La solidarietà europea ha aperto le porte al riso dei paesi meno avanzati, ma l'effetto sui mercati è devastante. I prezzi precipitano ed è a rischio il futuro di molte aziende. L'Italia, fra i maggiori produttori europei, ha ospitato il "G7" del riso, che ha chiesto il ripristino dei dazi

Per l'Asti secco c'è il via libera al disciplinare di produzione. Un nuovo concorrente sul mercato dei vini con le "bollicine" che preoccupa i produttori di Prosecco.

Ottime performance dell'agroalimentare sul fronte dell'export, ma la bilancia dei pagamenti del settore resta in negativo. E si guarda con attenzione a cosa accadrà con l'avvio del Ceta, senza dimenticare il ruolo della Cina sullo scacchiere dell'agroalimentare globale.

Il "Milleprororghe" rinvia molti dei conti in sospeso per l'agricoltura e fra questi le norme sulla gestione delle crisi e sulla regolazione dei mercati.

Si riparla della Xyllella e da Bruxelles arriva una prima apertura alla possibilità dei reimpianti. Ma c'è preoccupazione per la cimice asiatica e per la ruggine del grano.

Intanto arriva il trattore che si guida da solo e in Olanda progettano di risolvere la mancanza di spazio allestendo aziende zootecniche galleggianti.

Questi alcuni degli argomenti incontrati su quotidiani e periodici di questi ultimi giorni.Vediamoli più in dettaglio di seguito.

Riso a rischio
Un terzo dell'intera produzione di riso della Ue, poco meno di 600mila tonnellate, potrebbe restare nei magazzini, invenduta. Colpa delle importazioni che nel 2016 hanno raggiunto 1,4 milioni di tonnellate, provenienti soprattutto dai paesi meno avanzati, come Cambogia e Myanmar. E' il risultato degli accordi presi dalla Ue per aiutare queste economie in difficoltà, annullando l'applicazione dei dazi.
Lo denuncia “La Stampa” del 19 febbraio.

Che di queste importazioni di riso ce ne fosse bisogno lo dicono i numeri. A fronte di una produzione interna di 1,8 milioni di tonnellate, il consumo è di circa 2,8 milioni, numeri messi in evidenza da “Italia Oggi” del 22 febbraio. Ma l'effetto sui prezzi del riso è stato devastante.

Coltivare riso è diventato antieconomico e le superfici sono andate progressivamente riducendosi. In Italia, che figura fra i maggiori produttori europei, sono a rischio oltre quattromila aziende che operano su circa 230mila ettari. E' l'allarme lanciato dalle pagine de “La Stampa” che pubblica le conclusioni dell'incontro promosso dall'Ente nazionale risi che ha riunito in questi giorni i maggiori produttori europei di riso.

Dal G7 del riso (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Bulgaria e Ungheria) è partita la richiesta, riportata da “Il Sole 24 Ore”, di rivedere queste norme.
Il tempo per raggiungere un compromesso c'è. L'appuntamento è con la relazione di bilancio sull'import commerciale che la Commissione dovrà presentare il prossimo novembre.

"Bollicine" in fermento
Dalla guerra del riso a quella del vino. Al centro delle discussioni il progetto, in fase avanzata, di una nuova Doc per l'Asti secco, un vino destinato al mercato dei "frizzanti". “Avvenire” del 19 febbraio anticipa che il disciplinare di produzione di questo vino è stato approvato dalla Commissione tecnica del ministero per le Politiche agricole.
Per il via libera definitivo occorre aspettare il 10 marzo. Per quella data, si apprende da “La Stampa” del 21 febbraio, si pronuncerà il Comitato vitivinicolo.

L'arrivo di un nuovo vino sul mercato delle "bollicine" non è apprezzato dai produttori di Prosecco, come scrive “Il Giornale” del 19 febbraio.
Il mercato dei vini frizzanti sembra tuttavia avere spazio per tutti, visto che “Il Sole 24 Ore” del 17 febbraio registra l'ennesimo record nelle esportazioni in particolare negli Usa e l'Unione italiana vini ha nel cassetto progetti di ulteriore espansione.

Piuttosto che farsi la guerra, meglio sarebbe puntare su accordi sinergici per unire gli sforzi sui mercati stranieri.
A questo propositivo è stimolante l'alleanza fra un vino, il Valpolicella, e un formaggio, l'Asiago, per aggredire il mercato svizzero. Se ne parla su “L'Arena” del 20 febbraio.

