Salve a tutti, sono nuova del forum. Mio padre ha piantato in un ettaro della paulownia ormai 3 anni fa con un investimento iniziale di 5000 euro/ettaro dal quale si riuscirebbe ad avere un ritorno di 30000 al terzo anno, altri 30000 il sesto e altri 30000 il nono. Risulta che si facciano più tagli in diversi momenti… Sono molto incuriosita ma anche molto poco fiduciosa, a me sembra una truffa bella e buona… Qualcuno di voi ha avuto esperienza con questo tipo di pianta? Viene utilizzata anche contro il franamento di terreni grazie alle sue radici e la cosa mi preoccupa dato che, sarà anche un problema toglierla via dal terreno se decidessi di non continuare la coltivazione. Sto valutando infatti quanto convenga continuare a mantenerla o se sia meglio toglierla e fare una piantagione di qualcos'altro. Grazie mille per le risposte! Purtroppo ho cercato anche sul web ma si trovano solo link che pubblicizzano la cosa.
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Anch'io cerco informazioni al riguardo.
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Ciao, sono stata contattata da una società per impiantare una coltivazione di Paulownia da vendere con contratto decennale come legno pregiato, ritirato e a quanto dicono ben pagato da loro ogni tre anni. Dovrei iniziare la coltivazione il prossimo anno ma sono molto scettica. Qualcuno ha notizie fresche al riguardo?
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Ciao, anch'io vorrei iniziare a fare la coltivazione. E come tanti di voi sono scettico... Come impianto che costi ci sono? Ho visto 5.000,00 € completo di tutto? E le piante che costo hanno (nel sito dice 4,00 €)?
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mg_299 wrote: Salve a tutti, sono nuova del forum. Mio padre ha piantato in un ettaro della paulownia ormai 3 anni fa con un investimento iniziale di 5000 euro/ettaro dal quale si riuscirebbe ad avere un ritorno di 30000 al terzo anno, altri 30000 il sesto e altri 30000 il nono. Risulta che si facciano più tagli in diversi momenti… Sono molto incuriosita ma anche molto poco fiduciosa, a me sembra una truffa bella e buona… Qualcuno di voi ha avuto esperienza con questo tipo di pianta? Viene utilizzata anche contro il franamento di terreni grazie alle sue radici e la cosa mi preoccupa dato che, sarà anche un problema toglierla via dal terreno se decidessi di non continuare la coltivazione. Sto valutando infatti quanto convenga continuare a mantenerla o se sia meglio toglierla e fare una piantagione di qualcos'altro. Grazie mille per le risposte! Purtroppo ho cercato anche sul web ma si trovano solo link che pubblicizzano la cosa. Ciao io mi sono avvicinato alla paulownia per puro caso, perché stanca dei profitti astronomici di grano, girasole, ecc... ho conosciuto il prodotto 3 anni fa e dopo sei mesi di ricerche, mi sono deciso a piantumare due ettari, anche perché chi me l'ha proposta ne aveva già sei ettari; è chiaro che non lo ordina il dottore di fare questa cultura e quindi bisogna crederci già di suo... Nessuno ti garantisce cosa accadrà domani, anche se ho un contratto con tanto di cifre da corrispondere al ritiro del legno... E' una coltura molto bella e mi ritrovo con sette ettari piantumati. Ho capito che per vincere i dubbi bisognava vedere il problema da un altro punto di vista: che prodotto mi ritrovo sul terreno nel caso al momento del taglio la ditta non si presenti al ritiro? Quindi le mie ricerche mi hanno portato a controllare quanti più dati possibili sulla qualità delle piante messe a dimora: ho trovato dati che mi hanno confortato e mi sono deciso ad andare avanti. Adesso qui perderò tanta della mia credibilità perché sono diventato anche agente di regione della ditta che mi ha fornito le piante, ma è stato anche un modo per capire da dentro il progetto; alla fine del discorso, se è truffa (come nel titolo), lo sarà solo se il prodotto che andiamo a piantare non sarà di qualità. Le ditte possono anche andare e venire negli anni, pur essendo stabili e ben intenzionate (e speriamo per il bene di tutti che durino 100 anni); non potevo stare per almeno 4 anni col dubbio ed allora mi sono tranquillizzato in questa maniera: so già a chi vendere se del caso, l'importante è avere un buon prodotto certificato. Per adesso un saluto a tutti.
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Salve a tutti, io ero un referente di zona del Friuli. La Paulownia è una pianta a rapido accrescimento che necessita di alcune cure, specialmente nei primi anni, altrimenti il tronco viene deprezzato (nei punti di emissione delle foglie se queste non vengono tolte, al momento della lavorazione si avranno tavole con buchi). Comunque, a parte tutto, non si ricavano quei soldi come promesso... Cordiali saluti Stocco
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Buongiorno Gianni, la Paulownia come tutte le colture ha bisogno di essere curata nei tempi e nei modi giusti: questo comunque non certamente più di altre specie; è chiaro che se uno pensa di piantare e poi aspettare che faccia tutto la terra ed il cielo, ha sbagliato metodo; quello che lei riferisce rispetto alle foglie, si deve fare un'anno ogni tre e non è togliere la foglia (di cui la pianta ha estremamente bisogno) ma la gemma ascellare che spunta nel tronco subito sopra la foglia e che se non tolta costituirebbe il ramo della pianta. Per quanto riguarda il guadagno, la cosa è sempre relativa al discorso di cui sopra: se la pianta viene lavorata (tolte le gemme ascellari) si produce un legno di classe A valutato sopra i 1000,00 Euro/mq (valutazioni sul mercato tedesco),mentre se il legno non è lavorato e si formano quei buchi che diceva lei, il legno viene declassato ed il suo valore scende a 300,00 Euro/mq; quindi capisce che discorsi "generici" su questa materia (come su tutte le materie non è giusto farli). Ci risentiamo
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Salve, la paulowinia per crescere bene ha bisogno di un terreno drenante e con falda profonda al contrario del pioppo per il quale è sufficiente un terreno con falda da 1 a 1,5 metri; io consiglierei di piantare pioppi che, con la giusta umidità costante, in 8-10 anni saranno pronti per il taglio.
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Non mi dire che in Italia ci sono tutte paludi e non riesco a capire quanto rende il pioppo così vantaggioso in 8-10 anni... Puoi spiegarti meglio? Quali esperienze così negative hai avuto? Magari può essere utile anche a me... Un saluto!
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Ciao, visto che sei un responsabile di zona, potrei avere un tuo contatto? Grazie
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Cerca su Facebook Paulownia Marche. Ciao
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E' possibile avere qualche contatto di riferimento del responsabile zona Puglia?
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MANGIOCA wrote: Cerca su Facebook Paulownia Marche. Ciao Salve, Volevo avere un'informazione aggiuntiva sul clone da usare: quale ha il miglior accrescimento e la miglior qualità del legno, la 1113 o la Cotevisa 2? Saluti
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delucanicola wrote: MANGIOCA wrote:Cerca su Facebook Paulownia Marche. Ciao Salve, Volevo avere un'informazione aggiuntiva sul clone da usare: quale ha il miglior accrescimento e la miglior qualità del legno, la 1113 o la Cotevisa 2? Saluti Ciao, io conosco bene la Cotevisa 2 (la mia azienda è esclusivista per l'Italia) e non conosco la Paulemia 1113 (solo per nome)... Comunque so per certo che il legno della Cotevisa 2 è ottimo per tutti i tipi di lavorazione ed è molto apprezzato... Degli altri ho solo notizie per sentito dire e non mi esprimo. Ciao
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manuelefantozzi wrote: ciao, visto che sei un responsabile di zona, potrei avere un tuo contatto? Grazie Da alcuni anni si è creata anche una organizzazione italiana che produce Cloni (Bio 125). Si parte dal clone Italiano, si passa alla consulenza continua per giungere al ritiro delle piante. Organizzata come rete (un consorzio leggero) ha referenti in tutte le regioni, varie università seguono il progetto insieme all'Assolegno, Confindustria ed altri utilizzatori. Considerando che solo il 5% del legno utilizzato dalle industrie Italiane è prodotto in Italia, il mercato è enorme. Se gradisci informazioni puoi vedere su FB rete paulownia Marche
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difesapersonalekm1 wrote: manuelefantozzi wrote:ciao, visto che sei un responsabile di zona, potrei avere un tuo contatto? Grazie Da alcuni anni si è creata anche una organizzazione italiana che produce Cloni (Bio 125). Si parte dal clone Italiano, si passa alla consulenza continua per giungere al ritiro delle piante. Organizzata come rete (un consorzio leggero) ha referenti in tutte le regioni, varie università seguono il progetto insieme all'Assolegno, Confindustria ed altri utilizzatori. Considerando che solo il 5% del legno utilizzato dalle industrie Italiane è prodotto in Italia, il mercato è enorme. Se gradisci informazioni puoi vedere su FB rete paulownia Marche Non voglio entrare nelle dinamiche e nelle valutazioni del prodotto e dell'azienda; anche l'affermazione "italiano è bello" in questo settore mi sembra a dir poco azzardato; vantarsi di avere varie università che seguono il progetto senza citare quali sono...; ci mancherebbe che Assolegno e Confindustria non seguissero i progetti dei propri associati; però se è già da alcuni anni che si è creata questa organizzazione, non sono ancora riuscito a vedere un filmato in cui si tagliano le piante che hanno raggiunto la maturità: il taglio vuol dire molto, vuol dire che il clone produce come promesso, vuol dire che ho pagato il coltivatore (altrimenti non mi farebbe tagliare) vuol dire che il mio legno è qualitativamente buono (classe A) e sono riuscito a venderlo non solo per biomassa (non ripagherebbe tutto l'investimento). Quindi ogni azienda si vanta di pubblicare i video (vostri) del taglio... Il resto...
