Portare le arance rosse di Sicilia in Cina per il prossimo febbraio attraverso i marketplace di Alibaba, il gigante cinese dell'e-commerce pronto a commercializzare le arance siciliane in un mercato di dimensioni vastissime. E' stato questo il focus del seminario "E-commerce per l'ortofrutta di qualità" che si è svolto il 22 giugno 2018 al Maas di Catania, nell'ambito del progetto "Social farming, agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana 2.0", promosso dal Distretto agrumi di Sicilia e Alta Scuola Arces con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation.
Un momento di confronto molto partecipato, aperto a giovani, aziende e operatori della filiera agrumicola, con l'intento di mettere insieme i tanti pezzi del complesso puzzle per portare gli agrumi siciliani sui mercati cinesi. Poco più di un anno fa, grazie ad un protocollo commerciale Italia-Cina, sembrava fatta. Ma l'esportazione di agrumi verso la Cina era consentita solo via nave, che ha tempi troppo lunghi per la shelf life delle arance rosse. Ed ora occorre da un lato modificare il protocollo, cosa sulla quale ci sarebbe un'apertura da parte di Pechino, e preparare sul piano del marketing lo sbarco in grande stile del tipico agrume siciliano oltre la Grande Muraglia.
"Abbiamo riunito i principali attori della filiera agrumicola interessati all'opportunità di utilizzare canali innovativi di commercializzazione" ha affermato Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi di Sicilia. "C'è l'assessorato regionale all'Agricoltura al nostro fianco, abbiamo le arance e le aziende interessate, strutture come il Maas di Catania che potrebbe supportare la logistica prevista dal protocollo Italia-Cina per l'export degli agrumi. E c'è Alibaba, con cui dialoghiamo già da un anno e che ci offre l'opportunità di portare l'arancia rossa sul mercato cinese. Una opportunità che il Distretto con i Consorzi di tutela si adopererà a facilitare, spingendo anche sui ministeri Esteri e Agricoltura per ottenere l'autorizzazione al trasporto via aereo verso la Cina e al cold treatment in magazzino. Ma è una opportunità che spetta principalmente alle imprese cogliere, anche facendo sistema. E' importante riuscire a partire e poi crescere nel tempo".
E se sul fronte della logistica esistono realtà attrezzate e associate al Distretto agrumi come la Geotrans, intervenuta al seminario con l'amministratore Luciano Modica, resta da superare lo scoglio del trasporto. Quello ancora oggi previsto, via nave, è impraticabile per i tempi lunghi. Sul trasporto aereo, per il quale - secondo Distretto agrumi - c'è già un'apertura dalla parte cinese, si deve ottenere l'approvazione ufficiale delle autorità del paese asiatico. Appena arriverà, dalla Sicilia potrebbe partire il primo cargo di arance rosse verso la Cina.
"L'e-commerce è un tema attualissimo e l'export verso la Cina è all'ordine del giorno fra gli impegni dell'assessorato" ha detto Edy Bandiera, assessore regionale all'Agricoltura. "Ci siamo impegnati ad aprire al trasporto aereo il protocollo e ritengo che la nostra agricoltura possa raggiungere livelli straordinari se tuteliamo i nostri prodotti accrescendo i controlli su quelli che provengono da fuori, valorizzandoli con una adeguata politica dei marchi, mettendo in campo risorse per fronteggiare il Tristeza Virus".
Ad entrare nel vivo dell'opportunità di export verso la Cina è stato Manfredi Minutelli, senior business development manager di Alibaba Italia. "Ad Alibaba piacerebbe lanciare l'arancia rossa di Sicilia sul mercato cinese in corrispondenza del capodanno cinese, a febbraio" ha detto il manager. "Per cominciare si può avviare l'export di qualche container, in modo da presentare il prodotto in Cina su Mr Fresh, una delle nostre piattaforme online che contano 552 milioni di consumatori attivi, e in modo integrato anche nelle nostre catene di supermercati Hema, posizionandolo in una fascia di mercato premium, di alta qualità".
"Bisogna creare un packaging e un logo accattivante per un prodotto che in Cina oggi non c'è e che può arrivare solo dalla Sicilia, una campagna di comunicazione che racconti l'italianità e la sicilianità per catturare il consumatore cinese. E' ovvio, però, che prima bisogna superare tutte le difficoltà burocratiche previste dal protocollo siglato tra Italia e Cina sull'export degli agrumi, prima fra tutte l'autorizzazione al trasporto aereo e cominciare a lavorare con le aziende per avviare il progetto per tempo".
"Il Distretto agrumi di Sicilia e Alibaba ci danno l'opportunità di aprire nuovi e importanti mercati alla nostra produzione" ha detto Giovanni Selvaggi, presidente del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia Igp. "Pensare alle criticità e ai tanti controlli che dobbiamo sostenere fa rabbia, ma se nel protocollo Italia-Cina venisse approvato il cold treatment in magazzino, con l'aereo potremmo essere nelle condizioni di raggiungere il mercato cinese. La nicchia dell'arancia rossa di Sicilia è un prodotto unico, con determinate caratteristiche che dobbiamo avere la capacità di comunicare a chi compra o può comprare il nostro prodotto. Nello scenario dell'e-commerce notiamo come le strategie digitali diventano sempre più un odo per raccontare al consumatore la nostra storia, la nostra cura, la nostra qualità. Quindi utilizzare strategie di comunicazione digitali è un modello da utilizzare. Anche in questo serve sempre più fare sistema".
Sul fronte delle procedure relative ai rigidi controlli fitosanitari imposti dal governo cinese, si sta lavorando a semplificare i trattamenti. "Come il cold treatment in warehouse, in magazzino, l'ultima visita dei tecnici cinesi lo scorso gennaio è stata molto incoraggiante e attendiamo l'approvazione di questa modalità di trattamento" ha spiegato Filadelfo Conti, dirigente presso l'Osservatorio malattia delle piante. "Il protocollo cinese prevede controlli serrati durante tutta la stagione produttiva per monitorare sedici organismi nocivi, richiede la geolocalizzazione delle coltivazioni per assicurarne la tracciabilità".
Il cold treatment in magazzino, prima della spedizione, consentirebbe di avviare l'export. Soprattutto se ci sono strutture come il Maas di Catania, "che potrebbe fornire il supporto logistico al trattamento con le sue celle frigorifere e vorrebbe essere riconosciuto come centro abilitato al cold treatment", ha affermato Giuseppe Guagliardi, presidente vicario del Maas.
26 giugno 2018 Economia e politica