La proposta del Nuovo Regolamento Comunitario sull'Uso Sostenibile dei Prodotti Fitosanitari sta mettendo sotto pressione il settore della difesa delle colture che sta riemergendo dal processo di revisione delle sostanze attive (applicazione del Regolamento 1107/2009) che ha progressivamente ridotto la disponibilità dei prodotti impiegabili per la difesa delle piante dalle avversità parassitarie.


Al di là dell'auspicata e, tutto sommato, molto probabile revisione del suo contenuto, può valere la pena di approfondire tecnicamente i contenuti dell'attuale proposta di regolamento, capirne le regole del gioco e vedere, nella sostanza, in che modo la sua applicazione potrebbe puntualmente ricadere sul sistema produttivo nazionale.

 

Cosa prevede la bozza del Regolamento

La bozza di Regolamento stabilisce che la sua applicazione debba determinare una riduzione della quantità di prodotti fitosanitari impiegati e contenere l'impiego dei prodotti più pericolosi, identificati nei "prodotti candidati alla sostituzione".


Al momento risulta molto difficile (e poco praticabile…) la valutazione sulla riduzione sui candidati alla sostituzione; qualche considerazione in più la si può fare sulla riduzione dei quantitativi dei prodotti impiegabili che andrebbe calcolata applicando ai quantitativi dei prodotti venduti in un anno degli indici di ponderazione (i cosiddetti "indici armonizzati" o "Hri").


Questi indici variano in funzione del grado di pericolosità delle singole sostanze attive e valgono:

  • 1 per i prodotti a basso rischio;
  • 8 per tutti i prodotti non compresi negli altri gruppi;
  • 16 per i prodotti candidati alla sostituzione;
  • 64 per i prodotti non ammessi in Europa e impiegabili solo a seguito delle autorizzazioni eccezionali stabilite con l'applicazione dell'articolo 53 del citato Regolamento 1107/2009).

Le "regole del gioco" non convincono pienamente (perché 1, 8, 16 e 64 e non 2, 4, 8, 16… ad esempio… o qualsiasi altro strano indice invece di applicare l'ormai riconosciuto Eiq della Cornell University…), ma al momento ci dobbiamo attenere a queste ipotetiche regole.

 

Facciamo i primi calcoli…

Vediamo di capire cosa potrebbe succedere a seguito della loro applicazione.


Sulla base di quanto è stato comunicato dagli organi competenti, l'Italia entro il 2030 dovrebbe ridurre il carico del consumo dei prodotti fitosanitari, calcolato secondo la metodologia precedentemente richiamata, del 62% rispetto alla media che è stata determinata nel triennio 2015-2017.


I dati elementari sulle singole sostanze attive su cui sono state condotte le valutazioni da parte della Commissione, non sono accessibili (a causa di un dichiarato rispetto della riservatezza di questi dati…) ma è possibile utilizzare gli stessi nelle aggregazioni che sono state utilizzate dall'Istat che annualmente provvede alla loro pubblicazione.


La simulazione che viene presentata in questo lavoro ha quindi provveduto a:

  • recuperare i dati ufficiali pubblicati dall'Istat sulle vendite di prodotti fitosanitari dal 2003 al 2020 (che sono poi i dati aggregati che devono essere utilizzati per le valutazioni ora in corso da parte della Ue);
  • attribuire un indice di ponderazione (indice Hri) ai gruppi di sostanze attive che sono stati adottati dall'Istat per la pubblicazione dei dati (gli indice adottati, che sono stati stimati con il criterio del "caso peggiore", sono riportati nella tabella sotto);
  • applicare gli indici di ponderazione ai volumi di vendita;
  • confrontare il valore del carico determinato nel 2019:
    • con la media annuale del periodo dal 2015 al 2017;
    • con la media dal 2011 al 2013;
    • con i dati dell'annata 2003.

Cosa si delinea?

I risultati conseguiti sono stati sostanzialmente coerenti con i parametri di calcolo adottati dalla Commissione dell'Unione Europea e con quanto presentato nella sua relazione da Pasquale Falzarano in occasione delle recenti Giornate Fitopatologiche (22–25 giugno 2022).


Come primo dato è emerso che nel 2019 l'Italia aveva già complessivamente conseguito una riduzione del 14% rispetto alla media 2015-2017, del 16% rispetto alla media 2011-2013 e del 30% rispetto al 2003.


Consapevoli dei limiti intrinseci alla metodologia adottata e della parzialità dei dati utilizzati, ma comunque confortati dal riscontro che si è rilevato con i dati ufficiali, diventa quindi quanto mai opportuno analizzare e cercare di leggere quali siano i gruppi di prodotti fitosanitari su cui occorrerebbe agire per cercare di avvicinarsi in maniera concreta alle restrizioni che la Commissione richiede.


Nella tabella 1 vengono riportati i dati della simulazione e le sostanze attive che compongono ogni gruppo sono riportate nel seguente file.

tabella-simulazione-prodotti-fitosanitari-dati-istat-ottobre-2022-fonte-tiziano-galassi-2.png

 

Tabella 1

(Clicca sulla foto per ingrandirla)

(*) Quantità venduta, fonte ufficiale del sito di Istat;
(**) Indice Hri stimato in base alla classificazione ufficiale dei principi attivi maggiormente presenti nelle diverse categorie;
(***) numero determinato dalla quantità venduta, secondo il dato Istat, e l'indicatore stimato (Hri);
(****) incidenza del carico della singola categoria di prodotti fitosanitari rispetto al totale del carico venduto nel 2019;
(*****) dato ufficiale, fonte relazione Pasquale Falzarano alle Giornate Fitopatologiche del 2022.