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mg_299 wrote: Salve a tutti, sono nuova del forum. Mio padre ha piantato in un ettaro della paulownia ormai 3 anni fa con un investimento iniziale di 5000 euro/ettaro dal quale si riuscirebbe ad avere un ritorno di 30000 al terzo anno, altri 30000 il sesto e altri 30000 il nono. Risulta che si facciano più tagli in diversi momenti… Sono molto incuriosita ma anche molto poco fiduciosa, a me sembra una truffa bella e buona… Qualcuno di voi ha avuto esperienza con questo tipo di pianta? Viene utilizzata anche contro il franamento di terreni grazie alle sue radici e la cosa mi preoccupa dato che, sarà anche un problema toglierla via dal terreno se decidessi di non continuare la coltivazione. Sto valutando infatti quanto convenga continuare a mantenerla o se sia meglio toglierla e fare una piantagione di qualcos'altro. Grazie mille per le risposte! Purtroppo ho cercato anche sul web ma si trovano solo link che pubblicizzano la cosa. Salve, ho letto nel sito Paulownia-it la voce 'coltiviamo noi per voi', ossia che mettono dei terreni a disposizione per chi vuole investire in Paulownia ma non possiede terreni idonei. Ora vorrei sapere da qualcuno di voi esperti: come funziona? qual’è l’investimento richiesto? E quale il profitto? Insomma, tutte le informazioni che necessitano per investire.
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antc_83_ wrote: mg_299 wrote:Salve a tutti, sono nuova del forum. Mio padre ha piantato in un ettaro della paulownia ormai 3 anni fa con un investimento iniziale di 5000 euro/ettaro dal quale si riuscirebbe ad avere un ritorno di 30000 al terzo anno, altri 30000 il sesto e altri 30000 il nono. Risulta che si facciano più tagli in diversi momenti… Sono molto incuriosita ma anche molto poco fiduciosa, a me sembra una truffa bella e buona… Qualcuno di voi ha avuto esperienza con questo tipo di pianta? Viene utilizzata anche contro il franamento di terreni grazie alle sue radici e la cosa mi preoccupa dato che, sarà anche un problema toglierla via dal terreno se decidessi di non continuare la coltivazione. Sto valutando infatti quanto convenga continuare a mantenerla o se sia meglio toglierla e fare una piantagione di qualcos'altro. Grazie mille per le risposte! Purtroppo ho cercato anche sul web ma si trovano solo link che pubblicizzano la cosa. Salve, ho letto nel sito Paulownia-it la voce 'coltiviamo noi per voi', ossia che mettono dei terreni a disposizione per chi vuole investire in Paulownia ma non possiede terreni idonei. Ora vorrei sapere da qualcuno di voi esperti: come funziona? qual’è l’investimento richiesto? E quale il profitto? Insomma, tutte le informazioni che necessitano per investire. Buongiorno, potrà trovare le risposte a tutte le sue domande nelle pagine del sito Green Wood che collabora con Paulownia-it. Questo è il link: http://paulemia.com/greenwood.htmlLe piante utilizzate sono il clone paulemia 1113 e i contratti previsti vanno dai 7 ai 10 anni. I profitti possono variare dal 5% al 32% annuo e il minimo investimento è di € 700,00 (10 piante per 10 anni). Un saluto a tutti, Claudio.
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zuperone wrote: antc_83_ wrote:mg_299 wrote:Salve a tutti, Difficile rispondere se è truffa fino a quando non vi sarà una storicità. Però si possono fare alcune considerazioni. Negli ultimi anni (anche per mancanza di informazione ) si sono registrati curiosi fenomeni, ad esempio diversi agricoltori hanno investito cospicue somme su piantagioni di ettari di canne da bambù, in gran parte sulla promessa da parte del Venditore delle costose piantine che avrebbe ritirato i frutti (I germogli in questo caso) a tempo debito, cioè dopo alcuni anni. Sarà vero? Ora è abbastanza semplice fare due conti. Il mercato dei germogli di canne di Bambù in Europa è pressochè inesistente. Come farà il nostro venditore a mantenere la promessa e ritirare dagli agricoltori ai quali ha venduto ettari ed ettari di piantine a prezzi esosisimi i germogli? Ne è pensabile per i costi dei trasporti che vengano esportati in Cina. Rimane quindi l'opportunità del legno, poca roba, con tutte le incognite del caso essendo peraltro una piante molto infestante. Truffa o non truffa il risultato dell'investimento sul bambù si saprà solo dopo 5 anni, abbastanza tempo per far si che il venditore incassati i soldi delle piantine emigri in qualche altro continente prima dei raccolti. Oppure al contrario, chi ha piantato bambù avrà fatto bingo. Anche la Paulownia come scelta imprenditoriale non è esente da rischi per mnacanza di storicità. sono nuova del forum. Mio padre ha piantato in un ettaro della paulownia ormai 3 anni fa con un investimento iniziale di 5000 euro/ettaro dal quale si riuscirebbe ad avere un ritorno di 30000 al terzo anno, altri 30000 il sesto e altri 30000 il nono. Risulta che si facciano più tagli in diversi momenti… Sono molto incuriosita ma anche molto poco fiduciosa, a me sembra una truffa bella e buona… Qualcuno di voi ha avuto esperienza con questo tipo di pianta? Viene utilizzata anche contro il franamento di terreni grazie alle sue radici e la cosa mi preoccupa dato che, sarà anche un problema toglierla via dal terreno se decidessi di non continuare la coltivazione. Sto valutando infatti quanto convenga continuare a mantenerla o se sia meglio toglierla e fare una piantagione di qualcos'altro. Grazie mille per le risposte Purtroppo ho cercato anche sul web ma si trovano solo link che pubblicizzano la cosa. Salve, ho letto nel sito Paulownia-it la voce 'coltiviamo noi per voi', ossia che mettono dei terreni a disposizione per chi vuole investire in Paulownia ma non possiede terreni idonei. Ora vorrei sapere da qualcuno di voi esperti: come funziona? qual’è l’investimento richiesto? E quale il profitto? Insomma, tutte le informazioni che necessitano per investire. Buongiorno, potrà trovare le risposte a tutte le sue domande nelle pagine del sito Green Wood che collabora con Paulownia-it. Questo è il link: http://paulemia.com/greenwood.htmlLe piante utilizzate sono il clone paulemia 1113 e i contratti previsti vanno dai 7 ai 10 anni. I profitti possono variare dal 5% al 32% annuo e il minimo investimento è di € 700,00 (10 piante per 10 anni). Un saluto a tutti, Claudio.
