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Progettazione del verde

L'architettura del verde

Discussione avviata domenica 24 maggio 2009 - 20:28 • viste: 11090 • risposte: 25

L'architettura del verde

Scritto domenica 24 maggio 2009 - 18:28

Sapete cos'è l'architettura del verde?.

L'architettura del verde è l'arte e la tecnica di progettare e costruire opere a verde.
Come vedete, si compone di due termini:
" progettazione e costruzioe ".
La progettazione è il complesso delle attività destinate ad elaborare un progetto con descrizione verbale o cartacea dell'opera che s'intende realizzare.
La costruzione è l'esecuzione visibile dell'opera progettata.

Un buon progettista è colui il quale, progetta un'opera che non sia causa di sconvolgimenti della natura, ma sappia associarla ad un ambiente naturale, utilizzando essenze (piante) autoctone e materiali locali, in modo tale che,l'opera finita appare come una continuazione dell'ambiente circostante.
In definitiva, l'Architetto peasaggista e progettista, nella elaborazione della sua opera, cercherà di imitare la natura, valendosi delle naturali accidentalità del terreno, delle disposizioni naturali delle piante ad arrampicarsi, a distendersi al suolo o di elevarsi al cielo, di vivere isolate o in gruppi; naturalmente questa imitazione non deve essere banale, ma richiede molta esperienza, buon gusto e fine senso artistico.
Siete daccordo con me? cosa ne pensate???.
Sarei contento di avere un contraddittorio.

Paesaggioverde.

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RE: L'architettura del verde

Scritto venerdì 19 giugno 2009 - 21:46

Paesaggioverde wrote:

Sapete cos'è l'architettura del verde?.

L'architettura del verde è l'arte e la tecnica di progettare e costruire opere a verde.
Come vedete, si compone di due termini:
" pogettazione e costruzione ".
La progettazione è il complesso delle attività destinate ad elaborare un progetto con descrizione verbale o cartacea dell'opera che s'intende realizzare.
La costruzione è l'esecuzione visibile dell'opera progettata.

Un buon progettista è colui il quale, progetta un'opera che non sia causa di sconvolgimenti della natura, ma sappia associarla ad un ambiente naturale, utilizzando essenze (piante) autoctone e materiali locali, in modo tale che,l'opera finita appare come una continuazione dell'ambiente circostante.
In definitiva, l'Architetto peasaggista e progettista, nella elaborazione della sua opera, cercherà di imitare la natura, valendosi delle naturali accidentalità del terreno, delle disposizioni naturali delle piante ad arrampicarsi, a distendersi al suolo o di elevarsi al cielo, di vivere isolate o in gruppi; naturalmente questa imitazione non deve essere banale, ma richiede molta esperienza, buon gusto e fine senso artistico.
Siete daccordo con me? cosa ne pensate???.
Sarei contento di avere un contraddittorio.
www.ilmioverde.com
Paesaggioverde.

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RE: L'architettura del verde

Scritto domenica 21 giugno 2009 - 18:10

Paesaggioverde wrote:

Paesaggioverde wrote:
Sapete cos'è l'architettura del verde?.

L'architettura del verde è l'arte e la tecnica di progettare e costruire opere a verde.
Come vedete, si compne di due termini:
" progettazione e costruzione ".
La progettazione è il complesso delle attività destinate ad elaborare un progetto con descrizione verbale o cartacea dell'opera che s'intende realizzare.
La costruzione è l'esecuzione visibile dell'opera progettata.

Un buon progettista è colui il quale, progetta un'opera che non sia causa di sconvolgimenti della natura, ma sappia associarla ad un ambiente naturale, utilizzando essenze (piante) autoctone e materiali locali, in modo tale che,l'opera finita appare come una continuazione dell'ambiente circostante.
In definitiva, l'Architetto peasaggista e progettista, nella elaborazione della sua opera, cercherà di imitare la natura, valendosi delle naturali accidentalità del terreno, delle disposizioni naturali delle piante ad arrampicarsi, a distendersi al suolo o di elevarsi al cielo, di vivere isolate o in gruppi; naturalmente questa imitazione non deve essere banale, ma richiede molta esperienza, buon gusto e fine senso artistico.
Siete daccordo con me? cosa ne pensate???.
Sarei contento di avere un contraddittorio.
www.ilmioverde.com
Paesaggioverde.

Ciao, ciò che hai scritto è molto bello e lo trovo giustissimo, peccato solamente che quando ti trovi a dover disegnare o progettare un giardino per un cliente devi tenere conto anche di lui!!
Mi spiego meglio, ognuno di noi ha una visione delle cose diversa da ciascun altro... E questo è assolutamnte normale, ma quando devi costruire ed interpretare il bello per il gusto altrui è molto difficile e ti costringe a dei compromessi. Qui devi abbandonare te stesso e venderti per il cliente, a meno che, non si lavori per bisogno e che il maledetto denaro non ci interessi.

Andrea Malagoli www.ilgiardinodelgiardinaggio.com

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RE: L'architettura del verde

Scritto venerdì 26 giugno 2009 - 17:40

Che dire? Io mi trovo spesso in questa situazione, dove vorresti metterci del tuo e poi devi scendere a compromessi con i gusti del cliente. Una cosa che devo tener presente è che il giardino che progtto e poi realizzo è prima di tutto del clilente e perciò devi parlarci assieme e capire quali sono le sue esigenze, i suoi gusti personali per colori e forme, che uso ne farà del giardino. Tutte cose che si capiscono un po' alla volta parlandoci assieme. Poi ci devi mettere la tua esperienza, i tuoi consigli, la tua conoscenza dell'universo verde e non. La cosa più importante, se conosci veramente il tuo mestiere, è che devi dimostrare sicurezza in ciò che dici e che fai. E questo lo puoi fare solo col tempo.Occhiolino

rispondi

RE: L'architettura del verde

Scritto sabato 27 giugno 2009 - 11:23

simone66 wrote:

Che dire? Io mi trovo spesso in questa situazione, dove vorresti metterci del tuo e poi devi scendere a compromessi con i gusti del cliente. Una cosa che devo tener presente è che ilgiardino che progetto e poi realizzo è prima di tutto del clilente e perciò devi parlarci assieme e capire quali sono le sue esigenze, i suoi gusti personali per colori e forme, che uso ne farà del giardino. Tutte cose che si capiscono un po' alla volta parlandoci assieme. Poi ci devi mettere la tua esperienza, i tuoi consigli, la tua conoscenza dell'universo verde e non. La cosa più importante, se conosci veramente il tuo mestiere, è che devi dimostrare sicurezza in ciò che dici e che fai. E questo lo puoi fare solo col tempo.Occhiolino

Innanzitutto, chiedo scusa ad Andrea Malagoli, per non aver data seguito immediato alla sua cortese risposta di domenica 21 giugno, ero impossibilitato, inquanto mi trovavo in Calabria per soggiorno.
Detto questo, rispondo immediatamente e ben volentieri a Simone 66, e di conseguenza anche ad Andrea, visto che il pensiero è quasi unanime, dicendo che, concordo ampiamente alla loro disquisizione, anche se approfondirei l'ultima frase citata da Simone quando dice:
" la cosa importante, se conosci bene il tuo mestiere, e che devi dimostrare sicurezza in ciò che dici e che fai". Concordo benissimo anche su questa frase, ma attenzione..., perchè sicurezza vuol dire esperienza, e l'esperienza insieme all'informazione, creano il professionista, che non può sempre scendere a compromessi con il cliente, perdendo di prestigio e popolarità, perchè, il giardino che progettiamo e realizziamo non è solo del committente, inquanto la nostra opera non è nascosta ma è esposta alla visione di tutti, compresi anche i professionisti del settore che sicuramente non si asterranno a delle serie critiche. Nel mio libro "l'architettura del verde" a pag.82 del capitolo progettazione del verde, ho scritto:
" Progettare il verde, oltre a rispettare determinate norme tecniche che la stessa progettazione impone, il progettista paesaggista dovrebbe in ogni caso, nel limite del possibile e senza stravolgimenti del progetto, prendere in considerazione i gusti dei clienti, valutarli e solo se conformi, inserirli nel progetto in esame".
Insomma, ne và della nostra professionalità. Siete d'accordo?.
Un calorosissimo saluto. Paesaggio verde.

rispondi

RE: L'architettura del verde

Scritto sabato 27 giugno 2009 - 11:58

Paesaggioverde wrote:

Innanzitutto, chiedo scusa ad Andrea Malagoli, per non aver data seguito immediato alla sua cortese risposta di domenica 21 giugno, ero impossibilitato, inquanto mi trovvo in Calabria per soggiorno.
Detto questo, rispondo immediatamente e ben volentieri a Simone 66, e di conseguenza anche ad Andrea, visto che il pensiero è quasi unanime, dicendo che, concordo ampiamente alla loro disquisizione, anche se approfondirei l'ultima frase citata da Simone quando dice:
" la cosa importante, se conosci bene il tuo mestiere, e che devi dimostrare sicurezza in ciò che dici e che fai". Concordo benissimo anche su questa frase, ma attenzione..., perchè sicurezza vuol dire esperienza, e l'esperienza insieme all'informazione, creano il professionista, che non può sempre scendere a compromessi con il cliente, perdendo di prestigio e popolarità, perchè, il giardino che progettiamo e realizziamo non è solo del committente, inquanto la nostra opera non è nascosta ma è esposta alla visione di tutti, compresi anche i professionisti del settore che sicuramente non si asterranno a delle serie critiche. Nel mio libro "l'architettura del verde" a pag.82 del capitolo progettazione del verde, ho scritto:
" Progettare il verde, oltre a rispettare determinate norme tecniche che la stessa progettazione impone, il progettista paesaggista dovrebbe in ogni caso, nel limite del possibile e senza stravolgimenti del progetto, prendere in considerazione i gusti dei clienti, valutarli e solo se conformi, inserirli nel progetto in esame".
Insomma, ne và della nostra professionalità. Siete daccordo?
Un calorosissimo saluto.
Paesaggio verde.

