Il Sistema di qualità nazionale di produzione integrata sarà facilmente identificabile da un marchio che certificherà la metodologia di produzione: i consumatori avranno dunque una garanzia in più sulla qualità e sicurezza dei prodotti ortofrutticoli made in Italy.

Il sistema di produzione integrata è basato sull'utilizzo di tutti i mezzi produttivi e di difesa delle produzioni agricole dalle avversità, nel pieno rispetto dei principi ecologici, tossicologici ed economici.

Il marchio di produzione integrata aggiunge quindi un nuovo ed importante tassello a supporto della garanzia delle produzioni ortofrutticole italiane, fronteggiando i tentativi di contraffazione e fornendo al consumatore maggiore tutela anche in termini di salute e igiene alimentare.

A questo fine il ministero delle Politiche agricole ha promosso un concorso per individuare il logo di produzione integrata da applicare su tutti i prodotti ortofrutticoli, mentre alcune proposte scelte dai consumatori tramite una votazione sul web sono già disponibili on line sul sito www.reterurale.it.

L'importanza di un marchio nazionale che identifichi la produzione integrata è emersa anche da una recente ricerca condotta da Ismea per conto del Mipaaf sul rapporto tra i consumatori e produzione integrata. La maggior parte dei consumatori ha dichiarato di apprezzare il valore dell'applicazione di un marchio che potrebbe guidare la scelta finale dei prodotti ortofrutticoli.  

Per celebrare la recente istituzione del Sistema di qualità nazionale di produzione integrata, le Giornate Fitopatologiche, punto di riferimento nazionale per il confronto e l'aggiornamento delle tecniche e dei mezzi di difesa per la prevenzione e il contenimento delle avversità delle piante, hanno organizzato un convegno dal titolo 'I valori dell'ortofrutta italiana. La produzione integrata e la sicurezza alimentare'.

Il convegno si è tenuto il 21 febbraio a Rimini, all'interno di Agrifil, Salone della filiera agroalimentare, ed ha cercato di fornire risposte chiare e concrete sul valore delle produzioni agroalimentari italiane, approfondendo le tematiche relative all'uso corretto dei mezzi tecnici indispensabili per la salvaguardia delle colture dalle avversità biotiche.

Nel corso del convegno è intervenuto Giuseppe Blasi, in rappresentanza del Mipaaf, che ha dichiarato: "Le tecniche di produzione integrata sono da tempo adottate in Italia attraverso un coordinamento interregionale. Il Sqnpi, recentemente istituito dalla legge sull'etichettatura e la qualità dei prodotti alimentari, consentirà all'Italia di anticipare ulteriormente i provvedimenti comunitari che introdurranno l'obbligo della difesa integrata a partire dal gennaio 2014".

"Tale sistema – ha continuato Blasi – riveste un importante ruolo finalizzato a garantire una qualità del prodotto finale significativamente superiore in termini di sanità pubblica, salute delle piante, benessere degli animali e tutela ambientale".

"Aderire al sistema – ha concluso Blasi – vorrà dire adottare la modalità di produzione integrata volta a tutelare ulteriormente la salute dei consumatori e l'ambiente, grazie ad un uso sostenibile degli agrofarmaci, sottoponendosi alle verifiche da parte di un organismo di controllo autorizzato, che certificherà le produzioni e ne permetterà la commercializzazione, facendo uso dell'apposito marchio distintivo del Sqnpi ".

Anche Agrofarma, Associazione nazionale imprese agrofarmaci ha espresso soddisfazione per il riconoscimento del valore della produzione integrata come garanzia di qualità e sicurezza dell'ortofrutta italiana che è emerso dal convegno.

"Senza gli agrofarmaci all'interno di una produzione integrata e sostenibile - ha commentato Luigi Radaelli, presidente di Agrofarma - si correrebbe il rischio di un considerevole e immotivato danno a tutta la produzione agricola, a cominciare da quella italiana".

"L'Istat - ha continuato Radaelli - ci ricorda che lo scorso anno la produzione ortofrutticola italiana ha registrato un saldo commerciale attivo nei rapporti con l'estero di oltre 772 milioni di euro, con una crescita superiore al 20%". Dati importanti, come ha sottolineato Radaelli: "Il 25% della produzione ortofrutticola europea e il 2% di quella mondiale è italiana. Si tratta di un valore inestimabile in termini di ricchezza prodotta, occupazione, sviluppo e immagine all'estero, cui gli agrofarmaci danno un fondamentale contributo".

Agrofarma evidenzia come l'impiego sostenibile di tutti i mezzi tecnici disponibili, tra cui gli agrofarmaci, sia la strada più efficace per garantire la competitività del sistema agricolo italiano. Secondo quanto emerso nel convegno la produzione dell'ortofrutta nazionale vanta oggi un fatturato di 23 miliardi di euro, rendendo il made in Italy agroalimentare un esempio di eccellenza in tutto il mondo.

Al convegno, moderato dalla giornalista Silvia Vaccarezza – conduttrice del Tg2 –  hanno partecipato inoltre Ornella Melogli, medico primario del San Raffaele di Milano, Patrizia Hrelia, direttore dipartimento di Farmacologia dell'Università di Bologna, Roberto Della Casa, economista agrario dell'Università di Bologna, Giuseppe Marano, agronomo del servizio fitosanitario della Regione Siciliana, Paolo Bruni, presidente Cogeca, Claudio Mazzini, responsabile qualità di Coop Italia e Roberto Spigarolo di Acu, Associazione consumatori utenti.