L'Oiv, nel corso del 38esimo Congresso mondiale della vigna e del vino, ha pubblicato un bilancio sulla situazione del settore del vino nel 2014. La panoramica sul settore vitivinicolo è stata presentata da Jean-Marie Aurand, direttore generale dell'Organizzazione internazionale della vigna e del vino, al congresso stesso.

Si parte dal dato della superficie mondiale, con oltre 7,5 milioni di ettari di vigneti, per l'esattezza 7 milioni e 573 mila.

La Spagna detiene il primato con oltre un milione di ettari a superficie vitata, seguita dalla Cina (799mila ettari), la Francia (792mila ettari) e l'Italia, con 690mila ettari. Il Belpaese vede in calo le proprie superfici dai 705mila ettari del 2013. Il report dell'Oiv indica le serie storiche negative, dal 2000 a oggi, per quanto riguarda la superfici di Spagna, Francia e Italia, da oltre un decennio a oggi in calo, a scapito dei mercati emergenti, come la Cina, che solo dal 2010 al 2014 ha visto crescere le proprie superfici vitate di 200mila ettari.

Passando alla produzione di uva, la produzione mondiale, destinata a qualsiasi uso, è di 737 milioni di quintali, registrando un calo di circa 40 milioni di quintali rispetto al 2013. Detto questo, la tendenza della produzione di uva negli ultimi 15 anni è stata positiva, nonostante un importante calo, a livello generale, della superficie. Il primo paese per produzione di uva è la Cina, con 111 milioni di quintali; al secondo posto ci sono gli Stati Uniti, con 70 milioni, seguiti da Francia e Italia, entrambe attestatesi sui 69 milioni di quintali.

Le differenze fra un continente e l'altro sono sotto gli occhi di tutti se guardiamo alle tipologie di uva. Infatti se in Asia si concentra oltre la metà della produzione mondiale di uva destinata alla tavola, l'Europa si conferma produttrice tradizionale di uva da vino, con il 65% del totale.

La nostra analisi passa ora alla produzione di vino, che nel 2014 ha visto una fisiologica flessione dopo il record storico nel 2013, mantenendosi comunque nella media degli ultimi sei anni. Il dato ha chiuso a 270 milioni di ettolitri di vino prodotto, con l'Europa che nonostante una tendenza al ribasso, si conferma l'area di principale vocazione produttiva.

Leader di produzione è la Francia, con 46,2 milioni di ettolitri, mentre al secondo posto c'è l'Italia, con 44,7 milioni di hl. La Spagna segue al terzo posto, con 38,2 milioni hl, attestandosi sul suo livello medio di produzione dopo il record storico 2013. In controtendenza l'emisfero sud del mondo, con buoni tassi di crescita. Aumentano le produzioni di vino l'Argentina, la Nuova Zelanda, il Sud Africa, oltre alla tendenziale crescita ormai consolidata degli Stati Uniti. Focalizzando poi l'attenzione al consumo di vino, notiamo una lieve flessione a livello generale, con 240 milioni di ettolitri.

Tendenze al ribasso nei paesi tradizionali, compensate come ormai è noto da tempo dai nuovi mercati, specialmente al di fuori dei confini europei. Il mercato Usa è quello a più forte consumo di vino, con 30,7 milioni di ettolitri, mentre Francia e Italia, attestandosi rispettivamente sui 27,9 e 20,4 milioni, confermano il proprio calo del mercato interno.

Fari puntati sulla Cina, che nel 2014 non riesce a consolidare la forte crescita degli ultimi anni e registra un calo di oltre un milione di ettolitri, toccando i 15,8 mln di ettolitri di consumo, per effetto della legge anticorruzione che ha di fatto azzerato premi, donazioni e regali alla dirigenza politica e alla burocrazia cinese. Infine, continua la crescita delle esportazioni mondiali di vino, con 104 milioni di ettolitri esportati, +3% rispetto al 2013. Il direttore generale Aurand ha poi precisato i principali temi che verranno affrontati nella relazione 2015, pubblicata a fine anno, sui vini rosati, che rappresentano una quota di mercato importante, con 24 milioni di ettolitri consumati, pari al 10% del totale.