Preciso, visto che non l'ho fatto prima che io non sono un paesaggista, ma un giardiniere che ama il suo lavoro. Detto questo, concordo col fatto che il progettista deve naturalmente lasciare la sua impronta nell'opera che progetta, pena la banalizzazione del giardino a semplice vivaio di alberi ed arbusti. Cosa che purtroppo vedo fin troppo spesso.

rispondi

RE: L'architettura del verde

Scritto sabato 27 giugno 2009 - 15:24

Paesaggioverde wrote:

simone66 wrote:
Che dire? Io mi trovo spesso in questa situazione, dove vorresti metterci del tuo e poi devi scendere a compromessi con i gusti del cliente. Una cosa che devotener presente è che il giardino che progetto e poi realizzo è prima di tutto del clilente e perciò devi parlarci assieme e capire quali sono le sue esigenze, i suoi gusti personali per colori e forme, che uso ne farà del giardino. Tutte cose che si capiscono un po' alla volta parlandoci assieme. Poi ci devi mettere la tua esperienza, i tuoi consigli, la tua conoscenza dell'universo verde e non. La cosa più importante, se conosci veramente il tuo mestiere, è che devi dimostrare sicurezza in ciò che dici e che fai. E questo lo puoi fare solo col tempo.Occhiolino

Innanzitutto, chiedo scusa ad Andrea Malagoli, per non aver data seguito immediato alla sua cortese risposta di domenica 21 giugno, ero impossibilitato, inquanto mi trovavo in Calabria per soggiorno.
Detto questo, rispondo immediatamente e ben volentieri a Simone 66, e di conseguenza anche ad Andrea, visto che il pensiero è quasi unanime, dicendo che, concordo ampiamente alla loro disquisizione, anche se approfondirei l'ultima frase citata da Simone quando dice:
" la cosa importante, se conosci bene il tuo mestiere, e che devi dimostrare sicurezza in ciò che dici e che fai". Concordo benissimo anche su questa frase, ma attenzione..., perchè sicurezza vuol dire esperienza, e l'esperienza insieme all'informazione, creano il professionista, che non può sempre scendere a compromessi con il cliente, perdendo di prestigio e popolarità, perchè, il giardino che progettiamo e realizziamo non è solo del committente, inquanto la nostra opera non è nascosta ma è esposta alla visione di tutti, compresi anche i professionisti del settore che sicuramente non si asterranno a delle serie critiche. Nel mio libro "l'architettura del verde" a pag.82 del capitolo progettazione del verde, ho scritto:
" Progettare il verde, oltre a rispettare determinate norme tecniche che la stessa progettazione impone, il progettista paesaggista dovrebbe in ogni caso, nel limite del possibile e senza stravolgimenti del progetto, prendere in considerazione i gusti dei clienti, valutarli e solo se conformi, inserirli nel progetto in esame".
Insomma, ne và della nostra professionalità. Siete daccordo?.
Un calorosissimo saluto. Paesaggio verde.

Non c'è bisogno di chiedere scusa, ognuno di noi ha i suoi impegni.
A proposito di progetti, invece,, io sono d'accordo con voi pienamente, quello che mi rammarica a volte è la difficoltà di badget che trovo con i clienti.
Questa mattina, ho fatto un sopralluogo da un potenziale cliente, i preventivi (non sò voi) sono gratuiti da mè!
Quando sono arrivato la signora da poco venuta a vivere in quella casa, mi ha detto che voleva essenzialmente un bel prato pochi alberi e l'impianto d'irrigazione. "Lei e suo marito non se intendono per niente di verde" - parole sue- e hanno poco tempo a disposizione. Nel frattempo che dialogavo mi diceva che era convinta di avere il pozzo ma io non l'ho trovato, ho visto solamente un rubinetto dell'acqua potabile per provare la pressione....Qui sembra che le cose filino lisce, entrambi lavorano (considerazioni) e si lasciano consigliare, non mi resta che prenderli per mano.....
Bene, in questo caso disegnerò il mio progetto ma principalmente saranno calcoli di irrigazione, forse mi azzarderò a mettere un paio di aiuole all'entrata o vicino al gazebo con roselline o spirea, qualche roccia e pacciamatura in ciotoli colorati ma dovrò stare attento a non caricare troppo.
Forse ai ragione tu Paesaggioverde (ma avrai anche un nome....)occorre sicurezza è vero ma a mè forse occorre più che altro ancora la voglia!!!

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RE: L'architettura del verde

Scritto sabato 27 giugno 2009 - 15:28

simone66 wrote:

Paesaggioverde wrote:

Innanzitutto, chiedo scusa ad Andrea Malagoli, per non aver data seguito immediato alla sua cortese risposta di domenica 21 giugno, ero impossibilitato inquanto mi trovavo in Calabria per soggiorno.
Detto questo, rispondo immediatamente e ben volentieri a Simone 66, e di conseguenza anche ad Andrea, visto che il pensiero è quasi unanime, dicendo che, concordo ampiamente alla loro disquisizione, anche se approfondirei l'ultima frase citata da Simone quando dice:
" la cosa importante, se conosci bene il tuo mestiere, e che devi dimostrare sicurezza in ciò che dici e che fai". Concordo benissimo anche su questa frase, ma attenzione..., perchè sicurezza vuol dire esperienza, e l'esperienza insieme all'informazione, creano il professionista, che non può sempre scendere a compromessi con il cliente, perdendo di prestigio e popolarità, perchè, il giardino che progettiamo e realizziamo non è solo del committente, inquanto la nostra opera non è nascosta ma è esposta alla visione di tutti, compresi anche i professionisti del settore che sicuramente non si asterranno a delle serie critiche. Nel mio libro "l'architettura del verde" a pag.82 del capitolo progettazione del verde, ho scritto:
" Progettare il verde, oltre a rispettare determinate norme tecniche che la stessa progettazione impone, il progettista paesaggista dovrebbe in ogni caso, nel limite del possibile e senza stravolgimenti del progetto, prendere in considerazione i gusti dei clienti, valutarli e solo se conformi, inserirli nel progetto in esame".
Insomma, ne và della nostra professionalità. Siete daccordo?.
Un calorosissimo saluto. Paesaggio verde.

Preciso, visto che non l'ho fatto prima che io non sono un paesaggista, ma un giardiniere che ama il suo lavoro. Detto questo, concordo col fatto che il progettista deve naturalmente lasciare la sua impronta nell'opera che progetta, pena la banalizzazione del giardino a semplice vivaio di alberi ed arbusti. Cosa che purtroppo vedo fin troppo spesso.

Simone66, nel nostro lavoro occorre passione, amore per il verde e sufficienti conocsenze tecniche, ma è l'amore in ciò che fai che muove tutto, quindi sarai sicuramente un buon progettista, ne sono sicuro!

rispondi

RE: L'architettura del verde

Scritto sabato 27 giugno 2009 - 18:21

andrea.malagoli wrote:

Paesaggioverde wrote:
simone66 wrote:
Che dire? Io mi trovo spesso in questa situazione, dove vorresti metterci del tuo e poi devi scendere a compromessi con i gusti del ciente. Una cosa che devo tener presente è che il giardino che progetto e poi realizzo è prima di tutto del clilente e perciò devi parlarci assieme e capire quali sono le sue esigenze, i suoi gusti personali per colori e forme, che uso ne farà del giardino. Tutte cose che si capiscono un po' alla volta parlandoci assieme. Poi ci devi mettere la tua esperienza, i tuoi consigli, la tua conoscenza dell'universo verde e non. La cosa più importante, se conosci veramente il tuo mestiere, è che devi dimostrare sicurezza in ciò che dici e che fai. E questo lo puoi fare solo col tempo.Occhiolino

Innanzitutto, chiedo scusa ad Andrea Malagoli, per non aver data seguito immediato alla sua cortese risposta di domenica 21 giugno, ero impossibilitato, inquanto mi trovavo in Calabria per soggiorno.
Detto questo, rispondo immediatamente e ben volentieri a Simone 66, e di conseguenza anche ad Andrea, visto che il pensiero è quasi unanime, dicendo che, concordo ampiamente alla loro disquisizione, anche se approfondirei l'ultima frase citata da Simone quando dice:
" la cosa importante, se conosci bene il tuo mestiere, e che devi dimostrare sicurezza in ciò che dici e che fai". Concordo benissimo anche su questa frase, ma attenzione..., perchè sicurezza vuol dire esperienza, e l'esperienza insieme all'informazione, creano il professionista, che non può sempre scendere a compromessi con il cliente, perdendo di prestigio e popolarità, perchè, il giardino che progettiamo e realizziamo non è solo del committente, inquanto la nostra opera non è nascosta ma è esposta alla visione di tutti, compresi anche i professionisti del settore che sicuramente non si asterranno a delle serie critiche. Nel mio libro "l'architettura del verde" a pag.82 del capitolo progettazione del verde, ho scritto:
" Progettare il verde, oltre a rispettare determinate norme tecniche che la stessa progettazione impone, il progettista paesaggista dovrebbe in ogni caso, nel limite del possibile e senza stravolgimenti del progetto, prendere in considerazione i gusti dei clienti, valutarli e solo se conformi, inserirli nel progetto in esame".
Insomma, ne và della nostra professionalità. Siete daccordo?.
Un calorosissimo saluto. Paesaggio verde.

