Nel terreno c'è più del doppio del C presente in tutta la biomassa vivente del pianeta e nell'atmosfera, basta questo per capire quanto sia importante la capacità del terreno di sequestrare C.
Le colture da biomassa negli anni sono diventate "famose" come colture bioenergetiche per sostituire le fonti fossili considerate tra le principali cause del cambiamento climatico; in realtà gli studi svolti in termini di contabilizzazione del beneficio hanno dato risultati non del tutto positivi su molte colture, per questo il progetto FarmCO2Sink ha voluto quantificare l'effettivo vantaggio della loro coltivazione e dell'utilizzo di pratiche di agricoltura conservativa e quale sia il loro contributo alla mitigazione dei gas serra (cioè stoccare il C nel terreno e conservarlo), analizzando diversi scenari.
Il pioppo nelle aree fluviali lungo il Po, specie poliennali da biomassa erbacee e arboree in ambienti marginali di pianura, il miscanto in terreni declivi e boschi di faggio dell'alta Val Nure della provincia di Piacenza sono le colture e i territori su cui il progetto FarmCO2Sink ha concentrato le prove. Le domande a cui si voleva rispondere, ad esempio, sono se in montagna è più conveniente tagliare un bosco ceduo per fare legna da ardere per produrre energia o una foresta ad alto fusto utilizzata per produrre mobili che sequestrano il C per molti più anni. Quale dei due sistemi è il più efficiente?
Il progetto, che terminerà nei prossimi mesi, ha già dato risultati positivi rispetto agli obiettivi fissati e alle aspettative.
Mietrebbiatura del frumento dopo le colture poliennali
In particolare, per quanto riguarda le colture poliennali, è stato presa in considerazione una prova sperimentale impiantata nel 2007 per confrontare sei colture poliennali da biomassa in termini di produttività e sequestro del C nel suolo. Dopo undici anni di coltivazione, questo caso-studio è stato scelto da FarmCO2Sink per analizzare l'effetto - sul C stoccato all'interno del suolo - della riconversione di queste colture poliennali. Questo per capire se il C che in undici anni queste colture sono state capaci di stoccare all'interno del suolo venisse successivamente riperso in atmosfera oppure se fosse possibile applicare una gestione agronomica del suolo tale da riuscire a mantenerlo o ad aumentarlo all'interno dei primi centimetri di terreno. Dall'analisi dei dati, in seguito alla riconversione attualmente nei primi 30 centimetri di suolo il contenuto di C all'inizio della coltura annuale (frumento) rispetto al contenuto di C delle colture poliennali è aumentato: un risultato positivo che conferma gli obiettivi di FarmCO2Sink.
Il FarmCO2Sink utilizzerà le informazioni derivanti dalle sperimentazioni di campo per allestire un database (Inventory) necessario per la redazione di un bilancio del C e di uno studio dell'impronta carbonica (Lca) a carattere territoriale (kg CO2eq/ha).
Maggiori informazioni in questo sito.
Contatto per informazioni: farmco2sink@crpa.it
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Fonte: Agronotizie