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bobin1000 wrote: zuperone wrote:antc_83_ wrote:mg_299 wrote:Salve a tutti, Difficile rispondere se è truffa fino a quando non vi sarà una storicità. Però si possono fare alcune considerazioni. Negli ultimi anni (anche per mancanza di informazione ) si sono registrati curiosi fenomeni, ad esempio diversi agricoltori hanno investito cospicue somme su piantagioni di ettari di canne da bambù, in gran parte sulla promessa da parte del Venditore delle costose piantine che avrebbe ritirato i frutti (I germogli in questo caso) a tempo debito, cioè dopo alcuni anni. Sarà vero? Ora è abbastanza semplice fare due conti. Il mercato dei germogli di canne di Bambù in Europa è pressochè inesistente. Come farà il nostro venditore a mantenere la promessa e ritirare dagli agricoltori ai quali ha venduto ettari ed ettari di piantine a prezzi esosisimi i germogli? Ne è pensabile per i costi dei trasporti che vengano esportati in Cina. Rimane quindi l'opportunità del legno, poca roba, con tutte le incognite del caso essendo peraltro una piante molto infestante. Truffa o non truffa il risultato dell'investimento sul bambù si saprà solo dopo 5 anni, abbastanza tempo per far si che il venditore incassati i soldi delle piantine emigri in qualche altro continente prima dei raccolti. Oppure al contrario, chi ha piantato bambù avrà fatto bingo. Anche la Paulownia come scelta imprenditoriale non è esente da rischi per mnacanza di storicità. sono nuova del forum. Mio padre ha piantato in un ettaro della paulownia ormai 3 anni fa con un investimento iniziale di 5000 euro/ettaro dal quale si riuscirebbe ad avere un ritorno di 30000 al terzo anno, altri 30000 il sesto e altri 30000 il nono. Risulta che si facciano più tagli in diversi momenti… Sono molto incuriosita ma anche molto poco fiduciosa, a me sembra una truffa bella e buona… Qualcuno di voi ha avuto esperienza con questo tipo di pianta? Viene utilizzata anche contro il franamento di terreni grazie alle sue radici e la cosa mi preoccupa dato che, sarà anche un problema toglierla via dal terreno se decidessi di non continuare la coltivazione. Sto valutando infatti quanto convenga continuare a mantenerla o se sia meglio toglierla e fare una piantagione di qualcos'altro. Grazie mille per le risposte Purtroppo ho cercato anche sul web ma si trovano solo link che pubblicizzano la cosa. Salve, ho letto nel sito Paulownia-it la voce 'coltiviamo noi per voi', ossia che mettono dei terreni a disposizione per chi vuole investire in Paulownia ma non possiede terreni idonei. Ora vorrei sapere da qualcuno di voi esperti: come funziona? qual’è l’investimento richiesto? E quale il profitto? Insomma, tutte le informazioni che necessitano per investire. Buongiorno, potrà trovare le risposte a tutte le sue domande nelle pagine del sito Green Wood che collabora con Paulownia-it. Questo è il link: http://paulemia.com/greenwood.htmlLe piante utilizzate sono il clone paulemia 1113 e i contratti previsti vanno dai 7 ai 10 anni. I profitti possono variare dal 5% al 32% annuo e il minimo investimento è di € 700,00 (10 piante per 10 anni). Un saluto a tutti, Claudio. Buongiorno a tutti, in italia esiste la possibilità di piantumare diversi tipi di cloni di Paulownia. Si tratta di ottime piante che producono ottimo legno, ma, in modo più o meno simile, DEVONO essere coltivate correttamente per ottenere buoni risultati. Esiste però una grande differenza sui tempi di maturazione del legno (produzione di durame) che variano da un tipo all'altro. Possono variare dai 3 anni (dopo il taglio tecnico che normalmente viene fatto al raggiugnimento dei 10 cm di diametro alla base) agli 8 anni per il taglio degli alberi che è consigliato in inverno. Il ritiro del legno dipende poi dall'azienda che ha fatto il contratto e dal risultato ottenuto da chi ha coltivato... Purtroppo queste piante non danno il risultato voluto senza lavorarci e se sono coltivate come altre essenze non danno buoni risultati e il legno non ha molto valore, a meno che lo scopo sia la biomassa... Un saluto, Claudio
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mg_299 wrote: Salve a tutti, sono nuova del forum. Mio padre ha piantato in un ettaro della paulownia ormai 3 anni fa con un investimento iniziale di 5000 euro/ettaro dal quale si riuscirebbe ad avere un ritorno di 30000 al terzo anno, altri 30000 il sesto e altri 30000 il nono. Risulta che si facciano più tagli in diversi momenti… Sono molto incuriosita ma anche molto poco fiduciosa, a me sembra una truffa bella e buona… Qualcuno di voi ha avuto esperienza con questo tipo di pianta? Viene utilizzata anche contro il franamento di terreni grazie alle sue radici e la cosa mi preoccupa dato che, sarà anche un problema toglierla via dal terreno se decidessi di non continuare la coltivazione. Sto valutando infatti quanto convenga continuare a mantenerla o se sia meglio toglierla e fare una piantagione di qualcos'altro. Grazie mille per le risposte! Purtroppo ho cercato anche sul web ma si trovano solo link che pubblicizzano la cosa. Io mi ero informato con la piantumazione del Moso tramite l'azienda OnlyMoso... Mi chiedono 20000 euro a ettaro. Ma sono tanto scettico su questa coltura...
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scattolin21 wrote: mg_299 wrote:Salve a tutti, sono nuova del forum. Mio padre ha piantato in un ettaro della paulownia ormai 3 anni fa con un investimento iniziale di 5000 euro/ettaro dal quale si riuscirebbe ad avere un ritorno di 30000 al terzo anno, altri 30000 il sesto e altri 30000 il nono. Risulta che si facciano più tagli in diversi momenti… Sono molto incuriosita ma anche molto poco fiduciosa, a me sembra una truffa bella e buona… Qualcuno di voi ha avuto esperienza con questo tipo di pianta? Viene utilizzata anche contro il franamento di terreni grazie alle sue radici e la cosa mi preoccupa dato che, sarà anche un problema toglierla via dal terreno se decidessi di non continuare la coltivazione. Sto valutando infatti quanto convenga continuare a mantenerla o se sia meglio toglierla e fare una piantagione di qualcos'altro. Grazie mille per le risposte! Purtroppo ho cercato anche sul web ma si trovano solo link che pubblicizzano la cosa. Io mi ero informato con la piantumazione del Moso tramite l'azienda OnlyMoso... Mi chiedono 20000 euro a ettaro. Ma sono tanto scettico su questa coltura... Buongiorno, mi sa che vi hanno raccontato favole. Ad ogni buon conto noi siamo coltivatori di Paulownia con circa 200 ettari in giacenza. Gli utili sono buoni ma di sicuro non come vi hanno promesso. Può contattarmi quando vuole (paulonia@roanacereali.com), mi lasci il tel e le spiego. Buona serata
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Buon giorno, nel caso abbiate piante pronte al taglio almeno di 30 cm di diametro, misurate a 1,5 mt da terra, coltivate correttamente, noi siamo disponibili all'acquisto, indipendentemente dalla quantità. paulonia@roanacereali.com Ernani
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MANGIOCA wrote: Buongiorno Gianni, la Paulownia come tutte le colture ha bisogno di essere curata nei tempi e nei modi giusti: questo comunque non certamente più di altre specie; è chiaro che se uno pensa di piantare e poi aspettare che faccia tutto la terra ed il cielo, ha sbagliato metodo; quello che lei riferisce rispetto alle foglie, si deve fare un'anno ogni tre e non è togliere la foglia (di cui la pianta ha estremamente bisogno) ma la gemma ascellare che spunta nel tronco subito sopra la foglia e che se non tolta costituirebbe il ramo della pianta. Per quanto riguarda il guadagno, la cosa è sempre relativa al discorso di cui sopra: se la pianta viene lavorata (tolte le gemme ascellari) si produce un legno di classe A valutato sopra i 1000,00 Euro/mq (valutazioni sul mercato tedesco),mentre se il legno non è lavorato e si formano quei buchi che diceva lei, il legno viene declassato ed il suo valore scende a 300,00 Euro/mq; quindi capisce che discorsi "generici" su questa materia (come su tutte le materie non è giusto farli). Ci risentiamo
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Buongiorno a tutti, Sono Ernani della ditta Roana cereali. Come già scrivevo, mi sembra che di giorno in giorno i prezzi della paulownia aumentino a dismisura. faccio notare che noi acquistiamo (a differenza di altri) in tutto il territorio nazionale e stiamo vendendo praticamente in tutta Europa: i prezzi veri (compresa la Germania) si aggirano sul prezzo del pioppo (quindi 12/13 euro al quintale). La paulownia fresca di bosco pesa circa 700 kg metro cubo. Cosa diversa è valutare un prezzo moltiplicando il costo di una tavoletta comprata al brico o negozi similari...
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Fate attenzione che il mercato del legno è ben diverso che sparare prezzi a caso. Faccio un esempio: legno paulownia classe b si usa solo da imballaggio o per lavorazioni non a vista € 180 mc (lavorato asciugato e imballato). Il valore pagato al produttore di piante non supera i 20€ mc. Il tronco in classe a con diametri non inferiori a 40 cm 100€ mc. Chiedete a chi spara cifre da capogiro se ritirano il legname con fideiussione a garanzia e vedrete che spariscono in poco tempo. Spero di essere stato utile.
