Accelera la spesa pubblica dei Programmi di sviluppo rurale delle Regioni italiane, ma il rischio disimpegno automatico permane: 773 milioni di euro del Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale a livello Italia, ben 500 dei quali nelle Regioni del Sud in obiettivo convergenza, al 30 novembre scorso rischiavano ancora di tornare a Bruxelles.

Lo ha comunicato ieri in maniera informale Rete rurale nazionale, che con la newsletter Punto Psr fa sapere: “Il dato aggiornato a fine novembre (il periodo di riferimento va dal 16 ottobre al 30 novembre) mostra un incremento della spesa di 322 milioni di euro di quota Feasr dichiarata (pari a 605 milioni di euro di spesa pubblica). Questo dato fa scendere il rimanente da liquidare Feasr (ancora a rischio disimpegno automatico al 30 novembre N.d.r.) entro fine anno a 773 milioni di euro”.
Rete rurale nazionale sottolinea poi come lo stock a rischio disimpegno riguardi per “500 milioni di euro le Regioni convergenza e 266 milioni di euro le Regioni competitività”.

Questo significa che mentre le Regioni del Sud in obiettivo convergenza hanno aumento la spesa in conto Feasr di 89 milioni e 331mila euro tra il 16 ottobre e fine novembre, poco più del 15%, le Regioni del Nord in obiettivo competitività hanno aumentato il passo di ben il 27,54%, spendendo nel periodo ben 101 e più milioni di euro.

Questi i dati ufficiali. Vale comunque la pena ricordare che storicamente il mese di dicembre si è caratterizzato con performance di spesa molto positive, con una punta di 610 milioni di euro spesi a dicembre 2014.

Rete rurale nazionale ricorda poi come il 30 settembre scorso era il termine entro il quale le Regioni potevano presentare le ultime modifiche ai Psr prima della chiusura e del pagamento del saldo. Tutto questo grazie al nuovo regolamento delegato approvato ad agosto (Reg. Ue n.1367/2015), che ha dato più tempo alle Regioni per effettuare le ultime modifiche ai Psr nella programmazione 2007-2013.

Non solo, la normativa ha concesso maggiore flessibilità consentendo spostamenti tra Assi fino al limite del 5% del budget totale (il precedente limite era del 3%). Tutte le Regioni hanno colto appieno tale opportunità, spostando risorse da misure con scarsa performance a misure con una maggiore attrattiva di spesa.
 E il Sud, non diversamente dal Nord ha premiato le misure agroambientali. Calabria, Campania, Puglia e Sicilia hanno spostato infatti sull’asse 2 ben 163, 4 milioni.

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