Non c'è bisogno di chiedere scusa, ognuno di noi ha i suoi impegni.
A proposito di progetti, invece,, io sono d'accordo con voi pienamente, quello che mi rammarica a volte è la difficoltà di badget che trovo con i clienti.
Questa mattina, ho fatto un sopralluogo da un potenziale cliente, i preventivi (non sò voi) sono gratuiti da mè!
Quando sono arrivato la signora da poco venuta a vivere in quella casa, mi ha detto che voleva essenzialmente un bel prato pochi alberi e l'impianto d'irrigazione. "Lei e suo marito non se intendono per niente di verde" - parole sue- e hanno poco tempo a disposizione. Nel frattempo che dialogavo mi diceva che era convinta di avere il pozzo ma io non l'ho trovato, ho visto solamente un rubinetto dell'acqua potabile per provare la pressione....Qui sembra che le cose filino lisce, entrambi lavorano (considerazioni) e si lasciano consigliare, non mi resta che prenderli per mano.....
Bene, in questo caso disegnerò il mio progetto ma principalmente saranno calcoli di irrigazione, forse mi azzarderò a mettere un paio di aiuole all'entrata o vicino al gazebo con roselline o spirea, qualche roccia e pacciamatura in ciotoli colorati ma dovrò stare attento a non caricare troppo.
Forse ai ragione tu Paesaggioverde (ma avrai anche un nome....)occorre sicurezza è vero ma a mè forse occorre più che altro ancora la voglia!!!


Nella mia ultratrentennale esperienza lavorativa trascorsa, posso dire che, la frase ripetitiva dei potenziali clienti, era questa: " siamo ignoranti in fatto di sistemazioni a verde, lavoriamo entrambi ed abbiamo pochissimo tempo da dedicare al giardino, per cui vorremmo che lei utilizzi piante che non hanno bisogno di manutenzione".
Col tempo, mi sono accorto che questa era una frase fatta, consueta, per avere una buona realizzazione... a poco costo.
Al momento del sopralluogo spiegavo loro quale era il nostro metodo lavorativo e cioè:
a) il primo sopralluogo (completamente gratuito, attenzione parlo solo di sopralluogo e non preventivo), serviva a prendere visione del posto, della casa (se modesta o signorile), della superficie da trattare a verde (se piccola o grande), dello stato manutentivo e vegetativo dell'eventuale verde preesistente (se verde comune o di qualità), di manufatti ed arredi esterni (piscine, impianti sportivi ecc.); tutto questo altamente determinante per la conoscenza (riservata) di natura economica dei nostri potenziali clienti al fine di determinare la loro potenzialità di spesa (budget), per la progettazione e relativa sistemazione a verde;
b) al primo sopralluogo, seguiva un incontro con i clienti negli uffici aziendali, ai quali si spiegava la procedura progettuale che consisteva nel rilievo accurato del sito da parte di tecnici rilevatori, in un progetto di massima per la determinazione del prezzo di spesa dell'intera opera, in buona sostanza il famoso preventivo che i clienti chiedono inizialmente.
c) All'approvazione del preventivo di massima da parte dei clienti, si proseguiva nell'iter progettuale con i rilievi, i progetti definitivi e le realizzazioni.
E' evidente da tutto ciò, che non si può quantificare un preventivo di spesa se prima non si esegue un progetto di massima che ha un suo costo, pertanto, il preventivo non può essere gratuito, inquanto comporta una serie di spese da parte di tecnici progettisti e collaboratori.
Se poi la dobbiamo dire tutta, neanche il primo sopralluogo è gratuito, inquanto, all'atto del preventivo definitivo le reltive spese vengono inserite all'interno.
Questo metodo di lavoro, noi lo usavamo in considerazione del fatto, che si doveva lavorare tranquilli e certi dell'esecuzione dell'opera, e non rimanere nell'incertezza dell'approvazione del lavoro da parte dei Committenti.
A proposito, io mi chiamo Antonio, e sù con il morale, perchè se cè passione (e ne hai tantissima) cè anche voglia di fare. A presto, saluti.
"IL VERDE E' VITA, IO AMO LA VITA"
Paesaggio verde

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RE: L'architettura del verde

Scritto lunedì 29 giugno 2009 - 14:27

Beh, che dire. Vedo che bene o male abbiamo tutti degli approcci simili con i clienti. Personalmente faccio un primo sopralluogo dove vedi il posto, il paesaggio circostante, conosci il cliente e le se esigenze (è vero che tutti hanno poco tempo, bla bla bla). Se posso cerco di capire il loro budget di spesa, a volte in modo diretto, altre volte per vie traverse. Spesso chi ha una bella casa, bella macchina, ecc., del giardino non gliene importa nulla e vorrebbe fare un giardino di 3.000 mq con poche migliaia (o centinaia) di euro. Questo perchè secondo i loro schemi di priorità di spesa il giardino è tra gli ultimi posti. Se non riesco a capire la cifra che hanno in testa allora a di butto delle cifre a mq con un minimo ed un massimo di spesa e così cominci a cogliere qualche reazione da parte loro.
Alcune volte capita di incontrare dei clienti che ad un primo approccio sembrano refrattari e poi col progredire dei lavori si appassionano al loro giardino e cominciano a chiederti consigli su come trattare questa pianta piuttosto che quell'altra. E questa per me è una grossa soddisfazione. Vuol dire che sono riuscito a trasmettere qualcosa, a far nascere un seme nell'animo del cliente.Ridere

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RE: L'architettura del verde

Scritto lunedì 6 luglio 2009 - 16:45

Salve a tutti, mi chiamo Paolo, ho 28 anni, e, da come ho avuto il piacere di leggere, condivido la vostra stessa passione per il verde, per il giardinaggio e tutto ciò a cui è collegato.
Ho letto atentamente tutta la discussione, molto interessante e soprattutto produttiva, da cui si possono apprendere molte cose, e aver conferma di altre a tal punto che l'ho scaricata sul computer.
Sono un semplice giardiniere, con un piccolissimo bagaglio di esperienza rispetto a tutti voi sicuramente, ma vorrei dire anch'io la mia sono d'accordo e ho solo da imparare da tutte le cose che avete scritto ma, come ogni persona, ho anch'io la mia idea per quanto riguarda la progettazione, senza escludere ovviamente il fatto che sono ancora agli inizi e quindi potrei dire delle castronerie esagerate per un garden designer.
Per me la progettazione di un giardino non si basa in primo luogo sul cercare di creare bei paesaggi, o aiuole con piante autoctone(anche se si preferiscono perchè più adatte, anche se alla fine, se si guardano le piante anche più usate nei giardini, poche, guardando la loro provenienza originaria, sono autoctone), o cercare di essere professionali guardando e progettando il giardino sotto il proprio punto di vista e considerando anche l'idea del cliente.
La prima cosa, a mio giudizio, e io lo faccio, è guardare esclusivamente il gusto del cliente, considerando la sua poca cultura del verde, ma estrapolando il suo gusto mettendo da parte il mio. Vedo in molti progettisti che la prima cosa che vogliono fare è mettere il loro segno in un giardino, invece il giardiniere, a mio giudizio, dovrebbe essere "il tramite fra il cliente e il giardino", come un taxista, il cliente sa dove vuole andare, ma non sa arrivarci, noi dobbiamo portarlo lì, dove vuole lui, perchè anche se fa finta di niente, e dice che vuole una cosa semplice, bisogna parlarci e prenderci pure un caffè insieme per capire i gusti che ha. Io di solito porto sempre qualche libro con raffigurate molte piante in modo da vedere i gusti dei colori e del tipo di foglia, la forma della pianta, che il cliente non ti dice tecnicamente cosa vuole, ma lo capisci solo quando vedi il suo sguardo brillare davanti a una foto, allora lì capisci che uno dei gusti suoi è quella tipologia di pianta. Noi, siamo solo il tramite del cliente che vuol arrivare al suo giardino ideale.
Dite che esagero? Nell'ultimo piccolo progetto che ho fatto per trovare solo lo stile che poteva piacere al cliente ci ho messo un mese, non aveva fretta, ma i suoi gusti non sono stati facili da trovare.
Ok, ho detto la mia, spero in una risposta che sia critica o no, è sempre un piacere mettersi a confronto con umiltà e migliorare.