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Buongiorno non c'entra niente che voi acquistiate (a differenza di non so quali altri) legno di paulownia sul territorio nazionale e rivendiate in tutta Europa; i vostri clienti sono persone che sono state raggirate da ditte che avevano promesso di ritirare il legno, ma al momento del taglio non si sono fatte più vedere e state facendo (se state facendo, ma ho i miei dubbi) una operazione di recupero spese nei confronti dei clienti stessi, proponendo, in situazione di pressochè monopolio, prezzi convenienti non certo per chi vende, in quanto voi non avete ancora impianti che vanno a taglio; fuori dal nostro clone, il mercato siete voi (e lo si evince anche dal tono di autorevolezza nelle modalità di scrittura del post) e voi decidete i prezzi da dare all'agricoltore che nella maggior parte dei casi cerca di rientrare dell'investimento; quindi non fate finta di essere in un mercato che detta le sue leggi!!!! Sicuramente però non avrete clienti che vi propongono il taglio di paulownia cotevisa 2, perchè quei clienti, alcuni hanno già tagliato (come provato anche da video che, a proposito, non vedo dei vostri tagli) e, nel prossimo febbraio, saranno tagliati impianti nelle Marche, in Toscana, Puglia e Calabria, oltre che all'estero, dietro pagamento delle somme concordate e non certo "sparate a caso"; noi curiamo gli impianti di modo che si produca solo legno di classe A che ci permette di mantenere i prezzi dichiarati; se dovesse essere prodotto legno di classe B il cliente sa già le conseguenze, perchè nessuno regala niente; inoltre un ettaro di paulownia al taglio produce anche 60 tonnellate di materiale di scarto per uso cippato; tanto per capirci ci sono ad esempio in vendita in Germania sacchetti di legno per il camino di circa 10 pz per 3/4 kg al prezzo di 2,60 Euro (80 Euro il quintale). Voi ci state facendo immaginare che il legno non valga (certamente in questo caso per l'agricoltore); quindi, a titolo personale, mi sento di confermare le cifre che ho menzionato (le cifre da capogiro), di confermare che quanto meno non siete gli unici seri sul mercato, che non avete a disposizione il legno di cotevisa 2 con le sue performance e voi sapete cosa intendo (probabilmente l'uva non è matura); godetevi il momento favorevole per proporre prezzi a questo punto direi "ridicoli" ai vostri clienti. Chiedo inoltre di cambiare modo di esporre il problema facendo capire il proprio progetto e magari mostrarlo con video e foto che confermino che è già realizzato, senza cercare di denigrare i progetti degli altri, onde evitare di alzare ulteriori dubbi (se non fondati) su questo tipo di coltivazione, già vessato (vedi titolo del forum) e che possano far scattare reazioni come questa che sto scrivendo. Saluti
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Buon giorno, per prima cosa un'azienda seria non si nasconde sotto pseudonimi. Lascia il suo recapito e-mail, numero di telefono e sito internet. Noi ci mettiamo la faccia, ed è anche vero che non abbiamo tagliato. Ma per fortuna a differenza di molti conosciamo molto molto bene il mercato del legno (che fra le altre cose non abbiamo fatto noi, esiste da una vita). Resta il fatto che noi non siamo venditori di piante (LE COMPRIAMO) per i nostri terreni e grazie a ciò abbiamo impiantato ad oggi 300 ettari. Chi si rivolge a noi per disfarsi delle piante è perché nessuno le ha mai ritirate (nessuno)e da quello che so (vedi Calabria, Toscana, Emilia Romagna, Sicilia, Piemonte ecc. (cotevisa)senza fare i nomi di chi ha venduto le piantine nessuno di questi ha mai venduto, sul mercato del legno nobile il ben che minimo arbusto). Spero che quello che lei decanta sia vero (molti hanno promesso poi spariti) almeno sto benedetto mercato della paulownia inizierà a decollare. Sarei in ogni caso curioso di capire se questo è vero E LO SPERO DI CUORE e sarei pronto a rimangiarmi ciò che ho scritto. Ad ogni buon conto io non mi nascondo (AVETE E-MAIL, TELEFONO E RAGIONE SOCIALE) e sono pronto a qualunque incontro, anche di persona.
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Buona sera, per quanto riguarda recapito ecc., se guarda bene, trova tutto nei post precedenti (o perlomeno come contattarmi) quindi è da tempo che sono censito. Certamente non parlavo del mercato del legno in generale ma del mercato di legno di paulownia (cloni) in particolare, quindi confermo che in Italia (noi lo portiamo fuori) siete solo voi che ve la cantate e suonate; anche noi compriamo piantine selezionate e le rivendiamo ai nostri clienti ma proprio per avere il legno di quel tipo di clone del quale per l'Italia abbiamo l'esclusiva (so di altri che hanno piantato con raggiri ma poi si vedrà alla fine come andrà a finire); non vendiamo le piantine se il cliente non ci sottoscrive un contratto di rivendita del legno (e non mi sembra proprio il modo migliore per fare business con le piantine). Quando dice che nessuno ha mai ritirato il legno sa che non sta dicendo il vero; è chiaro che abbiamo ritirato legno di classe A e quello che non è conforme deve attendere che lo diventi in grandezza del tronco, semprechè sia lavorato correttamente; abbiamo già da qualche anno venduto e stiamo vendendo all'estero legno nobile delle nostre coltivazioni con necessità di tagliare anche in Spagna per compensare la carenza di legno (che deve essere per forza Cotevisa 2) e questo lei lo sa. Sa anche chi sono e quindi se vuole può tranquillamente contattarmi anche se al momento non ho molto da dire oltre a quanto qui riportato; io parlo sempre a titolo personale, ma non me ne voglia se mi sono un pò risentito per quanto scritto da lei nei precedenti post. Buona serata
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Il legno di classe A e quello che non è conforme deve attendere che lo diventi in grandezza del tronco, semprechè sia lavorato correttamente; a quanto qui riportato, io parlo sempre a titolo personale, ma non me ne voglia se mi sono un pò risentito per quanto scritto da lei nei precedenti post. Scusate sono nuovo del forum non so se posso chiedere direttamente dalla chat ma vorrei acquistare FIORI di paulownia e vorrei sapere qualche prezzo per quintale e da chi rifornirmi. Grazie lascio la mia e-mail per un contatto fabiopasina1976@gmail.com
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Buonasera, confesso che non ci capisco ancora molto ma trovo interessanti i pareri finora esposti. Vedo girare cifre da capogiro e insieme clamorose smentite. Dove sta l'inghippo? Dobbiamo produrre legno di paulownia e svenderlo al mercato del legno generico a 40 euro/mc? Dite che siano queste le "rosee" prospettive per un impianto ben tenuto e seguito con tronchi di 6 metri x 30 cm di diametro dopo il terzo anno di impianto? Un particolare: attualmente a chi si propone per acquistare 6000 piante di Cotevisa 2, o 8000 piante di Phoenix one, quanto viene a costare 1 piantina posta in azienda sita in pianura padana? Grazie
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gianni16 wrote: Buonasera, confesso che non ci capisco ancora molto ma trovo interessanti i pareri finora esposti. Vedo girare cifre da capogiro e insieme clamorose smentite. Dove sta l'inghippo? Dobbiamo produrre legno di paulownia e svenderlo al mercato del legno generico a 40 euro/mc? Dite che siano queste le "rosee" prospettive per un impianto ben tenuto e seguito con tronchi di 6 metri x 30 cm di diametro dopo il terzo anno di impianto? Un particolare: attualmente a chi si propone per acquistare 6000 piante di Cotevisa 2, o 8000 piante di Phoenix one, quanto viene a costare 1 piantina posta in azienda sita in pianura padana? Grazie E' la prima volta che accedo al forum e forse commetterò degli involontari errori di accesso o uso dello stesso. Più che rispondere ad un singolo partecipante vorrei mettere a disposizione informazioni ed esperienza personale sull'argomento. Ho cominciato a documentarmi e cercare informazioni a 360 gradi sull'argomento circa tre anni fa quando un sindacalista agricolo calabrese me ne ha parlato molto miracolisticamente e positivamente. per quanto, personalmente credo ai miracoli ma non alle bufale, agisco da San Tommaso ficcandoci non solo il naso ma anche piedi e mani, mente e cuore. Premesso ciò vi sintetizzo le mie considerazioni dopo aver incontrato un agente e promotore (persona e professionista serio) in provincia calabrese e visitato una sua piantagione e, dopo aver promosso e collaborato alla messa a dimora, nella primavera 2018 in Lomellina tra Pavia e Milano 100 piante da vivaio a radice nuda (non cloni da laboratorio) con lo scopo di perimetrare un campo di due ettari a scopo ornamentale per la fioritura a scopo apistico, questa primavera sono state piantate alcune altre centinaia di piante con lo stesso scopo. Quindi passo a fare alcune opportune considerazioni di carattere generale e sul campo. Da anni in Italia e non solo ci si arrovella su cosa e come coltivare il prodotto che dia più remunerazioni economiche e meno rischi (appena qualcuno lo scopre e ne ha le prove certe ce lo dica che lo seguiamo a ruota). In effetti l'errore di fondo è che l'agricoltura è stata contaminata dalla finanza speculativa globalista delle multinazionali e fintanto che non ci si disintossicherà da questo veleno non si andrà da nessuna parte. Pensare di investire 5000-10000 € o più su qualsiasi coltura con la speranza di un ritorno economico positivo in tempi brevi e illusorio. Anche le più collaudate e promettenti coltivazioni bossono riservarci sgradevolissime sorprese a causa di vari fattori: l'andamento dei mercati, l'oscillante prezzo degli idrocarburi, le capricciose variazioni dei mercati, le incertezze legislative, normative, fiscali, incentivanti, risarcitorie e fino alla pesantezza burocratica e alla giustizia e al diritto e alla giustizia a volte inefficace. Qualcosa su cui riflettere è senz'altro essere attori in una rete e in una o più filiere diversificando investimenti e impegni produttivi. Faccio un esempio: se investo e pianto paulownia o allevo vacche da latte concentrandomi esclusivamente sul conto della massaia 600 piante di paulownia tagliate a diametro 30/40cm al 4° e al 10° anno pagate a 50€ l'una mi renderanno circa 90.00 Euri in 10 anni a fronte di 5.000 € iniziali un impianto di fertirrigazione, 1.800 € di coltivazione e cura annuale per totali 22.000/25.000 €. Tutto sommato è un ottimo investimento in confronto al mattone o ai fondi d'investimento o ai BOT o ai CCT. Per le vacche invece mi concentrerò su come far fare a Carolina, Genoveffa e Ermenelgalda 45/60 lt di latte per tre anni (e malpagati) invece dei suoi naturali 38 lt per 10 anni di vita; e litigare per le quote latte, le contestazioni per gli antibiotici nel latte, ecc. Questi approcci sono del tutto errati e fuorvianti e generano miti scollati dalla realtà dei processi economici. Non bisogna mai decontestualizzare ma piuttosto includere. Se cambio prospettiva e aspettative posso scegliere un percorso più faticoso ma più virtuoso, faccio rete con chi può comprarmi il legname e il latte che io produrrò al meglio della qualità, senza troppi intermediari, ottenendo un prezzo più confacente il mio lavoro e al mercato e facendo risparmiare anche chi fa formaggio o vende tavole. Per tornare alla Paulownia ci sono molte verità e non poche bugie o ommissioni. E' vero che cresce veloce (se acquistate radici di un anno e non da Laboratori di cloni che garantiscono una mortalità dal 30% e più a secondo delle situazioni); è vero che si può tagliare al 4°, 7° e 10° anno se curate bene. I consigli e le precauzioni di coltivazione: da sole crescono solo la gramigna e le ortiche. Sarebbe meglio ottenere i più ben pagati tronchi tagliati a 6°/8° anno e 10° o magari su ettaro o più fare un piano di taglio differenziato al 4° anno in parte per fare cassa e lasciare le altre piante per la maggiore redditività. Oppure differenziare per le tre tipologie: piantagione da pellet, da legname e da fioritura in accordo con un apicoltore per la produzione di miele, polline e propoli (circa 500/700 kg per ettaro da 600 piante dal 4° anno in poi). E' vero che dal 1° taglio e da quelli successivi nascono al colletto tre, quattro nuovi germogli di cui il più bello si farà crescere per dar vita al nuovo tronco per il prossimo taglio fra tre quattro anni. Attenzione a: l'eccesso di acqua della Pianura Padana fa marcire o non crescere le piantine, così la siccità; la cimice mangia foglie e giovani germogli rovinando la pianta, il tronco è attaccato da altre patologie e la corteccia si spacca creando vistose e profonde cicatrici che comprometteranno la qualità e il prezzo finali. Per ora mi fermo qui. Dirò qualche altra cosa sul bambù in altro post quando avrò occasione. Buon lavoro a tutti!