 

Tutti i "prodotti di sintesi" pesano il 29%

Anche se, per alcuni aspetti, possa apparire assurdo, è invece del tutto evidente che l'applicazione degli indicatori di ponderazione Hri, moltiplicato per le quantità di prodotto venduto dei singoli prodotti, concentrerebbe l'attenzione della riduzione su un limitato numero di sostanze attive, mentre risulterebbe molto marginale (sostanzialmente irrilevante…) rispetto agli obiettivi fissati, la riduzione di tutti gli insetticidi di sintesi, di tutti gli erbicidi di sintesi e di tutti i fungicidi di sintesi.


Infatti, complessivamente, il totale delle applicazioni di questi prodotti determinerebbe infatti un carico del 29%, rispetto al carico nazionale complessivo.


Nell'ambito di questo 29% di "prodotti di sintesi", va comunque segnalato che:

  • il gruppo dei fungicidi azoto solforganici (tra i quali rientrano i ditiocarbammati, il dithianon, il Folpet ed il captano) rappresentano un 7%, ma sono destinati a ridursi sensibilmente dopo la recente revoca del Mancozeb;
  • gli insetticidi esteri fosforici che nel 2019 avevano un 7% sul carico complessivo, con un dato sovrastimato, ora sono stati praticamente azzerati con la revoca di Clorpirifos metile, Clorpirifos etile e Fosmet;
  • gli erbicidi fosforganici dipiridilici (tra i quali il più importante è il glifosate), rappresentano un 6% del carico complessivo, ma, nonostante le limitazioni recentemente introdotte, le vendite continuano ad aumentare facendo registrare nel 2019 un +39% rispetto al periodo 2015-2017, un +29% rispetto al periodo 2011-2013 e un +103% rispetto al 2003.

Il restante 71%...

Tutto il resto del carico dei prodotti, come si può facilmente osservare dalla tabella 2, ricade quindi su 3 categorie di prodotti che da sole rappresentano il 71%.


tabella-istat-prodotti-fitosanitari-ottobre-2022-fonte-tiziano-galassi.png

Tabella 2

 

Si tratta di:

  • fumiganti e nematocidi che costituiscono da soli il 54% del carico complessivo. Tale elemento è sicuramente favorito dalle vendite legati ad autorizzazioni dell'articolo 53 del Regolamento 1107/2009, con 1,3 dicloropropene e della cloropicrina, ma nello stesso gruppo sono comunque compresi anche prodotti al momento autorizzati e inseriti nella lista dei candidati alla sostituzione, come il metam Na/K e l'Oxamyl;
  • prodotti a base di zolfo che rappresentano da soli l'11% ed il cui valore potrebbe essere sottostimato, alla luce delle limitate vendite dichiarate di queste sostanze nel 2019 (non solo rispetto agli anni precedenti, ma anche rispetto ai dati pubblicati del 2020);
  • prodotti rameici che concorrono complessivamente al 6% del carico del 2019.

In realtà i prodotti rameici sono già stati ridotti sensibilmente negli ultimi anni. La vendita dei 2019 risulta essere:

  • in calo del 36% rispetto alla media del periodo 2015-2017;
  • in calo del 59% rispetto al periodo 2011-2013;
  • in calo del 63% rispetto al 2003.

Quali soluzioni…

Varie sono le ulteriori simulazioni che si potrebbero fare ma, sinteticamente, appare evidente che per poter avvicinarsi, raggiungere (e anche superare…) gli obiettivi quantitativi posti dalla proposta di Regolamento, sarebbe necessario operare sulle 2 grandi categorie di prodotti:

  • fumiganti e nematocidi, su cui occorrerebbe investire in ricerca per promuovere soluzioni alternative alle sostanze attualmente impiegate delle quali, comunque, si dovrebbe ottimizzare l'impiego rivedendo le dosi ad ettaro, prevedendo un'alternanza più ampia nell'impiego sulle singole unità produttive, o limitando i campi di impiego;
  • prodotti a base di zolfo il cui impiego potrebbe essere ottimizzato, sperimentando e definendo meglio le dosi di impiego e il loro posizionamento.

Sono certamente problemi seri… ma, tutto sommato, ben definiti.


Al di là di queste considerazioni sui prodotti fumiganti e nematocidi, si può inoltre evidenziare come questa simulazione abbia quantitativamente evidenziato come gli indicatori ipotizzati non siano coerenti con gli obiettivi della proposta di Regolamento che si propone di favorire l'incremento delle superfici coltivate con il metodo dell'agricoltura biologica.


Infatti questa soluzione favorirebbe l'impiego dello zolfo e dei prodotti rameici contro i funghi e degli oli come insetticidi… con evidenti ricadute sugli indicatori e con un sostanziale allontanamento dagli obiettivi di riduzione quantitativa dei prodotti fitosanitari che il Nuovo Regolamento si pone.

 

Quindi? Nonostante si tratti di simulazioni che possano essere considerate "sommarie" e che siano state elaborate su "stime" (che, per definizione, non possono che essere approssimative), si iniziano a definire alcune vie percorribili basate su dati oggettivi.


Se si vuole passare dalle "chiacchiere tra esperti" ai "numeri oggettivi" da comunicare agli agricoltori è necessario studiare i dati reali e condurre simulazioni che permettano di capire meglio quali suggerimenti proporre per migliorare una bozza di Regolamento sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che al momento appare del tutto insostenibile (nonostante sia stata redatta proprio per favorire la sostenibilità…).


A questo proposito vale la pena di ricordare che questi temi verranno ripresi e sviluppati in una giornata di studio che, organizzata dalle Giornate Fitopatologiche e dalla Aipp, l'Associazione Italiana per la Protezione delle Piante, si terrà il 28 novembre 2022 a Bologna.

 

A cura di Tiziano Galassi, esperto fitosanitario