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RE: L'architettura del verde

Scritto martedì 7 luglio 2009 - 23:29

ilfollettoverde wrote:

Salve a tutti, mi chiamo Paolo, ho 28 anni, e, da come ho avuto il piacere di leggere, condivido la vostra stessa passione per il verde, per il giardinaggio e tutto ciò a cui collegato.
Ho letto attentamente tutta la discussione, molto interessante e soprattutto produttiva, da cui si possono apprendere molte cose, e aver conferma di altre a tal punto che l'ho scaricata sul computer.
Sono un semplice giardiniere, con un piccolissimo bagaglio di esperienza rispetto a tutti voi sicuramente, ma vorrei dire anch'io la mia sono d'accordo e ho solo da imparare da tutte le cose che avete scritto ma, come ogni persona, ho anch'io la mia idea per quanto riguarda la progettazione, senza escludere ovviamente il fatto che sono ancora agli inizi e quindi potrei dire delle castronerie esagerate per un garden designer.
Per me la progettazione di un giardino non si basa in primo luogo sul cercare di creare bei paesaggi, o aiuole con piante autoctone(anche se si preferiscono perchè più adatte, anche se alla fine, se si guardano le piante anche più usate nei giardini, poche, guardando la loro provenienza originaria, sono autoctone), o cercare di essere professionali guardando e progettando il giardino sotto il proprio punto di vista e considerando anche l'idea del cliente.
La prima cosa, a mio giudizio, e io lo faccio, è guardare esclusivamente il gusto del cliente, considerando la sua poca cultura del verde, ma estrapolando il suo gusto mettendo da parte il mio. Vedo in molti progettisti che la prima cosa che vogliono fare è mettere il loro segno in un giardino, invece il giardiniere, a mio giudizio, dovrebbe essere "il tramite fra il cliente e il giardino", come un taxista, il cliente sa dove vuole andare, ma non sa arrivarci, noi dobbiamo portarlo lì, dove vuole lui, perchè anche se fa finta di niente, e dice che vuole una cosa semplice, bisogna parlarci e prenderci pure un caffè insieme per capire i gusti che ha. Io di solito porto sempre qualche libro con raffigurate molte piante in modo da vedere i gusti dei colori e del tipo di foglia, la forma della pianta, che il cliente non ti dice tecnicamente cosa vuole, ma lo capisci solo quando vedi il suo sguardo brillare davanti a una foto, allora lì capisci che uno dei gusti suoi è quella tipologia di pianta. Noi, siamo solo il tramite del cliente che vuol arrivare al suo giardino ideale.
Dite che esagero? Nell'ultimo piccolo progetto che ho fatto per trovare solo lo stile che poteva piacere al cliente ci ho messo un mese, non aveva fretta, ma i suoi gusti non sono stati facili da trovare.
Ok, ho detto la mia, spero in una risposta che sia critica o no, è sempre un piacere mettersi a confronto con umiltà e migliorare.

Il nostro settore, e mi riferisco alla progettazione del verde in particolare, ha purtroppo, e me ne rammarico, come destinatari un pubblico con poca (anzi nessuna) cultura del verde, e ciò, lo si denota dal fatto che c'è molta improvvisazione, il fai da te, dove una stragrande maggioranza di persone non capiscono a cosa possa servire un paesaggista progettista del verde!!!!
per mettere a dimora quattro piante, che ci vuole???.

Ricordo in tempi non recenti, quando al termine della costruzione di una residenza (civile abitazione o villa), era in uso recarsi al vivaio della forestale e chiedere giovani piantine per arredare il proprio giardino.
Per lo più si trattava di piccole conifere da seme, quali pini, cipressi, querce di tutte le cultivar ed alcuni arbusti di grande e media vegetazione.
Queste, portate a casa, venivano messe a dimora senza un criterio specifico, una metodologia, ma si seguiva solo l'istinto. I risultati non esaltanti, arrivavano col tempo, quando, queste piante effettivamente cresciute in modo disordinato creavano solo intralci, pericoli di stabilità per l'abitazione e, cosa molto importante, il contesto risutava poco gradevole agli occhi degli stessi proprietari, e quasi sempre si doveva intervenire con mezzi meccanici per l'abbattimento di piante a rischio.
Solo allora ci si accorgeva dell'importanza di una seria e attenta progettazione del verde da parte di professionisti del settore.
Un'altra causa della poca cultura del verde, e
determinata dal fatto che, per la sistemazione a verde delle aree della propria abitazione, viene destinara quasi sempre una cifra irrisoria.
Gli Inglesi che del verde sono dei cultori, destinano per la costruzione della loro casa con giardino, il 50% per la casa e il 50% per il giardino del loro bilancio di spesa, poichè loro affermano, che gli ospiti, prima di entrare in casa passano attraverso il giardino e, se questo è stato realizzato con buon gusto, s'immaggina che i proprietari sono in equal modo persone di buon gusto.

Con questo, e mi ripeto, voglio dire che, il progettista del verde, che ha già un compito arduo di acculturare il committente, dovrebbe comunque, nel limite del possibile e senza stravolgimenti del progetto, prendere in considerazione quelli che sono i gusti dei clienti, valutarli e solo se conformi, inserirli nel progetto in esame.
Negare a volte ai nostri clienti l'inserimento di una pianta a loro gradita, al posto di un'altra, spiegando loro i motivi, sicuramente alla fine verrà accettata questa negazione, ed apprezzeranno ancora di più la professionalità del progettista. Saluti da paesaggioverde.

rispondi

RE: L'architettura del verde

Scritto mercoledì 8 luglio 2009 - 07:13

Paesaggioverde wrote:

Il nostro settore, e mi riferisco alla progettazione del verde in particolare, ha purtroppo, e me ne rammarico, come destinatari un pubblico con poca (anzi nessuna) cultura de verde, e ciò, lo si denota dal fatto che c'è molta improvvisazione, il fai da te, dove una stragrande maggioranza di persone non capiscono a cosa possa servire un paesaggista progettista del verde!!!!
per mettere a dimora quattro piante, che ci vuole???.

Ricordo in tempi non recenti, quando al termine della costruzione di una residenza (civile abitazione o villa), era in uso recarsi al vivaio della forestale e chiedere giovani piantine per arredare il proprio giardino.
Per lo più si trattava di piccole conifere da seme, quali pini, cipressi, querce di tutte le cultivar ed alcuni arbusti di grande e media vegetazione.
Queste, portate a casa, venivano messe a dimora senza un criterio specifico, una metodologia, ma si seguiva solo l'istinto. I risultati non esaltanti, arrivavano col tempo, quando, queste piante effettivamente cresciute in modo disordinato creavano solo intralci, pericoli di stabilità per l'abitazione e, cosa molto importante, il contesto risutava poco gradevole agli occhi degli stessi proprietari, e quasi sempre si doveva intervenire con mezzi meccanici per l'abbattimento di piante a rischio.
Solo allora ci si accorgeva dell'importanza di una seria e attenta progettazione del verde da parte di professionisti del settore.
Un'altra causa della poca cultura del verde, e
determinata dal fatto che, per la sistemazione a verde delle aree della propria abitazione, viene destinara quasi sempre una cifra irrisoria.
Gli Inglesi che del verde sono dei cultori, destinano per la costruzione della loro casa con giardino, il 50% per la casa e il 50% per il giardino del loro bilancio di spesa, poichè loro affermano, che gli ospiti, prima di entrare in casa passano attraverso il giardino e, se questo è stato realizzato con buon gusto, s'immaggina che i proprietari sono in equal modo persone di buon gusto.

Con questo, e mi ripeto, voglio dire che, il progettista del verde, che ha già un compito arduo di acculturare il committente, dovrebbe comunque, nel limite del possibile e senza stravolgimenti del progetto, prendere in considerazione quelli che sono i gusti dei clienti, valutarli e solo se conformi, inserirli nel progetto in esame.
Negare a volte ai nostri clienti l'inserimento di una pianta a loro gradita, al posto di un'altra, spiegando loro i motivi, sicuramente alla fine verrà accettata questa negazione, ed apprezzeranno ancora di più la professionalità del progettista. Saluti da paesaggioverde.