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Mah... Un'altra opinione disillusoria, interessante a parer mio perchè introduce qualche novità interessante: - i cloni da laboratorio danno piantine con mortalità elevata? esiste la garanzia mi pare, no? Per contro daranno piante migliori più uniformi e con crescita più veloce. E' l'obbiettivo della selezione. - Cimice che danneggia i germogli: è una novità, specifica meglio! - Sappiamo che sono da evitare i ristagni idrici... E i periodi alluvionali come questo? - Scrivi di malattie fungine, spacchi sulla corteccia ecc. mai segnalati da nessuno... Puoi specificare meglio il problema? Grazie!
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gianni16 wrote: Buonasera, confesso che non ci capisco ancora molto ma trovo interessanti i pareri finora esposti. Vedo girare cifre da capogiro e insieme clamorose smentite. Dove sta l'inghippo? Dobbiamo produrre legno di paulownia e svenderlo al mercato del legno generico a 40 euro/mc? Dite che siano queste le "rosee" prospettive per un impianto ben tenuto e seguito con tronchi di 6 metri x 30 cm di diametro dopo il terzo anno di impianto? Un particolare: attualmente a chi si propone per acquistare 6000 piante di Cotevisa 2, o 8000 piante di Phoenix one, quanto viene a costare 1 piantina posta in azienda sita in pianura padana? Grazie buongiorno scusi per il ritardo nella risposta concordo in pieno con il suo ragionamento relativo alle "rosee" prospettive; per quanto riguarda la richiesta di 6000 piantine di cotevisa 2 può contattarmi in privato (recapito su fb Paulownia Marche) saluti
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Post in risposta a Pinogep.pro del 3/12/2019 Buongiorno, ho letto con interesse il suo post e nel rispetto delle opinioni altrui, sento di non trovarmi d'accordo su alcuni punti del suo ragionamento: prendo atto della sua esperienza relativa alla coltivazione di paulownia, nata al sud, dove vengono prevalentemente coltivati cloni specifici, ma messa in pratica al nord, con condizioni climatiche completamente diverse e con impianto, da quello che deduco, di altro tipo di clone; ci chiede di uscire dall'ottica arrivista e del profitto, salvo poi trovarla in tutti i settori della società e purtroppo un motivo ci sarà...; lei ci sta mostrando la via di un'agricoltura più serena, più volta al riscoprire i valori di un tempo, "un percorso più faticoso ma più virtuoso", che porterà sicuramente nel lungo periodo ad approcci "non errati e fuorvianti", un modo di fare agricoltura qualitativa ed a misura d'uomo; è però, secondo me, un peccato che questo tipo di agricoltura lo puoi fare se la fai, diciamo, per hobby, avendo un bel conto in banca, senza pensieri, quasi come se fatta da un soggetto che sta per andare in pensione e vuole la tranquillità e la qualità della vita, requisiti che si addicono al 10 per cento delle persone che fanno agricoltura, che non devono tutti i giorni fare i conti con la vita "normale". Mi associo all'augurio di una futura agricoltura come da lei vista, ma ben vengano coltivazioni con certe caratteristiche, che se fatte nel modo giusto possono garantire entrate, anche nel breve e che permettano di proseguire con più serenità l'opera dell'agricoltore. Tra l'altro, se chi ci vende la piantina ci ritira pure il legno, ho già fatto rete, ho già chiuso il cerchio prima ancora di pensare al taglio; non vedo "troppi intermediari" e so già che otterrò "un prezzo confacente il mio lavoro". Venendo nello specifico, non capisco perchè cresce veloce solo se acquisto radici di un anno, delle quali non voglio esprimermi non conoscendo caratteristiche, ma le garantisco che lei ha parlato a sproposito di cloni di laboratorio non sapendo, non conoscendo, citando mortalità del "30 per cento e più"; nei 200 ettari che sto curando, in condizioni climatiche "normali", la mortalità non supera l'1 per cento, ampiamente rimpiazzato a spese della ditta proponente; è chiaro poi che in certe condizioni climatiche avverse non esistono piantine (di qualsiasi genere in natura) che possano resistere. Inoltre vanno seguite le modalità di coltivazione indicate dalla ditta proponente, perchè come dice giustamente lei "da sole crescono solo gramigna e ortiche". Per quanto riguarda i consigli e cioè tagliare i tronchi al 6/8 anno e 10 o differenziare per tipologie (pellet, legno e fioritura) mi sembrano consigli per piantagioni che hanno una crescita veloce, ma non quanto altre, e che quindi giustifichino i consigli stessi. E' inoltre impensabile fare un taglio differenziato al 4 anno per far cassa, in quanto le piante non tagliate pregiudicheranno la crescita futura delle altre piante tagliate. Per quanto riguarda le attenzioni: il cliente viene sempre avvisato relativamente all'eccesso di acqua e alla irrigazione dovuta nel caso di siccità; la cimice (recente specialmente al nord) può essere trattata chimicamente per attenuarne la problematica; altre patologie che attaccano il tronco e corteccia che si spacca creando vistose e profonde cicatrici tali da compromettere la qualità ed il prezzo finale, mi permetta, è una cosa non veritiera (ed ho usato una parola molto blanda) in quanto non riscontro alcuno di questi casi nelle 120.000 piante da me seguite; non vorrei fosse una problematica caratteristica di altri cloni o tipologie da me non conosciute. Per concludere, pensando di aver capito ("facciamo rete", "consigliamo la raccolta al 6/8 e 10 anno") con quale clone lei abbia dimestichezza, come io cerco di parlare delle caratteristiche del clone che conosco, senza generalizzare e sentenziare, consiglierei ad ognuno di noi di parlare di ciò che conosciamo. Buon lavoro!