Export a gonfie vele
Non c'è solo il vino a viaggiare a gonfie vele sui mercati esteri, ma tutto l'agroalimentare, in particolare quello made in Mezzogiorno. Lo evidenziano i dati emersi dalle analisi Istat, riportate “Il Mattino” del 17 febbraio, che evidenzia l'1,1% di crescita delle esportazioni.

Nonostante questi ottimi risultati, avverte “Italia Oggi” del 22 febbraio, la bilancia agroalimentare italiana continua ad essere in negativo per 4,5 miliardi. Una situazione che potrebbe migliorare con la fine dell'embargo russo e il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, dalle pagine de “Il Sole 24 Ore” invita a monitorare il mercato cinese sempre più ago della bilancia sui mercati internazionali.

Aspettando il Ceta
In tema di mercati internazionali è ancora acceso il dibattito sul Ceta, l'accordo di scambio fra Canada e Unione europea siglato nei giorni scorsi. “Avvenire” del 18 febbraio si interroga a questo proposito sulle conseguenze del Ceta sul commercio dei nostri prodotti nel vicino mercato statunitense, che oggi vale 3,8 miliardi.

Intanto il Prosciutto San Daniele saluta con favore il nuovo accordo canadese che gli consente di accedere a questo mercato con il proprio nome. Prima gli era impedito dalla regole in atto, scrive “Il Messaggero”, e doveva etichettarsi con un anonimo "authentic italian prosciutto".

Di rinvio in rinvio
Si è molto discusso in questi giorni del "Milleproroghe" per i suoi riverberi sulla situazione del trasporto pubblico e del servizio taxi in particolare.
A “Italia Oggi” del 22 febbraio non sono sfuggite tuttavia le conseguenze che questa normativa comporta per il mondo agricolo.
E' infatti rinviata di altri 18 mesi la razionalizzazione degli enti agricoli vigilati dal ministero per le Politiche agricole e per l'assistenza tecnica agli allevatori.
Altro rinvio, purtroppo, anche per la Legge 154/2016 sulla gestione delle crisi e per la regolazione dei mercati.

Nessun ritardo invece per il progetto di testo unico sul biologico, ora ai blocchi di partenza, e le cui novità sono anticipate da “Il Sole 24 Ore” del 18 febbraio.

Nel frattempo è bene non dimenticare le prossime scadenze con le domande Pac. Un promemoria arriva dalle pagine di “Italia Oggi” che ricorda gli appuntamenti del 15 e del 31 maggio.

Xylella e dintorni
Torna alla ribalta la vicenda Xylella, che di nuovo guarda a Bruxelles per avere risposta alle iniziative da adottare.
Se ne parla il 17 febbraio sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” con un'intervista al governatore della Puglia, Michele Emiliano, che descrive i cinque punti sui quali si articolano le richieste che la regione ha rivolto alla Ue.
Fra queste la possibilità di procedere al reimpianto con varietà che si dimostrano resistenti al batterio.

Il commissario all'Agricoltura della Ue, Phil Hogan, in visita al Ciheam di Valenzano alle porte di Bari, ha confermato dalle pagine della "Gazzetta del Mezzogiorno” del 21 febbraio la volontà di rimuovere il divieto al reimpianto già dal prossimo marzo.
Dal “Quotidiano del Sud” del 23 febbraio arriva però la denuncia delle troppe incertezze che fermano la lotta alla malattia, dai dubbi dell'Europa ai nodi sull'Agenzia unica.

Più a Nord le preoccupazioni vengono dalla cimice asiatica che ora minaccia la Romagna e in particolare la provincia di Ferrara, come si apprende dal “Corriere della Sera” del 20 febbraio.

Altra emergenza è quella segnalata il 18 febbraio da “Left”. Questa volta ad essere minacciato è il grano, che potrebbe essere devastato dagli attacchi di "ruggine".

Cosa c'è di nuovo
Infine le notizie e gli approfondimenti sulle novità che riguardano l'agricoltura, con in primo piano il trattore a guida autonoma messo a punto da CNH e descritto da “Il Sole 24 Ore” del 21 febbraio.

Non meno interessante la notizia pubblicata nello stesso giorno da “La Stampa” a proposito del progetto di una azienda zootecnica galleggiante, dove allevare vacche da latte e produrre formaggi, che potrebbe prendere vita nei pressi del porto di Rotterdam.

Si continua di questo passo con “Il Messaggero” del 20 febbraio, che descrive le produzioni che si possono realizzare nel deserto israeliano e che promettono maxi peperoni e mini spinaci.

Non manca un accenno alla applicazione dei droni. “L'Eco di Bergamo” del 23 febbraio descrive le esperienze di un'azienda che li utilizza per tenere sotto controllo lo stato di salute delle colture di mais.

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