Ho fin troppo presente il paesaggio da te descritto. Nei primi anni di attività in proprio non vi dico quante e quali piante ho dovuto abbattere. Mi ricordo il giardino dei miei, somigliante più ad una foresta equatoriale che ad un giardino vero e proprio. Condivido pienamente ciò che esprimi nell'ultimo paragrafo. Troppo spesso i nostri clienti vogliono alcune specie o varietà magari perchè legate a ricordi d'infanzia o semplicemente perchè "ce l'ha anche il mio vicino, la vedo dappertutto...". E qui noi giardinieri o progettisti ci dobbiamo esporre, dobbiamo tirar fuori la nostra professionalità e competenza. Ricordiamoci che se noi dimostriamo questo molte volte riusciamo a convincere il cliente e facciamo del bene al paesaggio. Occhiolino

Simone

rispondi

RE: L'architettura del verde

Scritto mercoledì 8 luglio 2009 - 21:35

simone66 wrote:

Paesaggioverde wrote:
Il nostro settore, e mi riferisco alla progettazione del verde in particolare, ha purtroppo, e me ne rammarico, come destinatari un pubblico con poca (anzi nssuna) cultura del verde, e ciò, lo si denota dal fatto che c'è molta improvvisazione, il fai da te, dove una stragrande maggioranza di persone non capiscono a cosa possa servire un paesaggista progettista del verde!!!!
per mettere a dimora quattro piante, che ci vuole???.

Ricordo in tempi non recenti, quando al termine della costruzione di una residenza (civile abitazione o villa), era in uso recarsi al vivaio della forestale e chiedere giovani piantine per arredare il proprio giardino.
Per lo più si trattava di piccole conifere da seme, quali pini, cipressi, querce di tutte le cultivar ed alcuni arbusti di grande e media vegetazione.
Queste, portate a casa, venivano messe a dimora senza un criterio specifico, una metodologia, ma si seguiva solo l'istinto. I risultati non esaltanti, arrivavano col tempo, quando, queste piante effettivamente cresciute in modo disordinato creavano solo intralci, pericoli di stabilità per l'abitazione e, cosa molto importante, il contesto risutava poco gradevole agli occhi degli stessi proprietari, e quasi sempre si doveva intervenire con mezzi meccanici per l'abbattimento di piante a rischio.
Solo allora ci si accorgeva dell'importanza di una seria e attenta progettazione del verde da parte di professionisti del settore.
Un'altra causa della poca cultura del verde, e
determinata dal fatto che, per la sistemazione a verde delle aree della propria abitazione, viene destinara quasi sempre una cifra irrisoria.
Gli Inglesi che del verde sono dei cultori, destinano per la costruzione della loro casa con giardino, il 50% per la casa e il 50% per il giardino del loro bilancio di spesa, poichè loro affermano, che gli ospiti, prima di entrare in casa passano attraverso il giardino e, se questo è stato realizzato con buon gusto, s'immaggina che i proprietari sono in equal modo persone di buon gusto.

Con questo, e mi ripeto, voglio dire che, il progettista del verde, che ha già un compito arduo di acculturare il committente, dovrebbe comunque, nel limite del possibile e senza stravolgimenti del progetto, prendere in considerazione quelli che sono i gusti dei clienti, valutarli e solo se conformi, inserirli nel progetto in esame.
Negare a volte ai nostri clienti l'inserimento di una pianta a loro gradita, al posto di un'altra, spiegando loro i motivi, sicuramente alla fine verrà accettata questa negazione, ed apprezzeranno ancora di più la professionalità del progettista. Saluti da paesaggioverde.

Ho fin troppo presente il paesaggio da te descritto. Nei primi anni di attività in proprio non vi dico quante e quali piante ho dovuto abbattere. Mi ricordo il giardino dei miei, somigliante più ad una foresta equatoriale che ad un giardino vero e proprio. Condivido pienamente ciò che esprimi nell'ultimo paragrafo. Troppo spesso i nostri clienti vogliono alcune specie o varietà magari perchè legate a ricordi d'infanzia o semplicemente perchè "ce l'ha anche il mio vicino, la vedo dappertutto...". E qui noi giardinieri o progettisti ci dobbiamo esporre, dobbiamo tirar fuori la nostra professionalità e competenza. Ricordiamoci che se noi dimostriamo questo molte volte riusciamo a convincere il cliente e facciamo del bene al paesaggio. Occhiolino

Simone

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RE: L'architettura del verde

Scritto giovedì 9 luglio 2009 - 22:01

Paesaggioverde wrote:

Paesaggioverde wrote:
simone66 wrote:
Paesaggioverde wrote:
Il nostro settore, e mi riferisco alla progettazione del verde in particolare, ha purtroppo, e me ne rammaric, come destinatari un pubblico con poca (anzi nessuna) cultura del verde, e ciò, lo si denota dal fatto che c'è molta improvvisazione, il fai da te, dove una stragrande maggioranza di persone non capiscono a cosa possa servire un paesaggista progettista del verde!!!!
per mettere a dimora quattro piante, che ci vuole???.

Ricordo in tempi non recenti, quando al termine della costruzione di una residenza (civile abitazione o villa), era in uso recarsi al vivaio della forestale e chiedere giovani piantine per arredare il proprio giardino.
Per lo più si trattava di piccole conifere da seme, quali pini, cipressi, querce di tutte le cultivar ed alcuni arbusti di grande e media vegetazione.
Queste, portate a casa, venivano messe a dimora senza un criterio specifico, una metodologia, ma si seguiva solo l'istinto. I risultati non esaltanti, arrivavano col tempo, quando, queste piante effettivamente cresciute in modo disordinato creavano solo intralci, pericoli di stabilità per l'abitazione e, cosa molto importante, il contesto risutava poco gradevole agli occhi degli stessi proprietari, e quasi sempre si doveva intervenire con mezzi meccanici per l'abbattimento di piante a rischio.
Solo allora ci si accorgeva dell'importanza di una seria e attenta progettazione del verde da parte di professionisti del settore.
Un'altra causa della poca cultura del verde, e
determinata dal fatto che, per la sistemazione a verde delle aree della propria abitazione, viene destinara quasi sempre una cifra irrisoria.
Gli Inglesi che del verde sono dei cultori, destinano per la costruzione della loro casa con giardino, il 50% per la casa e il 50% per il giardino del loro bilancio di spesa, poichè loro affermano, che gli ospiti, prima di entrare in casa passano attraverso il giardino e, se questo è stato realizzato con buon gusto, s'immaggina che i proprietari sono in equal modo persone di buon gusto.

Con questo, e mi ripeto, voglio dire che, il progettista del verde, che ha già un compito arduo di acculturare il committente, dovrebbe comunque, nel limite del possibile e senza stravolgimenti del progetto, prendere in considerazione quelli che sono i gusti dei clienti, valutarli e solo se conformi, inserirli nel progetto in esame.
Negare a volte ai nostri clienti l'inserimento di una pianta a loro gradita, al posto di un'altra, spiegando loro i motivi, sicuramente alla fine verrà accettata questa negazione, ed apprezzeranno ancora di più la professionalità del progettista. Saluti da paesaggioverde.

Ho fin troppo presente il paesaggio da te descritto. Nei primi anni di attività in proprio non vi dico quante e quali piante ho dovuto abbattere. Mi ricordo il giardino dei miei, somigliante più ad una foresta equatoriale che ad un giardino vero e proprio. Condivido pienamente ciò che esprimi nell'ultimo paragrafo. Troppo spesso i nostri clienti vogliono alcune specie o varietà magari perchè legate a ricordi d'infanzia o semplicemente perchè "ce l'ha anche il mio vicino, la vedo dappertutto...". E qui noi giardinieri o progettisti ci dobbiamo esporre, dobbiamo tirar fuori la nostra professionalità e competenza. Ricordiamoci che se noi dimostriamo questo molte volte riusciamo a convincere il cliente e facciamo del bene al paesaggio. Occhiolino

Simone


Ci troviamo in perfetta sintonia, sulla stessa lunghezza d'onda, e per tutto ciò ne sono ampiamente compiaciuto.
Vorrei però,che anche gli altri e mi riferisco ai progettisti del verde, ai paesaggisti, agli agronomi ai periti agrari, ai giardinieri, condividessero le nostre opinioni. Perchè badate, se sappiamo educare i nostri clienti, coinvolgendoli nella progettazione del loro giardino, spiegando loro i motivi progettuali per cui usare una essenza al posto di un'altra, bene, sono sicuro che anche il cliente più ostinato, per intenderci quello che arriva in azienda, deciso risoluto con in mente un elenco di piante che lui vorrebbe inserire nel suo giardino; se sappiamo fare opere di convicimento, alla fine ci lascerà creare, e sicuramente sarà soddisfatto dell'opera finale. Certo, comprendo benissimo, che tutto ciò è arduo, e non nascondo che il più delle volte, scoraggiandoci,siamo tentati di assecondarli, privilegiando il lato economico pensando:"ma chi me la fa fare, io faccio come dice lui, l'importante che paga".
Niente di più sbagliato, perchè così facendo, il cliente rimarrà sempre più ignorante in fatto di verde, e noi perderemo di professionalità.
paesaggio verde ANTONIO

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RE: L'architettura del verde

Scritto venerdì 10 luglio 2009 - 21:14

Scusate se, io profano fra voi con anni e anni di esperienzaOcchiolino, mi metto a dicutere in questo forum, ma nel mio post sopra avevo fatto una domandaDomanda, che forse è stata fraintesa perchè ho scritto mole cose e magari ho fatto confusione.Furbetto Vi prego di rileggerlo, e di rispondermi, anche perchè essendo alle prime armi nei progettiRastrello vorrei sapere il parere di chi ha molta piu' esperienza.