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buongiorno in relazione all'articolo del signor Mario A.Rosato pubblicato su questo sito in data 14 febbraio 2020 sulla coltivazione della paulownia, mi sembra si siano fatte molte forzature e solo a livello di confronto in una civile conversazione, ritengo personalmente di fare alcune precisazioni: - Nel titolo, a prescindere, si contempla già il fatto che sia una truffa (usando questa parola in un titolo, si predispone il lettore subito a diffidare di questo tipo di coltivazione); - Si paragona la coltivazione della stessa a quella di bambù gigante, che ha tutta una serie di caratteristiche completamente diverse (costo impianto, quantità di acqua necessaria, requisiti terreno e adattamento climatico) e che parte pressochè da un unico soggetto con grandi capacità economiche che con pubblicità capillare e pressante sui social, una fitta rete di collaboratori, coinvolge nel progetto (del bambù una grande quantità di agricoltori, con risultati per gli stessi (non tanto di incassi ma addirittura di crescita delle piantine) a dir poco fallimentari (per lo meno nella mia regione); - Per quanto riguarda la paulownia, dopo un primo ingresso di soggetti interessati solo alla vendita di piantine, senza interesse per il tipo di legno prodotto, con cloni che producono legno di scarsa qualità, che hanno lasciato gli agricoltori coinvolti a loro stessi, suscitandone le perplessità sulla riuscita del prodotto, si sono presentati alcuni soggetti che avendo studiato dei cloni che producono ottimo legname di classe A, possono permettersi di seguire tutta la filiera, fino a proporre all'agricoltore coinvolto ottimi risultati, a seguito anche di una attenta modalità di coltivazione (senza dare non si ottiene nulla e non regala niente nessuno); - Per quanto mi riguarda (ho 7 ettari di paulownia coltivati per legno d'opera con primo taglio a maturità effettuato il mese scorso) la ditta per cui lavoro ha oltre mille ettari impiantati in Italia, con taglio legno e pagamento effettuato dove questo è arrivato a maturità, come da contratto, con ottimi risultati in termini di crescita delle piantagioni (qualora le stesse siano supportate da un clima idoneo, terreni con minime caratteristiche e cura precisa delle regole di coltivazione da parte dell'agricoltore - modalità fondamentali per la riuscita di qualsiasi coltivazione); - E' bene precisare che delle attuali offerte di coltivazione di paulownia, nessuna è indirizzata alla produzione di biomassa, ma tutte alla produzione di legno d'opera e pertanto la scelta del clone da coltivare è fondamentale, perchè non tutti producono in tempi brevi legno di qualità A; - E' inoltre inadeguato prendere in considerazione la Paulownia Tomentosa, pianta autoctona, principalmente usata per parchi e giardini, e studiarla quale pianta per biomassa (per la quale vengono usati altri cloni, con modalità di coltivazione ben precisi in termini di sesto di impianto e tempistica di taglio); è come se studiassimo l'evoluzione delle automobili e prendessimo in considerazione la Fiat 127 (ottima macchina ai suoi tempi) e fare tutto un articolo per verificare se attualmente, per consumi, affidabilità e performance è attualmente ad "alto reddito o truffa".....mi sembra scontato e quantomeno ingannevole e fiorviante, per una precisa valutazione; è inoltre già appurato che non ci siano tutti questi vantaggi economici a coltivare la paulownia per uso biomassa, visto il suo peso una volta asciugato, pur avendo un ottimo potere calorico; è chiaro che nel momento del taglio delle piantagioni per uso legno d'opera, si producono ramaglie che potranno diventare biomassa, ma solo per una questione di recupero, e comunque si stanno già studiando modalità di utilizzo diverse dalla biomassa; - Senza contare i benefici in termini ecologici (produzione di ossigeno, consumo di anidride carbonica, abitat per animali, fiori per api, ecc.) che la paulownia può produrre (si veda anche tutto il discorso dei certificati di carbonio); in parecchi studi è stata qualificata come pianta salva pianeta per le sue caratteristiche: mi vanto di aver fatto mettere a dimora nella mia regione (le Marche) un bosco di oltre 150.000 alberi: solo per questo dovrebbe essere incentivata la coltivazione, anzichè denigrarla con relativo pressapochismo; che poi si debbano combattere azioni truffaldine tendenti solo ad avere un ritorno economico per pochi arrivisti è ovvio, come in tutte le operazioni commerciali; Non si capisce per quale motivo si debba giudicare con relativa sufficienza un eventuale tipo di coltivazione che potrebbe essere un'ottima opportunità e valida alternativa per gli agricoltori; opportunità chiaramente da soppesare e verificare con i giusti criteri; Era solo per precisare alcune valutazioni senza togliere alla professionalità di chi in agricoltura ne sa sicuramente più di me, ma magari non è ancora ben ferrato sulla coltivazione della paulownia e sui suoi prodotti. grazie buona giornata Carboni Giuseppe
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Buongiorno anche noi abbiamo piantato circa un ettaro e mezzo di paulownia un paio dai anni fa. Conoscenti sollevano dubbi che le società intermediarie con cui si è stipulato il contratto non hanno eseguito i tagli promessi. A parte le possibili illazioni, ma qualcuno a cui hanno tagliato le piante e che ha visto i soldi, esiste? Può eventualmente dare la propria testimonianza Grazie Paolo
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cataplano wrote: Buongiorno anche noi abbiamo piantato circa un ettaro e mezzo di paulownia un paio dai anni fa. Conoscenti sollevano dubbi che le società intermediarie con cui si è stipulato il contratto non hanno eseguito i tagli promessi. A parte le possibili illazioni, ma qualcuno a cui hanno tagliato le piante e che ha visto i soldi, esiste? Può eventualmente dare la propria testimonianza Grazie Paolo Ciao Paolo Io ho tagliato questo febbraio e riscosso quanto pattuito; è chiaro che alla ditta bisogna consegnare materiale di qualità (proprio perchè la ditta possa svilupparsi e consolidarsi) per essere pagati; tutte le cose nuove portano con se scetticismo e derisione (da parte di chi non fa), proprio perchè non sono le abituali; cercare nuove alternative non è per tutti e chi non fa si sente in condizione di deridere, fino a che il tempo .... è chiaro che il cercare nuove alternative non deve impegnare troppo tempo e denaro.. quindi.. ponderare; è evidente (anche dal titolo di questo forum) che c'e' stato e c'e' tuttora una speculazione intorno a questa pianta, tendente a vendere le piantine e scappare, perchè spesso queste ditte non hanno cloni qualitativamente buoni (per produrre legno di classe A); quindi, secondo il mio punto di vista, è essenziale verificare che clone si mette a dimora nel proprio terreno: se c'e' la qualità il prodotto si vende (anche indipendentemente dalla ditta proponitrice). Inoltre anche gli agricoltori stessi devono entrare nell'ottica di costituirsi in associazione di produttori, per essere pronti a qualsiasi evenienza ed eventualmente, come decantato da tanti detrattori, sostituirsi alla azienda nella vendita del legno (il che potrebbe essere anche più interessante a livello economico); per quanto mi riguarda, sto costituendo un'associazione che raggrupperà i proprietari di circa 300 ettari coltivati a paulownia Cotevisa 2; Quindi, a volte certi eventi accadono; nessuno sa cosa può succedere tra dieci anni (abbiamo visto che in un mese il mondo si è stravolto); basta farsi trovare pronti nel miglior modo possibile; non è semplice, costa sacrifici, ma si può fare.. Ciao Giuseppe
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MANGIOCA wrote: cataplano wrote:Buongiorno anche noi abbiamo piantato circa un ettaro e mezzo di paulownia un paio dai anni fa. Conoscenti sollevano dubbi che le società intermediarie con cui si è stipulato il contratto non hanno eseguito i tagli promessi. A parte le possibili illazioni, ma qualcuno a cui hanno tagliato le piante e che ha visto i soldi, esiste? Può eventualmente dare la propria testimonianza Grazie Paolo Ciao Paolo Io ho tagliato questo febbraio e riscosso quanto pattuito; è chiaro che alla ditta bisogna consegnare materiale di qualità (proprio perchè la ditta possa svilupparsi e consolidarsi) per essere pagati; tutte le cose nuove portano con se scetticismo e derisione (da parte di chi non fa), proprio perchè non sono le abituali; cercare nuove alternative non è per tutti e chi non fa si sente in condizione di deridere, fino a che il tempo .... è chiaro che il cercare nuove alternative non deve impegnare troppo tempo e denaro.. quindi.. ponderare; è evidente (anche dal titolo di questo forum) che c'e' stato e c'e' tuttora una speculazione intorno a questa pianta, tendente a vendere le piantine e scappare, perchè spesso queste ditte non hanno cloni qualitativamente buoni (per produrre legno di classe A); quindi, secondo il mio punto di vista, è essenziale verificare che clone si mette a dimora nel proprio terreno: se c'e' la qualità il prodotto si vende (anche indipendentemente dalla ditta proponitrice). Inoltre anche gli agricoltori stessi devono entrare nell'ottica di costituirsi in associazione di produttori, per essere pronti a qualsiasi evenienza ed eventualmente, come decantato da tanti detrattori, sostituirsi alla azienda nella vendita del legno (il che potrebbe essere anche più interessante a livello economico); per quanto mi riguarda, sto costituendo un'associazione che raggrupperà i proprietari di circa 300 ettari coltivati a paulownia Cotevisa 2; Quindi, a volte certi eventi accadono; nessuno sa cosa può succedere tra dieci anni (abbiamo visto che in un mese il mondo si è stravolto); basta farsi trovare pronti nel miglior modo possibile; non è semplice, costa sacrifici, ma si può fare.. Ciao Giuseppe Ciao Giuseppe, anche io ho piantato un ettaro di paulownie due anni fa con doppio contratto per acquisto piantine e per vendita legno....ho avuto molte avversità allagamenti,cinghiali,arvicole, gelo dopo caldo fuori stagione e avrei bisogno di parlarti, puoi darmi un recapito? Grazie. Angela
