Ancora pochi giorni e il Sian (servizio informativo agricolo nazionale di Agea) fornirà i dati definitivi sulla produzione di latte in Italia dell'ultima campagna, ancora legata al rispetto delle quote di produzione. E sapremo, seppure ancora in via informale, se ci sarà un eccesso produttivo e se di conseguenza arriveranno nuove multe. Nel frattempo si conoscono i dati relativi alla produzione di latte nei Paesi della Ue sino a gennaio di quest'anno. E i numeri parlano di una brusca frenata, con un'interruzione della crescita che continuava da aprile dello scorso anno. La produzione si è così fermata in gennaio a 11,984 milioni di tonnellate, lo 0,8% in meno rispetto al gennaio 2014. Tentativo di evitare esuberi produttivi? Paura di nuove multe? Qualunque sia la motivazione, si conferma tuttavia per la campagna in corso una crescita che misurata nell'intervallo da aprile a gennaio fa registrare un incremento del 3,7%, con una produzione complessiva di oltre 118 milioni di tonnellate.

I prezzi calano
Mentre la produzione aumenta, i prezzi del latte, al contrario, continuano a scendere. Nelle puntuali rilevazioni di Clal si evidenzia che il prezzo del latte spot (quello fuori dai contratti di commercializzazione) è in caduta libera con un meno 2,9% rispetto alla precedente rilevazione e con un preoccupante -10,9% rispetto ad un anno fa. E il quadro non cambia se l'orizzonte si sposta all'Europa, dove la flessione è vicina all'1% e il confronto con l'anno precedente parla di un meno 21%. Situazione analoga negli Usa, con prezzi in calo rispetto ad un anno fa di quasi il 20%. Intanto la produzione di latte aumenta non solo nella Ue, ma anche in Australia e Nuova Zelanda con incrementi prossimi al 3%, come si apprende anche in questo caso da Clal.

Latte in polvere
Sarebbe facile collegare questi aumenti produttivi con la flessione dei prezzi che si registra sui principali mercati mondiali. Ma così facendo non si terrebbe conto della domanda di latte e formaggi che si attende in crescita, in particolare nei Paesi con economie in sviluppo. In questo caso il “termometro” è dato dalle quotazioni del latte in polvere, la cui domanda è però altalenante. Mentre crescono le richieste di import dalla Malesia, si riduce la domanda cinese di latte in polvere, domanda che in gennaio si è contratta di circa un terzo. Così sulle piazze europee il prezzo del latte in polvere è in flessione di circa il 2%. Più pesante la flessione registrata in Oceania, con un meno 12,5%. Uno scenario che lascia poche speranze per un recupero a breve del prezzo del latte. E ciò che più preoccupa è il rialzo dei prezzi delle materie prime per l'alimentazione delle bovine, soia e mais in primo luogo. Scenari che rendono sempre più difficile far quadrare i conti delle stalle da latte.