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RE: L'architettura del verde

Scritto sabato 11 luglio 2009 - 08:05

Condivido la tua opinione circa le piante autocotone che si usano nei giardini. Sarebbe più giusto parlare di piante naturalizzate dopo un lungo utilizzo nei giardini delle nostre latitudini. Molte vote infatti si usano piante che provengono dalla Persia o dal Giappone dove il clima è simile al nostro. L'importante per me è non usare piante che richiedono molte cure colturali o che sono normalmente esposte ad attacchi di parassiti o fisiopatie. Essendoci nella mia zona terreni normalmente neutri o tendenti al basico, raramente uso piante acidofile. Se le uso è solo su espressa richiesta del cliente e dopo averlo informato per bene sui lavori da fare prima della messa a dimora e negli anni successivi. Ultimamente poi ho avuto altri problemi con le acidofile in quanto subiscono degli attacchi di Tingide del platano, che si sta spostando verso altre piante ospiti.
Tornando alla progettazione dei giardini, come ho già detto, cerco di capire le esigenze ed i gusti del cliente chiaccherando assieme, entrando in casa per carpire i colori e le forme preferite, per vedere i coni visuali che si godono dal soggiorno piuttosto che dalla cucina o dal balcone della camera da letto. Molte volte ci sono particolari che il cliente non può sapere perchè magari ancora non ci vive nella casa, non ha ancora delle abitudini del luogo. Si tratta perciò di suggerire, di cogliere e di proporre delle soluzioni possibili. Di solito sono molto propositivo, suggerisco molte cose per vedere le reazioni del cliente alle mie proposte. Poi si tratta di riunire il tutto e cercare di dar forma all'idea che si siamo fatti in testa. Chiamalo semplice!!!Occhiolino

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RE: L'architettura del verde

Scritto domenica 12 luglio 2009 - 16:37

oooooooooooooooooooooooook!!!!! Grazie Simone, è questa la conferma che volevo, pensa che anch'io passo a tappeto tutte le finestre e porte che danno sul giardino, e soprattutto i posti più frequentat in casa del cliente. Meno male, non sono matto, è proprio così che funziona alloraFelice
Io uso molto le acidofile perchè ho molti giardini all'ombra, e sono per lo più loro le piante che fioriscono all'ombra o mezz'ombra. A parte le cure abbastanza specifiche, come dicevi anche tu, io per evitare problemi metto anche il classico filtro anticalcare, così do un colpo al cerchio e uno alla botteFelice sempre cercando di creare o mantenere quell'equilibrio naturale o quasi nel giardino che poi è il principale compito di un giardiniere...credoFelice.

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RE: L'architettura del verde

Scritto giovedì 13 agosto 2009 - 12:39

Buongiorno a tutti,
sono un cliente.... L'ignorante cliente, quello che deve essere acculturato dai professori annoiati per cotanta ignoranza, quello che deve essere scrutato per capire quanto potrebe essere spennato...
Scusate la polemica ma la prima senzazione che ho avuto leggendo questo stream di email è stata "ecco qua ora capisco che cosa pensano i paesaggisti di chi gli paga lo stipendio...siamo solo delle mucche da mungere".
Ho un giardino di 4000 metri quadrati sul lago maggiore, siccome trascorro le mie giornate lavorando in un altro settore, ma passo i fine settimana a guardare giardini e ad ammirare piante, riconoscendo la mia ignoranza mi sono rivolta ad un paesaggista che mi conducesse verso l'avventura più bella della mia vita... Creare un giardino da vedere nascere, evolversi e poi regalare a mio figlio... E magari ai nipoti...

Ma le piante sono esseri viventi e vanno rispettate, quindi è una crudeltà mettere le piante sbagliate al posto sbagliato... Ho coinvolto un paesaggista, ho pagato la prima visita, ho chiesto il progetto di massima... E ho ricevuto il progetto di massima solo dopo un anno. Nel frattempo ho avuto frane in giardino (è a terrazzi), è stato necessario presentare un progetto in comune per ripristinare la frana e alla fine mi trovo con un conto esorbitante e di fatto non ho niente di realizzabile in pratica.
Le ragioni per questa lievitazione dei prezzi sono varie, in parte anche condivisibili, altre sono strumentali... Il rilievo non va bene, i tecnici comunali del posto che fanno ostruzionismo...
Ora mi sono messa di buona lena a studiare, a guardarmi in giro ad imparare dalla natura... Da sola mi sto censurando le piante che non c'entrano con il contesto... E' un processo lungo, impegnativo ma appassionante.
Per favore signori Paesaggisti, voi che avete la fortuna di fare un lavoro bello, non perdete di vista il fatto che alla fine è il cliente che vi paga lo stipendio, il fatto che i clienti siano ignoranti dovrebbe essere uno stimolo per voi perchè può diventare terreno fertile da coltivare. Se hanno delle fisse su alcune piante perchè per loro è un ricordo del papà che non c'è più accettate la sfida e fate il possibile per verificare se non sia possibile essere creativi ed integrarlo nel paesaggio; se proprio non ci sta, aiutate il cliente a trovare qualche altra pianta i cui profumi per esempio evocano momenti passati felici. Ma ricordate che il giardino non è vostro, è del cliente. Se voi riuscirete ad avere creato un giardino che trasmette i sentimenti che un cliente vuole e si integra con la natura circostante avrete ottenuto uno dei più grossi successi lavorativi: sarà la vostra creatura, ma con la sua anima.
Infine inventatevi un approccio commerciale che vi consenta di seguire il cliente negli anni, il vostro fatturato aumenta, ed il giardino continuerà ad essere coerente e seguito. Per favore non continuiamo a ragionare sui pochi (o tanti) maledetti e subito.
Un ultimo accenno al budget, io sono un commerciale e sono abituata a vendere: in primo luogo costruisco una relazione con il cliente, in secondo luogo quando so che tra me ed il cliente si è creata una relazione che porta ad entrambi valori verifico il budget disponibile, CHIEDENDOLO ESPLICITAMENTE, senza fare quelle bassezze indicate da qualcuno di voi di guardare la macchina (se è aziendale vi siete presi un abbaglio); se vi sembra basso non vi preoccupate se fate un buon lavoro. Vedrete che sicuramente il budget aumenta, ma l'approccio non può essere a breve termine perchè come voi mi insegnate per un giardino servono anni.
Buon lavoro a tutti e ricordate che voi fate uno dei più bei lavori del mondo
Felice
Paola

rispondi

RE: L'architettura del verde

Scritto giovedì 13 agosto 2009 - 13:47

ppillon wrote:

Buongiorno a tutti,
sono un cliente.... L'ignorante cliente, quello che deve essere acculturato dai professori annoiati per cotanta ignoranza, quello che deve essere scrutato per capre quanto potrebbe essere spennato...
Scusate la polemica ma la prima senzazione che ho avuto leggendo questo stream di email è stata "ecco qua ora capisco che cosa pensano i paesaggisti di chi gli paga lo stipendio...siamo solo delle mucche da mungere".
Ho un giardino di 4000 metri quadrati sul lago maggiore, siccome trascorro le mie giornate lavorando in un altro settore, ma passo i fine settimana a guardare giardini e ad ammirare piante, riconoscendo la mia ignoranza mi sono rivolta ad un paesaggista che mi conducesse verso l'avventura più bella della mia vita... Creare un giardino da vedere nascere, evolversi e poi regalare a mio figlio... E magari ai nipoti...

Ma le piante sono esseri viventi e vanno rispettate, quindi è una crudeltà mettere le piante sbagliate al posto sbagliato... Ho coinvolto un paesaggista, ho pagato la prima visita, ho chiesto il progetto di massima... E ho ricevuto il progetto di massima solo dopo un anno. Nel frattempo ho avuto frane in giardino (è a terrazzi), è stato necessario presentare un progetto in comune per ripristinare la frana e alla fine mi trovo con un conto esorbitante e di fatto non ho niente di realizzabile in pratica.
Le ragioni per questa lievitazione dei prezzi sono varie, in parte anche condivisibili, altre sono strumentali... Il rilievo non va bene, i tecnici comunali del posto che fanno ostruzionismo...
Ora mi sono messa di buona lena a studiare, a guardarmi in giro ad imparare dalla natura... Da sola mi sto censurando le piante che non c'entrano con il contesto... E' un processo lungo, impegnativo ma appassionante.
Per favore signori Paesaggisti, voi che avete la fortuna di fare un lavoro bello, non perdete di vista il fatto che alla fine è il cliente che vi paga lo stipendio, il fatto che i clienti siano ignoranti dovrebbe essere uno stimolo per voi perchè può diventare terreno fertile da coltivare. Se hanno delle fisse su alcune piante perchè per loro è un ricordo del papà che non c'è più accettate la sfida e fate il possibile per verificare se non sia possibile essere creativi ed integrarlo nel paesaggio; se proprio non ci sta, aiutate il cliente a trovare qualche altra pianta i cui profumi per esempio evocano momenti passati felici. Ma ricordate che il giardino non è vostro, è del cliente. Se voi riuscirete ad avere creato un giardino che trasmette i sentimenti che un cliente vuole e si integra con la natura circostante avrete ottenuto uno dei più grossi successi lavorativi: sarà la vostra creatura, ma con la sua anima.
Infine inventatevi un approccio commerciale che vi consenta di seguire il cliente negli anni, il vostro fatturato aumenta, ed il giardino continuerà ad essere coerente e seguito. Per favore non continuiamo a ragionare sui pochi (o tanti) maledetti e subito.
Un ultimo accenno al budget, io sono un commerciale e sono abituata a vendere: in primo luogo costruisco una relazione con il cliente, in secondo luogo quando so che tra me ed il cliente si è creata una relazione che porta ad entrambi valori verifico il budget disponibile, CHIEDENDOLO ESPLICITAMENTE, senza fare quelle bassezze indicate da qualcuno di voi di guardare la macchina (se è aziendale vi siete presi un abbaglio); se vi sembra basso non vi preoccupate se fate un buon lavoro. Vedrete che sicuramente il budget aumenta, ma l'approccio non può essere a breve termine perchè come voi mi insegnate per un giardino servono anni.
Buon lavoro a tutti e ricordate che voi fate uno dei più bei lavori del mondo
Felice
Paola