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Ciao Angela.. fb "paulownia Marche" e trovi contatti ciao vigna1 wrote: MANGIOCA wrote:cataplano wrote:Buongiorno anche noi abbiamo piantato circa un ettaro e mezzo di paulownia un paio dai anni fa. Conoscenti sollevano dubbi che le società intermediarie con cui si è stipulato il contratto non hanno eseguito i tagli promessi. A parte le possibili illazioni, ma qualcuno a cui hanno tagliato le piante e che ha visto i soldi, esiste? Può eventualmente dare la propria testimonianza Grazie Paolo Ciao Paolo Io ho tagliato questo febbraio e riscosso quanto pattuito; è chiaro che alla ditta bisogna consegnare materiale di qualità (proprio perchè la ditta possa svilupparsi e consolidarsi) per essere pagati; tutte le cose nuove portano con se scetticismo e derisione (da parte di chi non fa), proprio perchè non sono le abituali; cercare nuove alternative non è per tutti e chi non fa si sente in condizione di deridere, fino a che il tempo .... è chiaro che il cercare nuove alternative non deve impegnare troppo tempo e denaro.. quindi.. ponderare; è evidente (anche dal titolo di questo forum) che c'e' stato e c'e' tuttora una speculazione intorno a questa pianta, tendente a vendere le piantine e scappare, perchè spesso queste ditte non hanno cloni qualitativamente buoni (per produrre legno di classe A); quindi, secondo il mio punto di vista, è essenziale verificare che clone si mette a dimora nel proprio terreno: se c'e' la qualità il prodotto si vende (anche indipendentemente dalla ditta proponitrice). Inoltre anche gli agricoltori stessi devono entrare nell'ottica di costituirsi in associazione di produttori, per essere pronti a qualsiasi evenienza ed eventualmente, come decantato da tanti detrattori, sostituirsi alla azienda nella vendita del legno (il che potrebbe essere anche più interessante a livello economico); per quanto mi riguarda, sto costituendo un'associazione che raggrupperà i proprietari di circa 300 ettari coltivati a paulownia Cotevisa 2; Quindi, a volte certi eventi accadono; nessuno sa cosa può succedere tra dieci anni (abbiamo visto che in un mese il mondo si è stravolto); basta farsi trovare pronti nel miglior modo possibile; non è semplice, costa sacrifici, ma si può fare.. Ciao Giuseppe Ciao Giuseppe, anche io ho piantato un ettaro di paulownie due anni fa con doppio contratto per acquisto piantine e per vendita legno....ho avuto molte avversità allagamenti,cinghiali,arvicole, gelo dopo caldo fuori stagione e avrei bisogno di parlarti, puoi darmi un recapito? Grazie. Angela
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MANGIOCA wrote: Ciao Angela.. fb "paulownia Marche" e trovi contatti ciao vigna1 wrote: MANGIOCA wrote:cataplano wrote:Buongiorno anche noi abbiamo piantato circa un ettaro e mezzo di paulownia un paio dai anni fa. Conoscenti sollevano dubbi che le società intermediarie con cui si è stipulato il contratto non hanno eseguito i tagli promessi. A parte le possibili illazioni, ma qualcuno a cui hanno tagliato le piante e che ha visto i soldi, esiste? Può eventualmente dare la propria testimonianza Grazie Paolo Ciao Paolo Io ho tagliato questo febbraio e riscosso quanto pattuito; è chiaro che alla ditta bisogna consegnare materiale di qualità (proprio perchè la ditta possa svilupparsi e consolidarsi) per essere pagati; tutte le cose nuove portano con se scetticismo e derisione (da parte di chi non fa), proprio perchè non sono le abituali; cercare nuove alternative non è per tutti e chi non fa si sente in condizione di deridere, fino a che il tempo .... è chiaro che il cercare nuove alternative non deve impegnare troppo tempo e denaro.. quindi.. ponderare; è evidente (anche dal titolo di questo forum) che c'e' stato e c'e' tuttora una speculazione intorno a questa pianta, tendente a vendere le piantine e scappare, perchè spesso queste ditte non hanno cloni qualitativamente buoni (per produrre legno di classe A); quindi, secondo il mio punto di vista, è essenziale verificare che clone si mette a dimora nel proprio terreno: se c'e' la qualità il prodotto si vende (anche indipendentemente dalla ditta proponitrice). Inoltre anche gli agricoltori stessi devono entrare nell'ottica di costituirsi in associazione di produttori, per essere pronti a qualsiasi evenienza ed eventualmente, come decantato da tanti detrattori, sostituirsi alla azienda nella vendita del legno (il che potrebbe essere anche più interessante a livello economico); per quanto mi riguarda, sto costituendo un'associazione che raggrupperà i proprietari di circa 300 ettari coltivati a paulownia Cotevisa 2; Quindi, a volte certi eventi accadono; nessuno sa cosa può succedere tra dieci anni (abbiamo visto che in un mese il mondo si è stravolto); basta farsi trovare pronti nel miglior modo possibile; non è semplice, costa sacrifici, ma si può fare.. Ciao Giuseppe Ciao Giuseppe, anche io ho piantato un ettaro di paulownie due anni fa con doppio contratto per acquisto piantine e per vendita legno....ho avuto molte avversità allagamenti,cinghiali,arvicole, gelo dopo caldo fuori stagione e avrei bisogno di parlarti, puoi darmi un recapito? Grazie. Angela ciao Angela.. fb "paulownia Marche" e trovi i contatti... ciao
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Buongiorno, Sono Bianchi Riccardo, mi occupo di produzione e commercializzazione di piantine di pioppo vari cloni,oltre a gestire la mia piccola azienda agricola vivaistica collaboro con la ditta di famiglia che si occupa di abbattimento piante, pioppeti, e produzione di Biomassa per la produzione di energia elettrica. ho un quesito, non capisco perchè le società promotrici di Paulownia non siano interessate a contratti di COMPARTECIPAZIONE come faccio io con il pioppo ogni anno durante il trapianto; se un proprietario terriero non vuole sostenere la spesa di piantagione io propongo sempre ai miei clienti un contratto di compartecipazione, A CARICO MIO SOSTENGO LE SPESE DI PIANTA TRAPIANTO MANUTENZIONE FINO A MATURAZIONE a fine ciclo il ricavo dalla vendita della pianta, sara spartito in percentuale che generalmente si suddivide in 70% a chi ha gestito l'impianto e 30% al proprietario, con il rischio di rimetterci entrambi o di guadagnare entrambi. per quale motivo nessuna società promotrice di Paulonia è disposta a questo? e l'unica cosa che propongono sono le spese iniziali all'impianto?
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riccardobia92 wrote: Buongiorno, Sono Bianchi Riccardo, mi occupo di produzione e commercializzazione di piantine di pioppo vari cloni,oltre a gestire la mia piccola azienda agricola vivaistica collaboro con la ditta di famiglia che si occupa di abbattimento piante, pioppeti, e produzione di Biomassa per la produzione di energia elettrica. ho un quesito, non capisco perchè le società promotrici di Paulownia non siano interessate a contratti di COMPARTECIPAZIONE come faccio io con il pioppo ogni anno durante il trapianto; se un proprietario terriero non vuole sostenere la spesa di piantagione io propongo sempre ai miei clienti un contratto di compartecipazione, A CARICO MIO SOSTENGO LE SPESE DI PIANTA TRAPIANTO MANUTENZIONE FINO A MATURAZIONE a fine ciclo il ricavo dalla vendita della pianta, sara spartito in percentuale che generalmente si suddivide in 70% a chi ha gestito l'impianto e 30% al proprietario, con il rischio di rimetterci entrambi o di guadagnare entrambi. per quale motivo nessuna società promotrice di Paulonia è disposta a questo? e l'unica cosa che propongono sono le spese iniziali all'impianto? buongiorno colgo con piacere il quesito finale anche se non posto correttamente nella seconda parte "solo le spese iniziali all'impianto" e nel proseguo le spiegherò il perchè; prendo atto che lei gestisce tutto il ciclo della coltivazione del pioppo (produce e commercializza la piantina, abbatte e produce biomassa); quindi lei fa una contabilità annuale del progetto, con cliente finale (di solito) un unico cliente per tanti anni; intanto se avesse prodotto in esubero, non starebbe a proporre contratti di compartecipazione, e penso, meglio per lei, che ha bisogno di tanta biomassa, fin da proporre la compartecipazione; chi vende paulownia, specialmente cloni brevettati e ceduti in esclusiva, non porta fuori dai laboratori una pianta se non è pagata; chi fa paulownia di solito la coltiva per fare legno di categoria A e la biomassa può essere un'alternativa valida agli scarti di lavorazione e ramaglie; quindi coltivare paulownia comporta una manutenzione totalmente diversa e più assidua, con obbligo per la ditta di avere squadre di operai, eventualmente proponesse la compartecipazione; inoltre bisogna vedere se quel 30% rimasto al proprietario è relativo agli utili o da li bisogna scalare le spese di manutenzione, taglio e trasporto; e penso che lei come ditta, non ci ha mai rimesso.. per noi il lavoro dell'agricoltore è fondamentale e se svolgerà il suo compito correttamente, sarà ben ricompensato; E veniamo alla domanda finale che secondo me è mal formulata: è chiaro che ci sono realtà che propongono vendita di paulownia con solo le spese iniziali dell'impianto, come lei dice, ma ci sono anche ditte che propongono, oltre alle spese iniziali, anche contratti di riacquisto del legno con modalità, tempi e ricavi già prestabiliti, già avvenuti, con tagli e pagamenti già effettuati; dal suo post mi sembra di capire come un fastidio portato dalla paulownia per il suo businnes (perchè di questo si tratta), ma guardi, per quanto mi riguarda, il giorno che dovessimo piantare paulownia solo per biomassa, vorrà dire che il progetto ha fallito; che poi ci siano cloni di paulownia che vanno bene solo per biomassa, questo è un'altro discorso... Io penso che nel settore del legno ci sia posto per tutti, per chi fa biomassa e chi fa legno da lavoro, pioppo, paulownia o altro; l'essenziale è essere seri e rispettare la propria clientela. E' chiaro che tutti cercano di fare il proprio business, con le modalità che vuole (compartecipazione o altro); l'essenziale è fare seriamente le cose. Questo è un po' il mio modo di vedere la cosa. saluti. Carboni Giuseppe
