Occhi puntati su Bruxelles, punto di partenza di una serie di normative destinate a influenzare in modo sensibile il mondo agroalimentare. E' il caso ad esempio delle nuove etichette che dal 13 dicembre accompagneranno i prodotti destinati ad essere messi in tavola. Ne parla il 9 dicembre “Italia Oggi” salutando con ottimismo la novità, seguito da “Avvenire” che pure saluta con soddisfazione il prossimo arrivo delle etichette “trasparenti”. Ma il giorno seguente è “Il Sole 24 Ore” a evidenziare i punti di debolezza delle nuove norme per le quali restano ancora molti punti da chiarire. Ma già è evidente, è ancora “Il Sole 24 Ore” a scriverne, che nelle nuove etichette ci saranno meno obblighi circa le indicazioni sui siti produttivi. Più che delle etichette si parla di nuovo degli Ogm dopo la decisione di lasciare “carta bianca” ai singoli Paesi nell'accettarli o meno. Se ne discute il 5 dicembre sul “Corriere della Sera” con una breve foto-notizia, mentre nello stesso giorno “Il Foglio” esprime forti critiche sulla scelta europea, definita “pseudo libertaria”. Toni ancora più accesi quelli utilizzati da “Libero” che vede in questa decisione l'assenza di scelte strategiche.

Imu sì, Imu no
Ma in Italia l'attenzione, più che sugli Ogm, è rivolta all'Imu sui terreni agricoli in bilico sino all'ultimo fra l'essere applicata o sospesa, come poi sarà confermato. Di un rinvio si inizia a parlare il 5 dicembre dalle pagine di “Italia Oggi”, ma questo tira e molla si traduce secondo “Il Sole 24 Ore” nell'ulteriore “brutta figura” del mondo politico. Ma il rinvio, scrive la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 6 dicembre, rischia di essere per gli agricoltori pugliesi non una soluzione ma solo una beffa. Per la “Voce di Romagna” il modello di applicazione dell'Imu sui terreni di montagna sarà motivo di ulteriori abbandoni in queste aree. Il balletto sull'Imu agricola, è ancora la “Gazzetta del Mezzogiorno” ad intervenire sull'argomento il 10 dicembre, è motivo di forti tensioni non solo nel mondo agricolo, ma anche fra i comuni che potrebbero vedersi tagliare parte delle entrate e già si parla di incostituzionalità della norma. L'11 dicembre arriva la conferma dalle pagine de “La Stampa” che l'Imu sui terreni agricoli rimane, ma il pagamento slitta al 26 gennaio. La sostanza non cambia e le incertezze restano, specie per i terreni di montagna. Ma sui fabbricati rurali ad uso abitazione, scrive nello stesso giorno “Italia Oggi”, bisognerà pagare entro il 16 dicembre sia Imu che Tasi.

Attenti al ladro
Sui mercati continua a destare preoccupazione la scarsa raccolta di olive e quindi la caduta della produzione di olio. Se ne discute sul “Mattino” del 6 dicembre per confermare la scarsa disponibilità di extravergine. Lo stesso argomento è affrontato il 9 dicembre sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” che fra i guai affrontati dall'olivicoltura annovera non solo il clima e gli attacchi di Xylella, ma anche l'aumento dei furti. La scarsa produzione di olio in Italia, denuncia “Avvenire” del 7 dicembre, favorisce inoltre l'aumento delle frodi con un'impennata di falso “Made in Italy”. A patire le incursioni dei ladri non sono solo gli uliveti, ma anche le stalle. Aumentano infatti i furti di bestiame, in particolare bovini da carne, come si apprende da “Il Gazzettino” del 7 dicembre.

Il vino meglio dei Bot
C'è attesa per gli accordi commerciali fra Usa e Ue, argomento affrontato il 5 dicembre da “Repubblica” che punta l'attenzione sui vantaggi che ne potrebbero derivare per la lotta alle imitazioni di prodotti italiani, come nel caso del Parmigiano Reggiano, che proprio negli States vanta una serie di improbabili imitazioni con vari nomi di fantasia, dei quali Parmesan è forse il più noto. Dell'accordo Usa-Ue (il Ttip, Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti) si parla il 6 dicembre su “Il Sole 24 Ore” a proposito del vino. I produttori infatti chiedono che siano previste maggiori tutele. Ma più che il mercato americano sembra offrire ottime prospettive per il vino il mercato cinese. Su questo mercato, scrive “La Stampa” del 7 dicembre, è un vero e proprio boom delle esportazioni di spumante. Per trovare sbocchi sul mercato cinese, avverte “Italia Oggi” del 10 dicembre, è però necessario individuare partner in loco ai quali affidarsi. Che ci siano buone prospettive in genere per il settore enologico lo conferma “Italia Oggi” del 10 dicembre nel riportare alcune risultanze della recente manifestazione veronese intitolata Wine2Wine. Stando alle analisi di Wine Monitor, infatti, gli investimenti nel settore enologico avrebbero maggiori chance fruttifere di quelle offerte dagli investimenti in titoli di Stato.

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