Credo che stiamo, almeno per quanto mi riguarda, dicendo le stesse identiche cose. Ossia il giardino è prima di tutto del cliente che dev'essere naturalmente consigliato (altrimenti perchè si rivolgerebbe a dei professionisti?), ed accompagnato nel progetto e nella realizzazione del suo giardino. Recentemente ho eseguito la realizzazione di un giardino di collina, su progetto di un paesaggista, con soluzioni ed essenze che non avevo mai usato. E' stato per me un'esperienza unica ed alla fine il cliente è rimasto soddisfatto. Però ho dovuto far delle mie a metà strada per riconquistare la fiducia del cliente persa a causa di alcune incomprensioni col paesaggista. Ora il cliente che era completamente a digiuno di piante ed affini dedica i fine settimana con la famiglia a curare il giardino con oltre 800 mq di aiuole in scarpata. Per me è stata una grossa soddisfazione vedere il cliente, la moglie ed il figlio poco più che adolescente appassionarsi nella cura e manutenzione del loro giardino. Cosa vuoi pretendere di più?Occhiolino

P.S.: per favore non dite che il cliente è una vacca da mungere.Confuso Personalmente non l'ho mai pensato e credo anche di averlo dimostrato in 20 di attività. Peccato che non abbiamo modo di conoscerci personalmente.

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RE: L'architettura del verde

Scritto sabato 15 agosto 2009 - 16:29

ppillon wrote:

Buongiorno a tutti,
sono un cliente.... L'ignorante cliente, quello che deve essere acculturato dai professori annoiati per cotanta ignoranza, quello che deve essere scrutato per capre quanto potrebbe essere spennato...
Scusate la polemica ma la prima senzazione che ho avuto leggendo questo stream di email è stata "ecco qua ora capisco che cosa pensano i paesaggisti di chi gli paga lo stipendio...siamo solo delle mucche da mungere".
Ho un giardino di 4000 metri quadrati sul lago maggiore, siccome trascorro le mie giornate lavorando in un altro settore, ma passo i fine settimana a guardare giardini e ad ammirare piante, riconoscendo la mia ignoranza mi sono rivolta ad un paesaggista che mi conducesse verso l'avventura più bella della mia vita... Creare un giardino da vedere nascere, evolversi e poi regalare a mio figlio... E magari ai nipoti...

Ma le piante sono esseri viventi e vanno rispettate, quindi è una crudeltà mettere le piante sbagliate al posto sbagliato... Ho coinvolto un paesaggista, ho pagato la prima visita, ho chiesto il progetto di massima... E ho ricevuto il progetto di massima solo dopo un anno. Nel frattempo ho avuto frane in giardino (è a terrazzi), è stato necessario presentare un progetto in comune per ripristinare la frana e alla fine mi trovo con un conto esorbitante e di fatto non ho niente di realizzabile in pratica.
Le ragioni per questa lievitazione dei prezzi sono varie, in parte anche condivisibili, altre sono strumentali... Il rilievo non va bene, i tecnici comunali del posto che fanno ostruzionismo...
Ora mi sono messa di buona lena a studiare, a guardarmi in giro ad imparare dalla natura... Da sola mi sto censurando le piante che non c'entrano con il contesto... E' un processo lungo, impegnativo ma appassionante.
Per favore signori Paesaggisti, voi che avete la fortuna di fare un lavoro bello, non perdete di vista il fatto che alla fine è il cliente che vi paga lo stipendio, il fatto che i clienti siano ignoranti dovrebbe essere uno stimolo per voi perchè può diventare terreno fertile da coltivare. Se hanno delle fisse su alcune piante perchè per loro è un ricordo del papà che non c'è più accettate la sfida e fate il possibile per verificare se non sia possibile essere creativi ed integrarlo nel paesaggio; se proprio non ci sta, aiutate il cliente a trovare qualche altra pianta i cui profumi per esempio evocano momenti passati felici. Ma ricordate che il giardino non è vostro, è del cliente. Se voi riuscirete ad avere creato un giardino che trasmette i sentimenti che un cliente vuole e si integra con la natura circostante avrete ottenuto uno dei più grossi successi lavorativi: sarà la vostra creatura, ma con la sua anima.
Infine inventatevi un approccio commerciale che vi consenta di seguire il cliente negli anni, il vostro fatturato aumenta, ed il giardino continuerà ad essere coerente e seguito. Per favore non continuiamo a ragionare sui pochi (o tanti) maledetti e subito.
Un ultimo accenno al budget, io sono un commerciale e sono abituata a vendere: in primo luogo costruisco una relazione con il cliente, in secondo luogo quando so che tra me ed il cliente si è creata una relazione che porta ad entrambi valori verifico il budget disponibile, CHIEDENDOLO ESPLICITAMENTE, senza fare quelle bassezze indicate da qualcuno di voi di guardare la macchina (se è aziendale vi siete presi un abbaglio); se vi sembra basso non vi preoccupate se fate un buon lavoro. Vedrete che sicuramente il budget aumenta, ma l'approccio non può essere a breve termine perchè come voi mi insegnate per un giardino servono anni.
Buon lavoro a tutti e ricordate che voi fate uno dei più bei lavori del mondo
Felice
Paola

E siamo alle solite...
Mi dispiace signora Paola, ma non condivido totalmente la Sua esposizione.
Ho avuto modo di scrivere precedentemente, che il nostro, anche se è il lavoro più bello del mondo come dice Lei, purtroppo, si rivolge ad un pubblico ignorante (nel senso che ignora) ed ostinato. E l'ostinato è più pericoloso dell'ignorante, perchè mentre quest'ultimo riconoscendosi tale, dà piena fiducia al professionista lasciandosi condurre per mano e coinvolgere nella progettazione e realizzazione dell'opera, di contro, l'ostinato non si muove dalle sue posizioni (sbagliate), rimarcando con arroganza che il giardino è suo e deve essere progettato e realizzato come intende lui. E laddove, con grande umiltà ed opera di persuasione, si riuscisse a fargli capire che ciò che intende fare, è tecnicamente sbagliato, lui fa intendere di condividere, ma subito dopo la realizzazione del giardino, eccoti puntualmenmte l'inserimento di una o più essenze (piante) che entrano a far parte del giardino esattamente come cavoli a merenda.
Il giardino è del cliente, ma la progettualità è del professionista (non lo dimentichiamo).
La notorietà di un buon architetto, di un valido progettista, di un eccellente professionista, non stà solo nella firma o nella parcella piuttosto elevata, ma nell'essere capace di spiegarsi e farsi capire, coinvolgendo il potenziale cliente nella realizzazione del bello. Se poi quest'ultimo non lo capisce, allora, non vedo il motivo per cui debba rivolgersi al professionista, ma ritengo giusto invece, che ritorni al "fai da te".
Cordiali saluti,
Antonio

rispondi

RE: L'architettura del verde

Scritto sabato 5 settembre 2009 - 09:17

paesaggioverde wrote:

E siamo alle solite...
Mi dispiace signora Paola, ma non condivido totalmente la Sua esposizione.
Ho avuto modo di scrivere precedentemente, che il nostro, anche se è il lavoo più bello del mondo come dice Lei, purtroppo, si rivolge ad un pubblico ignorante (nel senso che ignora) ed ostinato. E l'ostinato è più pericoloso dell'ignorante, perchè mentre quest'ultimo riconoscendosi tale, dà piena fiducia al professionista lasciandosi condurre per mano e coinvolgere nella progettazione e realizzazione dell'opera, di contro, l'ostinato non si muove dalle sue posizioni (sbagliate), rimarcando con arroganza che il giardino è suo e deve essere progettato e realizzato come intende lui. E laddove, con grande umiltà ed opera di persuasione, si riuscisse a fargli capire che ciò che intende fare, è tecnicamente sbagliato, lui fa intendere di condividere, ma subito dopo la realizzazione del giardino, eccoti puntualmenmte l'inserimento di una o più essenze (piante) che entrano a far parte del giardino esattamente come cavoli a merenda.
Il giardino è del cliente, ma la progettualità è del professionista (non lo dimentichiamo).
La notorietà di un buon architetto, di un valido progettista, di un eccellente professionista, non stà solo nella firma o nella parcella piuttosto elevata, ma nell'essere capace di spiegarsi e farsi capire, coinvolgendo il potenziale cliente nella realizzazione del bello. Se poi quest'ultimo non lo capisce, allora, non vedo il motivo per cui debba rivolgersi al professionista, ma ritengo giusto invece, che ritorni al "fai da te".
Cordiali saluti,
Antonio