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Buon giorno non voglio entrare nel merito se la coltivazione di questa pianta possa essere una truffa o no.Voglio solo porre l'attenzione sulla coltivazione di generi di piante non autoctone. Io abito nel Parco del Ticino e semplicemente vi invito a venire a vedere quale è la situazione causata dalla invasione del Bambù e/o delle piante di Alianto ,tralasciando la Robinia,Prugnolo ecc. La mia riflessione è se sia proprio necessario impiantare queste coltivazioni intensive di specie vegetali non autoctone quando il danno che possono creare è incalcolabile ? Grazie per L'attenzione. Genoni Marco
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mgenoni wrote: Buon giorno non voglio entrare nel merito se la coltivazione di questa pianta possa essere una truffa o no.Voglio solo porre l'attenzione sulla coltivazione di generi di piante non autoctone. Io abito nel Parco del Ticino e semplicemente vi invito a venire a vedere quale è la situazione causata dalla invasione del Bambù e/o delle piante di Alianto ,tralasciando la Robinia,Prugnolo ecc. La mia riflessione è se sia proprio necessario impiantare queste coltivazioni intensive di specie vegetali non autoctone quando il danno che possono creare è incalcolabile ? Grazie per L'attenzione. Genoni Marco Buongiorno non conosco il grado di invasività di queste specie da lei menzionate, ma la paulownia, (perlomeno quella che trattiamo noi) è una pianta sterile, che viene lavorata di continuo, quindi non può avere alcuna invasività; a fine dei contratti o dell'impianto, c'e' l'impegno all'espianto, da farsi con particolare benna che strappa il fittone a 2 metri (e quindi la restante parte interrata marcisce perchè priva di parte esterna) e la parte superiore della radice che viene usata per cippato; il terreno viene riconsegnato più ricco e fertile di prima; l'invasività è un problema che non ci tocca; detto questo, anche acacia, pomodoro, melanzane, patate, granoturco e molte altre culture che sono coltivate normalmente, non sono specie autoctone; per risolvere il problema che dice lei, basta stilare particolari programmi che consentano la coltivazione a carattere agricolo di specie non autoctone, con durata della coltivazione e garanzia di espianto a fine ciclo; questo si... buona giornata Carboni Giuseppe
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MANGIOCA wrote: mgenoni wrote:Buon giorno non voglio entrare nel merito se la coltivazione di questa pianta possa essere una truffa o no.Voglio solo porre l'attenzione sulla coltivazione di generi di piante non autoctone. Io abito nel Parco del Ticino e semplicemente vi invito a venire a vedere quale è la situazione causata dalla invasione del Bambù e/o delle piante di Alianto ,tralasciando la Robinia,Prugnolo ecc. La mia riflessione è se sia proprio necessario impiantare queste coltivazioni intensive di specie vegetali non autoctone quando il danno che possono creare è incalcolabile ? Grazie per L'attenzione. Genoni Marco Buongiorno non conosco il grado di invasività di queste specie da lei menzionate, ma la paulownia, (perlomeno quella che trattiamo noi) è una pianta sterile, che viene lavorata di continuo, quindi non può avere alcuna invasività; a fine dei contratti o dell'impianto, c'e' l'impegno all'espianto, da farsi con particolare benna che strappa il fittone a 2 metri (e quindi la restante parte interrata marcisce perchè priva di parte esterna) e la parte superiore della radice che viene usata per cippato; il terreno viene riconsegnato più ricco e fertile di prima; l'invasività è un problema che non ci tocca; detto questo, anche acacia, pomodoro, melanzane, patate, granoturco e molte altre culture che sono coltivate normalmente, non sono specie autoctone; per risolvere il problema che dice lei, basta stilare particolari programmi che consentano la coltivazione a carattere agricolo di specie non autoctone, con durata della coltivazione e garanzia di espianto a fine ciclo; questo si... buona giornata Carboni Giuseppe Mi stupisco che una persona che lavora in ambito agricolo non comprenda lo stato in essere causato da Bambù e/o Alianto. Sono d'accordo con Lei per quanto riguarda la necessità di predisporre appositi programmi prima di iniziare qualsiasi coltivazione di generi vegetali non autoctoni.Che io sappia a tutt'oggi questi programmi non esistono almeno in Italia per cui chiunque si tende autorizzato a piantare qualsiasi cosa.Per sua conoscenza le allego un link da dove può imparare molte cose. http://www.neophyten-schweiz.ch/index.php?l=I&p=2&t=28Cordiali saluti Genoni Marco
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mgenoni wrote: MANGIOCA wrote:mgenoni wrote:Buon giorno non voglio entrare nel merito se la coltivazione di questa pianta possa essere una truffa o no.Voglio solo porre l'attenzione sulla coltivazione di generi di piante non autoctone. Io abito nel Parco del Ticino e semplicemente vi invito a venire a vedere quale è la situazione causata dalla invasione del Bambù e/o delle piante di Alianto ,tralasciando la Robinia,Prugnolo ecc. La mia riflessione è se sia proprio necessario impiantare queste coltivazioni intensive di specie vegetali non autoctone quando il danno che possono creare è incalcolabile ? Grazie per L'attenzione. Genoni Marco Buongiorno non conosco il grado di invasività di queste specie da lei menzionate, ma la paulownia, (perlomeno quella che trattiamo noi) è una pianta sterile, che viene lavorata di continuo, quindi non può avere alcuna invasività; a fine dei contratti o dell'impianto, c'e' l'impegno all'espianto, da farsi con particolare benna che strappa il fittone a 2 metri (e quindi la restante parte interrata marcisce perchè priva di parte esterna) e la parte superiore della radice che viene usata per cippato; il terreno viene riconsegnato più ricco e fertile di prima; l'invasività è un problema che non ci tocca; detto questo, anche acacia, pomodoro, melanzane, patate, granoturco e molte altre culture che sono coltivate normalmente, non sono specie autoctone; per risolvere il problema che dice lei, basta stilare particolari programmi che consentano la coltivazione a carattere agricolo di specie non autoctone, con durata della coltivazione e garanzia di espianto a fine ciclo; questo si... buona giornata Carboni Giuseppe Mi stupisco che una persona che lavora in ambito agricolo non comprenda lo stato in essere causato da Bambù e/o Alianto. Sono d'accordo con Lei per quanto riguarda la necessità di predisporre appositi programmi prima di iniziare qualsiasi coltivazione di generi vegetali non autoctoni.Che io sappia a tutt'oggi questi programmi non esistono almeno in Italia per cui chiunque si tende autorizzato a piantare qualsiasi cosa.Per sua conoscenza le allego un link da dove può imparare molte cose. http://www.neophyten-schweiz.ch/index.php?l=I&p=2&t=28Cordiali saluti Genoni Marco Non è che non conosco lo stato in essere di Bambù e Alianto; volevo precisare che questo problema non tocca la coltivazione di Paulownia mediante cloni sterili quindi non comprendo perchè si voglia far passare l'equazione: pianta non autoctona=pianta invasiva; quindi ritengo che il suo intervento doveva essere fatto su un forum che parlasse di piante invasive e non certo la paulownia; per il resto ci troviamo perfettamente d'accordo. Saluti Carboni Giuseppe
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Buona sera, ho letto tutta questa discussione e credo di aver trovato molte informazioni sulla coltivazione della Paulownia. Per massimizzare il rendimento vorrei provare a fare tutto, ma proprio tutto, da solo... sapete dove posso trovare dei semi di Paulownia di buona qualità o delle talee giovani?
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masini.luca wrote: Buona sera, ho letto tutta questa discussione e credo di aver trovato molte informazioni sulla coltivazione della Paulownia. Per massimizzare il rendimento vorrei provare a fare tutto, ma proprio tutto, da solo... sapete dove posso trovare dei semi di Paulownia di buona qualità o delle talee giovani? Buonasera, per quanto riguarda il seme la sconsiglio vivamente in quanto infestante, per sua maggior conoscenza le consiglio di visitare il nostro sito paulowniaagricolturaeambiente.it ove troverà anche il nostro centro di ricerca che segue tutte le nostre piantagioni.
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