I margini di espansione della IV gamma in Italia ci sono, ma bisogna saper sfruttare le potenzialità di crescita del medio e lungo periodo. La tavola rotonda dal titolo "Quarta gamma. Orgoglio italiano", che si è tenuta a Expo, ha messo in evidenza i dati di mercato del settore, i punti di debolezza e i margini di manovra delle aziende che in Italia sono circa 200, troppe secondo l'opinione di praticamente tutti gli esperti intervenuti durante il dibattito.

Fra i presenti: Paolo De Castro, membro della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Gianfranco D'Amico, presidente del Gruppo Aiipa IV gamma e Giuseppe Battagliola, vicepresidente Aiipa IV gamma.

I dati
Secondo quanto elaborato da Vva Brussels su dati Nielsen, Iri, Alimarket, Nomisma ed Eurostat relativi al 2014, il settore vale nei cinque mercati principali della Ue (Francia, Germania, Spagna, Italia e Uk) circa tre miliardi di euro. Il Belpaese è secondo, dietro la Gran Bretagna, con il 26% di quota di mercato.
Il peso della frutta in Italia è minimo, non raggiunge neanche il 5% del totale e il 90% del mercato (che in Italia è stimato attorno al miliardo di euro), il mercato è concentrato nell'area centro nord del Paese e ci sono quindi buoni margini per conquistare nuovi consumatori. Per tutti gli intervenuti alla tavola rotonda è necessario che il settore si organizzi e si diriga verso una concentrazione perché la domanda resta inferiore all'offerta.
Fra le leve sulle quali occorre agire ci sono poi la percezione del prezzo, spesso ritenuto troppo alto dai consumatori, e la percezione delle caratteristiche di qualità e sicurezza del prodotto.

Sulla nuova normativa tutti d'accordo
Dal 12 agosto 2015 diventa operativo il decreto attuativo della legge 77/2011 che definisce le nuove regole per la produzione, il confezionamento e la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di IV gamma. Sulla nuova normativa tutti d'accordo: chi ci guadagnerà è il consumatore che potrà contare su regole certe per tutti gli operatori del settore, regole che porteranno a una qualità e a una sicurezza superiore dei prodotti.
Fra le novità della nuova normativa: 8 gradi centigradi è il tetto massimo in ogni fase della distribuzione, dalle celle frigorifere degli stabilimenti di produzione fino agli scaffali; obbligo di indicare in etichetta “lavato e pronto al consumo” (o "lavato e pronto da cuocere") e di scrivere “una volta aperto il prodotto va consumato entro 2 giorni”.