Salve a tutti.
Lavoro nella progettazione e creazione del verde dal 2001 e ho avuto modo di constatare di persona tutto quanto da voi descritto sopra, incluso quanto dice la Signora Paola.
Sono d'accordo con Antonio. Se non si ha fiducia nel professionista, è meglio il fai da te o qualche piccola aziendina che esegue l'incarico senza farsi troppe domande.
Talvolta mi capita di avere a che fare con clienti "ostinati" e arroganti, che pretendono di sapere come stanno le cose meglio di me. A quel punto lascio perdere e li invito a rivolgersi ad altri... in giro ci sono tante persone che fanno questo lavoro.
Il giardino è un atto di amore per il quale ci vuole tempo, fiducia, conoscenza, passione e pazienza.
Se il cliente non sente queste cose, meglio perderlo.

Fulvio Ventrone
www.studiobotanico.it

rispondi

RE: L'architettura del verde

Scritto venerdì 23 ottobre 2009 - 10:03

Salve,
sono Nadia e vi scrivo da "giardiniere", perchè non ho nè i titoli di progettista nè di agronomo. Vivo in un vivaio da oltre 30 anni, e le piante sono la mia vita.

Noi siamo una piccola raltà vivaistica, ma ciò che ci contraddistingue è la passione e il rispetto. Io lo dico sempre ai miei clienti... Senza la passione non si fà nulla.

Perciò ottimo il discorso di prendere per mano il cliente ed accompagnarlo nella conoscenza del suo futuro giardino, ma occorre avere grande rispetto per lui, i suoi bisogni e le sue tasche!

Più di una volta ho sconsigliato piante grandi perchè troppo costose e di difficile attecchimento, con le sue capacità, perciò meglio risparmiare, aspettare e prendere piccole piante per abituarlo alla manutenzione.

Il cliente è come un bambino piccolo, bisogna educarlo alla cultura del verde, se ne è totalmente allo scuro! Mentre se ho la rara fortuna di trovare qualcuno con le idee chiare, con una basilare conoscenza di quello che mi chiede, allora è puro divertimento!

Parlare la stessa lingua e confrontarsi con lui, ti dà la sana consapevolezza che una volta lasciato quel giardino, sei certo di ritrovarlo fra 5 anni ancora sano e vigoroso... Non un ammasso di arbusti e erba!!!

Insomma... Riassumendo... Grande passione, rispetto, cultura e tanta, tanta, pazienza !

E sì... Facciamo il mestiere più bello del mondo!!! Tranne in inverno, quando il vivaio è nudo e le foglie in terra sono troppe!!! Occhiolino

rispondi

RE: L'architettura del verde

Scritto venerdì 23 ottobre 2009 - 22:25

nadine72 wrote:

Salve,
sono Nadia e vi scrivo da "giardiniere", perchè non ho nè i titoli di progettista nè di agronomo. Vivo in un vivaio da oltre 30 anni, e le piante sono la mia vita.

Noi samo una piccola realtà vivaistica, ma ciò che ci contraddistingue è la passione e il rispetto. Io lo dico sempre ai miei clienti... Senza la passione non si fà nulla.

Perciò ottimo il discorso di prendere per mano il cliente ed accompagnarlo nella conoscenza del suo futuro giardino, ma occorre avere grande rispetto per lui, i suoi bisogni e le sue tasche!

Più di una volta ho sconsigliato piante grandi perchè troppo costose e di difficile attecchimento, con le sue capacità, perciò meglio risparmiare, aspettare e prendere piccole piante per abituarlo alla manutenzione.

Il cliente è come un bambino piccolo, bisogna educarlo alla cultura del verde, se ne è totalmente allo scuro! Mentre se ho la rara fortuna di trovare qualcuno con le idee chiare, con una basilare conoscenza di quello che mi chiede, allora è puro divertimento!

Parlare la stessa lingua e confrontarsi con lui, ti dà la sana consapevolezza che una volta lasciato quel giardino, sei certo di ritrovarlo fra 5 anni ancora sano e vigoroso... Non un ammasso di arbusti e erba!!!

Insomma... Riassumendo... Grande passione, rispetto, cultura e tanta, tanta, pazienza !

E sì... Facciamo il mestiere più bello del mondo!!! Tranne in inverno, quando il vivaio è nudo e le foglie in terra sono troppe!!! Occhiolino


Gentile Signora Nadia,
Lei dice di non aver titoli, né di progettista né di agronomo.
A cosa Le servono?.
Lei vive da oltre trenta anni in vivaio, a diretto contatto quotidiano con le Sue amate piante, che sono come dice "la sua vita", cosa vuole di più?.
Le posso assicurare che con la Sua passione, ma soprattutto con l'esperienza che ha acquisito in tanti anni di vivaio, i giovani agronomi e progettisti di poca esperienza, dovrebbero venire da Lei a chiedere consigli!.
Non ho capito bene cosa intende per "piante grandi di difficile attecchimento"; se questi esemplari vengono coltivati bene in vivaio, adoperandosi con tutte le necessarie cure e con appropriate tecniche di coltivazione, Le assicuro, per esperienza vissuta, che l'attecchimento delle stesse può essere garantito al 100%.
Termino dicendo Le, che è abbastanza evidente che occorre avere per il cliente, grande rispetto per la persona, per le richieste e per il budget di spesa (anche se piccolo), non fosse altro, che grazie a loro noi possiamo continuare nel nostro benamato lavoro.
Antonio Campeggia (paesaggio verde)

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RE: L'architettura del verde

Scritto sabato 24 ottobre 2009 - 12:48

Grazie dei complimenti Sig. Antonio! Ma davvero cerco sempre di rapportarmi a questa vita, sia professionale che sociale, con una profonda umiltà, perchè c'è sempre tanto tanto da imparare! E non si dve mai pensare di essere "arrivati"....

Il quesito che lei mi pone, è di facile spiegazione....

I clienti che non hanno molta pazienza, e mi fanno un pò paura, vogliono lavori di pronto effetto, con piante già molto grandi che gli garantiscano subito privacy e status.

Ecco questo non mi piace. Perchè questa mancanza di pazienza porta automaticamente alla non considerazione della pianta. Ossia non riescono a comprendere, a volte anche involontariamente, che una pianta con pedano sopra i cm 35, ha bisogno di quintali d'acqua, e non due casse di bottiglie da lt. 1.50(esperienza vissuta :shockFelice.

Pertanto anche se quelle secolari mi rimangono in vivaio, preferisco aspettare il cliente che capisce il mio discorso e vendere una pianta giovane... Che se non riceve la giusta dose d'assistenza il primo anno... Non muore !

Le nostre piante son sempre garantite, chi coltiva a pieno campo, sà che tipo di lavoro c'è a monte per dare questa caratteristica, ma purtroppo la nostra società consumistica, porta a non dare il giusto valore a questo lavoro. Il binomio piante = oggetto è troppo spesso ripetuto...

Morta una pianta? Pazienza si ricompra...

Ditelo a un leccio che ha 30 anni...Piangere

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RE: L'architettura del verde

Scritto martedì 13 giugno 2017 - 12:45

Paesaggioverde wrote:

Sapete cos'è l'architettura del verde?

L'architettura del verde è l'arte e la tecnica di progettare e costruire opere a verde.
Come vedete, si compone di due termini:
"progettazione e costruzione".
La progettazione è il complesso delle attività destinate ad elaborare un progetto con descrizione verbale o cartacea dell'opera che s'intende realizzare.
La costruzione è l'esecuzione visibile dell'opera progettata.

Un buon progettista è colui il quale, progetta un'opera che non sia causa di sconvolgimenti della natura, ma sappia associarla ad un ambiente naturale, utilizzando essenze (piante) autoctone e materiali locali, in modo tale che, l'opera finita appare come una continuazione dell'ambiente circostante.
In definitiva, l'Architetto peasaggista e progettista, nella elaborazione della sua opera, cercherà di imitare la natura, valendosi delle naturali accidentalità del terreno, delle disposizioni naturali delle piante ad arrampicarsi, a distendersi al suolo o di elevarsi al cielo, di vivere isolate o in gruppi; naturalmente questa imitazione non deve essere banale, ma richiede molta esperienza, buon gusto e fine senso artistico.
Siete daccordo con me? cosa ne pensate???
Sarei contento di avere un contraddittorio.

Paesaggioverde

Molto bello quello che Lei ha scritto
staff di arredocemento

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