in tensione e con costi di produzione che sfiorano (e a volte superano) i 50 centesimi al litro. Posizioni inconciliabili tanto che nemmeno la mediazione della Regione sembra essere riuscita a sbloccare la situazione. Anzi, l'ultimo incontro che si doveva svolgere il 17 luglio ha visto deserte le poltrone destinate ad accogliere i rappresentanti delle industrie. Una scelta che l'assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Fava, fautore e artefice del tavolo interprofessionale, ha interpretato come un inequivocabile segnale di rottura. “Prendiamo atto -  ha detto l'Assessore commentando l'assenza degli industriali - che il mondo lattiero caseario si chiama fuori e quindi non ha bisogno di nulla. Ce ne ricorderemo nei prossimi mesi, quando dovremo provvedere all'assegnazione delle risorse al mondo agricolo lombardo.

I commenti
Posizioni ferme anche da parte delle rappresentanze agricole. “Ci sono industrie - dice Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia - che hanno triplicato i bilanci pagando poco il latte agli allevatori. E adesso, con il loro atteggiamento di chiusura, stanno superando qualsiasi limite."In un momento di grave difficoltà economica per tutte le imprese agricole, la mancata sottoscrizione di un nuovo prezzo del latte - sottolinea la Confagricoltura Lombardia - determina un clima di incertezza e di sfiducia che danneggia non soltanto gli allevatori, ma l'intera filiera lattiero-casearia.” Non mancano le ripercussioni di carattere politico che si inseriscono sul mancato accordo del prezzo del latte. Ad aprire la fila degli interventi è Marco Carra, capogruppo del PD alla Camera, secondo il quale “l'assessore Fava non ha capito che di prezzo del latte si discute da tempo, ma i passi per arrivarci non sono facili e ci vogliono molta pazienza e un lavoro certosino e autorevole.” Sulla stessa lunghezza d'onda il deputato della commissione Agricoltura del PD, Paolo Cova che ha affermato: “l'assessore leghista Fava non è stato in grado di trattare con gli industriali e pretende di andare in Europa a occuparsi di temi caldi e delicati come la Pac.” Tanta attenzione della politica per le vicende del prezzo del latte sono inusuali e hanno sollecitato una pungente replica di Roberto Cavaliere, rappresentante di Copagri Lombardia e presidente dell'Apl della Pianura Padana. “Non comprendiamo - ha detto Cavaliere - le affermazioni del consigliere Carra, se non per inspiegabili strumentalizzazioni politiche che non servono al comparto, soprattutto in questo momento.

Le prossime "mosse"
La partita, comunque, è ancora aperta. Entro il prossimo venerdì 19 luglio le industrie possono manifestare la loro disponibilità alla discussione e all'incontro con le controparti agricole. Se ci saranno segnali positivi in questa direzione la Regione Lombardia si è resa disponibile ad un altro incontro, già fissato per lunedì 22 luglio. Nel frattempo Fava è intenzionato a manifestare altrimenti al ministro dell'Agricoltura francese il disagio che si è creato per l'atteggiamento del gruppo industriale francese (Lactalis). Al contempo Fava ha annunciato una seconda iniziativa.Chiederò - ha detto l'Assessore - un incontro tra il mondo delle associazioni e dei produttori con la grande distribuzione organizzata, saltando il passaggio con il sistema della trasformazione industriale.” La tregua scade il 22. Non resta che aspettare.