“Non ci sono le condizioni per consentire il cosiddetto traffico di perfezionamento attivo poiché il differenziale di prezzo tra olio comunitario e quello dei paesi terzi non risulta così elevato, inoltre non risulta neanche la scarsità di prodotto comunitario. Viceversa per il settore olivicolo italiano, da tempo in grande difficoltà con la forte caduta dei prezzi (siamo allo stesso livello di più o meno 15 anni fa) una siffatta autorizzazione che permetta la temporanea importazione di oli extracomunitari da imbottigliare in Italia e riesportare fuori dall’Europa, rappresenterebbe un ulteriore grave ferita per le nostre produzioni e conseguente, ulteriore abbandono di territori con sicure ripercussioni ambientali".
Lo ha detto il presidente del Cno-Consorzio nazionale olivicoltori Claudio Di Rollo. "Sottolineiamo inoltre - ha aggiunto Di Rollo - che a fronte di un consumo di olio pro capite in Italia compreso fra i 12 ed i 14 kg. solo circa 3,5 sono costituiti da prodotto nazionale extravergine. E’ del tutto evidente - ha concluso Di Rollo - che il settore abbia bisogno di misure che favoriscano la ripresa del comparto e non di ulteriori ostacoli come quello che sembra prefigurarsi".